Santo Bartolomeo Quadri
PATERNITA' E IMPEGNI DI LAVORO E DI VITA SOCIALE
Da una paternità umana corretta è possibile salire alla paternità divina, affermando tutti i dati positivi, eliminando tutti gli elementi negativi ed esaltando gli aspetti positivi della paternità umana.
Quando però, per mezzo della Rivelazione, veniamo a conoscere qualcosa della paternità divina ci è facile e sicuro comprendere meglio la stessa paternità umana.
Ciò diventa una necessità assoluta quando certe realtà pratiche e certe elaborazione culturale hanno confuso, deformata e fatta deviare una corretta visione della paternità umana.
Diamo per accettato che una corretta visione della paternità umana include sempre, tra l'altro, un sostegno e una guida, un'autorità che fa crescere, un'affezionata condiscendenza e dedizione, una capacità di correggere e di provvedere.
A tutto fa riscontro amore, onore, fiducia e devozione da parte del figlio.
Il tema assegnatomi, si può sviluppare in tante maniere.
Io mi limiterò a fare osservazioni sui seguenti punti.
1) Sguardo panoramico alla normativa legale e contrattuale.
2) La situazione affettiva.
3) La concezione della paternità sottesa ai comportamenti.
4) La concezione del lavoro e dei beni materiali.
5) La concezione della vita sociale.
1. Sguardo panoramico alla normativa legale e contrattuale per i lavoratori dipendenti in rapporto al tempo disponibile da poter dedicare alla famiglia.
Ricordiamo innanzitutto la battaglia sostenuta dal movimento operaio per ottenere le 8 ore di lavoro giornaliero.
Si parlava di 8 ore di lavoro, 8 ore di riposo e 8 ore da dedicare agli impegni familiari, religiosi, sociali e culturali.
La linea dello sviluppo umano porta a ridurre progressivamente il tempo e la fatica dedicati al lavoro materiale per avere più tempo a disposizione per impegni più nobilitanti.
La situazione di crisi spinge oggi la CISL a chiedere una diminuzione dell'orario di lavoro per poter distribuire il lavoro esistente tra più lavoratori.
E' molto diffuso il sistema delle 40 ore. Alcune categorie sono già sotto le 40 ore.
Molti hanno libero il sabato o il pomeriggio del sabato.
Per legge e per contratto è fissato un limite alle ore di lavoro straordinarie (8-10 settimanali; 150-200 annuali).
Le ferie obbligatorie raggiungono le 4 settimane e in alcuni casi le 5 settimane.
Esiste quindi, per legge e per contratti nella maggioranza dei casi un tempo notevole da dedicare alla famiglia.
A quanto detto sono da aggiungere i permessi per malattie del figlio fino a 3 anni (dati anche al padre; art. 7 legge sulla parità).
Esiste il congedo matrimoniale, l'astensione obbligatoria per la maternità, i permessi per i funerali.
Lo statuto dei lavoratori e i contratti prevedono i permessi per motivo di studio (150 ore) e particolari facilitazioni ai lavoratori studenti.
Sempre lo statuto dei lavoratori integrato da contratti prevede permessi retribuiti e non retribuiti per incarichi pubblici e sindacali.
L'aspettativa con il posto conservato senza retribuzione ma con le assicurazioni sociali è prevista per il servizio militare, per le cariche pubbliche elettive e per le cariche sindacali nazionali, regionali e provinciali.
Sei mesi sono dati anche alle madri dopo l'astensione obbligatoria.
Non sono previsti permessi per altre cause sociali, religiose e familiare (per esempio, colloqui con i professori quando padre e madre lavorano).
2. La situazione effettiva per tutti i padri
Pur rimanendo aperta la possibilità per altri miglioramenti contrattuali e legali, possiamo dire che i lavoratori dipendenti hanno, di solito, un discreto tempo da dedicare alla famiglia, ogni giorno, in certe circostanze, ogni settimana e ogni anno.
Come si spiega allora che molti figli deviati appartenenti a diverse classi sociali attribuiscono anche all'assenza del padre la loro deviazione?
Accenniamo ad alcune cause oggettive e soggettive.
a) cause oggettive
L'assenza del padre può dipendere da emigrazione interna od esterna senza la possibilità di avere con sé la famiglia.
I piccoli esercizi commerciali a base famigliare impongono orari difficili al padre e alla madre.
Spesso gli orari dei trasporti urbani ed extraurbani assorbono troppe ore.
