Luigi Alici

PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO

1. "Per liberare l'uomo dai propri timori esistenziali, da quelle paure e minacce che sente incombenti da parte di individui e Nazioni, per rimarginare le tante lacerazioni personali e sociali, è necessario che alla presente generazione - alla quale pure si estende la Misericordia del Signore cantata dalla Vergine Santissima (cfr. Lc 1,50) - sia rivelato 'il mistero del Padre e del suo amore'".

Con queste parole, pronunciate a Collevalenza il 22 novembre 1981, ad un anno di distanza dalla pubblicazione dell'Enciclica "dives in Misericordia", Giovanni Paolo II ha come tracciato la grande linea di sviluppo che ha condotto a questo secondo incontro di preghiera, di riflessione e di confronto, dopo la felice esperienza del I° convegno.

L'anno scorso la Famiglia dell'Amore Misericordioso volle proporre una "prima lettura" dell'Enciclica "Dives in Misericordia", i cui risultati sono ormai pubblicati in un volume; una lettura complessa e impegnativa, che ha cercato efficacemente di porre in risalto gli aspetti essenziali di quel messaggio, offrendo l'immagine di una "misericordia oltre l'amore", in grado di far crescere la comunità umana nel volume totale delle sue aspirazioni e dei suoi valori più alti.

Quel convegno non poteva non suscitare propositi di approfondimento e di arricchimento, a cui questo incontro intende dare una risposta meditata, organica ed autorevole. Le domande che motivano questo secondo convegno appartengono quindi, in primo luogo, alla insondabile ricchezza del Mistero che ci è stato rivelato da Colui, per dirlo con S. Agostino, che è "interior intimo meo et superior summo meo" (Conf., III, 6,11).

Questa è la ragione prima del nostro "convenire": ricercare assieme il volto personale e trascendente di quell'amore ricco di misericordia che ci è stato donato, tentare di cogliere il "Chi" dell'amore, la Persona assoluta che ha impresso nella creazione il sigillo indelebile della sua carità. Chi è questo Padre dell'amore e della misericordia? Qual'è il senso profondo, vicino e insieme irraggiungibile, della sua paternità? Come, quando e perché essa ci viene annunciata? Quali promesse questo Dio può offrire all'uomo e alla donna, con le loro esperienze di paternità, di maternità e di figliolanza con le loro attese, i loro smarrimenti, la loro ricerca, spesso così fragile ed arrogante?

2. Ma il senso di questo secondo convegno di Collevalenza non si esaurisce sul piano di un approfondimento puramente teorico, in coerente continuità con il passato. Vi sono anche delle ragioni che scaturiscono, vive, dalla sofferenza del presente, dal dramma dell'uomo contemporaneo e dalla sua incapacità di cogliere nella paternità di Dio la misura della sua misericordia.

Oggi che il luogo, l'immagine ed i valori della paternità e della maternità sono come offuscati ed ambigui, espressione problematica di conflittualità e di crisi, piuttosto che segni in grado di coniugare il dono dell'amore con il dono della vita, Dio sembra più lontano dal nostro tempo. Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe rischia di essere confuso con un "padre padrone", immagine severa di una tutela ormai intollerabile e soffocante.

Nuovi interrogativi, allora, ci si affollano dinanzi: ha senso oggi parlare di paternità di Dio? Che cosa esprime all'uomo contemporaneo un'immagine così ambigua e contestata: i pregiudizi di una teologia maschilista? Le nostalgie di una mitologia sfuggente e fantastica? Gli equivoci di una impossibile analogia con la condivisione umana? In altre parole: il mistero della paternità divina è un prodotto della sublimazione di rapporti umani o, al contrario, sono questi stessi rapporti ad essere costituiti, nella loro natura più profonda, dal Mistero di una paternità trascendente?

3. Il convegno cercherà di raccogliere questi interrogativi e rispettare questa compenetrazione di piani, tentando di confrontare la riflessione teologica con quella psicologica, filosofica, sociologica; presentando, accanto al rigore teorico della ricerca, il calore vivo della testimonianza; alimentandosi, soprattutto, del clima di attenzione, di impegno, di fraternità che riusciremo, tutti assieme, a creare in questi giorni.

Del resto, non è senza ragione se, riflettendo sul Mistero del Padre, saremo chiamati a confrontarci con una molteplicità di prospettive intorno al mistero dell'uomo: anche nella povertà e nei disorientamenti dell'amore umano si possono riscoprire, e quindi si debbono cercare, le tracce vive di un Padre che, ha scritto Madre Speranza, cerca e insegue i suoi figli "con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro". Infatti "ognuno - come ci ha ricordato Giovanni Paolo II - è stato compreso nel mistero della Redenzione, e con ognuno Cristo si è unito, per sempre, attraverso questo mistero" (Redempt. Hom., n. 13).

Un Mistero, dunque, personale, che ci interpella incessantemente e personalmente, esigendo da noi soprattutto una semplificazione dell'intelligenza ed una liberazione della volontà. Questo convegno, voluto dalla Famiglia dell'Amore Misericordioso, che, per mio tramite, saluta ed accoglie con gioia tutti i partecipanti, vuole essere per ognuno di noi un invito a ritrovare ed a gustare la stupenda semplicità di questo Mistero ed insieme la sua abissale e consolante ricchezza.