Il tutto è aggravato dal lavoro di ambedue i genitori.
C'è poi una serie di persone che pur non avendo orari obbligati, lavora troppo o passa troppe ore fuori dalla famiglia: Deputati e Senatori, uomini di governo, imprenditori, dirigenti sindacali e politici, dirigenti di associazioni, anche religiose e culturali, professionisti, artigiani e contadini.
b) Cause soggettive, talora giustificate talora no.
Il secondo lavoro fatto per necessità o per voglia di guadagno.
La smania di guadagnare per lasciare in eredità.
Il tempo passato al bar e con gli amici.
Per qualche persona l'assenza da casa è dovuta anche a troppe devozioni.
Quello che è importante è porsi il problema del tempo necessario da dedicare alla propria famiglia.
Si possono trovare aiuti ed ostacoli nelle leggi e nei contratti ma quello che è più determinante è la coscienza e la mentalità dei padri.
3. Concezione della famiglia e in particolare della paternità e maternità, del valore dei figli e della loro educazione
Risulta chiaro da quanto abbiamo brevemente esposto che il rapporto paternità e impegni di lavoro e di vita sociale, sia nella concretezza delle situazioni personali, sia per quanto può collegarsi a leggi e contratti e al loro miglioramento dipende soprattutto dalla mentalità o concezione che si ha della famiglia (maternità, paternità, valore ed educazione dei figli), del lavoro e della vita sociale.
Credo di non rubare materia ad altri relatori se mi permetto presentare alcune osservazioni sui seguenti punti.
a) Maternità e paternità.
Affermando la necessità del ruolo non vogliamo evidentemente dimenticare o diminuire l'importanza e la necessità del ruolo materno.
Sono note le polemiche, più o meno serie, sull'affermazione della "Laborem Exercens" circa il lavoro della donna.
Utilizzando anche quanto Giovanni Paolo II affermò all'Angelus del 6 dicembre 1981 possiamo brevemente sintetizzare il pensiero cristiano al riguardo.
Occorre rivalutare l'importanza del ruolo della madre in famiglia secondo le obiettive esigenze dei figli.
Occorre rivalutare anche la dignità del lavoro casalingo.
Non è giusto che la madre sia costretta da necessità economiche ad uscire di casa per lavorare.
Il lavoro extracasalingo non è l'unica strada per la promozione sociale della donna.
Il lavoro extracasalingo della madre deve essere una scelta libera e responsabile che valuta tutti i valori in gioco.
Da qui la necessità di educare la donna a scelte responsabili.
Per evitare costrizioni e garantire l'esercizio appropriato del ruolo materno in famiglia occorre puntare anche al salario famigliare ed adeguati assegni famigliari.
Sono anche necessari modifiche contrattuali e legali: per esempio: garantendo posto, anzianità e assicurazioni con parte dello stipendio fino a tre anni dei figli.
Occorre armonizzare gli orari del lavoro con quelli delle scuole, dei negozi e dei trasporti.
Notevoli sviluppi si avranno dal diffondersi del lavoro a tempo parziale.
Così si garantisce il ruolo della donna nella comunione sponsale e il ruolo della madre nell'educazione dei figli.
b) Esigenze oggettive della comunione sponsale e dell'educazione dei figli.
E' possibile individuare a grandi linee, alcune esigenze oggettive che riguardano la possibilità che esiste, e che esista bene, una comunione sponsale progrediente e che tale comunione sia al servizio della vita, della crescita fisica, morale e spirituale di nuove creature?
Credo che onestamente si possa rispondere di sì, anche se occorre essere coscienti che tali esigenze sono strettamente collegate con le diverse situazioni e con la loro mentalità.
Ecco un elenco di fasi durante le quali si può alimentare la comunione sponsale e l'impegno educativo prima e dopo il matrimonio.
- Il corteggiamento e il fidanzamento come vero incontro di persone fondato non solo sulla sensibilità.
- La preparazione al matrimonio come scelta di vita e come vocazione alla perfezione.
- La celebrazione del matrimonio come ministri del Sacramento.
- L'impianto iniziale di vita, fondato su una scelta di valori e sul cammino in avanti dei due sposi.
- L'accoglimento responsabile della vita.
- L'attesa comune del figlio: durante i 9 mesi si rinsalda la comunione della coppia, il padre scopre il senso della paternità (vedere "Raggi di paternità", di Giovanni Paolo II);
ambedue si orientano verso l'impegno educativo di genitori,
fondato sulle seguenti considerazioni:
Il concepito è una nuova persona umana, con la sua autonomia, il rapporto con la madre.
Dio crea l'anima immortale.I genitori generano il corpo perché hanno avuto da Dio la capacità d'incontrarsi e di generare.
Il figlio che si attende è una persona messa in vita per loro opera e affidato alle loro cure.
L'importanza delle cure fisiche ed educative provata dal successo dell'adozione e della paternità spirituale.
Dignità della paternità umana (Giovanni Paolo II 19.3.1981 a Terni).
- La nascita come occasione per partecipare al dolore e alla gioia della maternità.
- Il Battesimo: prepararsi a ricevere il dono di un figlio di Dio.
- La coppia con figli va vista nell'età prescolare fino a 3 anni, nell'età della scuola materna, elementare, media inferiore, professionale e superiore, nell'età dell'adolescenza e della giovinezza (studio e lavoro), con figli indipendenti da sposare o sposati, nel tempo del pensionamento e nella situazione di vedovanza.
Domandiamoci: quanto tempo occorre dedicare e come, per coltivare la vita di coppia nelle varie fasi?
Quanto tempo occorre dedicare al rapporto con i figli nelle varie fasi?
Quanto tempo e quali iniziative per darsi una preparazione spirituale, morale, pedagogica e sociale progressiva?
L'importante è porsi il problema. Per aiutarne la soluzione diamo un elenco di criteri e di esigenze da rispettare.
1) La comunione sponsale va coltivata, esige tempo e impegno di crescita.
2) La necessità contemporanea di due ruoli, materno e paterno.
3) Il tempo da dedicare è proporzionato alle varie fasi della vita.
Un padre che non voglia essere solo cacciasoldi deve trovare il tempo per giocare con i figli, ascoltarli, dialogare, condividere le diverse esperienze, seguirli soprattutto nell'adolescenza e nella scelta della vita, partecipare agli incontri preparatori per il Battesimo, la Cresima, la Comunione ecc.
4) Fare di tutto per evitare certi lavori o impegni o almeno per limitare il tempo.
5) Non serve il padre cacciasoldi, occorre una presenza regolare ma non opprimente.
6) Importanza dell'esempio e delle parole e soprattutto dell'armonia coniugale.
7) I genitori devono crescere assieme ai figli, devono essere impegnati in un cammino comune di perfezione come coniugi e come genitori.
8) Garantirsi il tempo per una preparazione continua, per acquisire capacità pedagogiche adeguate (anche il padre partecipi agli incontri appositi).
9) Garantirsi il tempo per partecipare alle iniziative religiose e civili concependo la partecipazione come esigenza per lo sviluppo personale, per lo sviluppo della coppia e dei genitori.
10) Ricordarsi sempre che chi trascura i figli danneggia la società e la Chiesa.
4. Concezione del lavoro e dei beni materiali
Il lavoro è certamente un grande valore ma non è il più grande valore della vita e tanto meno l'unico.
Anche i beni materiali sono un valore che va però subordinato a beni più alti.
La retribuzione non può essere l'unico elemento da ten presente per la scelta del lavoro.
Chi trascura la famiglia per guadagnare soldi da lasciare in eredità procura un grave danno ai propri figli.
La vera eredità sta nell'educare i figli a sapersi guadagnare la vita.
Per un'esposizione dei beni di spiritualità del lavoro rimando alla "Laborem Exercens".
Qui mi limito a sottolineare che il lavoro extracasalingo presenta vantaggi e pericoli in campo educativo.
Abituare i figli a conoscere il lavoro del padre, della madre ed ad unire studio e lavoro anche se ciò comporta qualche sacrificio.
5. Concezione della vita sociale.
Il tempo che si dedica alla famiglia dipende molto dalla concezione della vita sociale.
La vita sociale non è un assoluto al quale sacrificare la propria famiglia.
Occorre però aver coscienza della necessità della vita sociale fondandosi sui noti elementi di ordine naturale e soprannaturale.
In sostanza la società è frutto dell'iniziativa delle persone, delle famiglie e dei gruppi e ha come scopo quello di rendere un servizio alle persone, alle famiglie e ai gruppi.
Perché questo possa avvenire è necessario una scala di valori, competenza e onestà per rendere possibile l'iniziativa responsabile delle persone, delle famiglie e dei gruppi assieme a quella della società in quanto tale. Capacità di iniziativa e senso del limite possano garantire alla famiglia il giusto spazio.
Conclusioni
Mi siano concesse alcune sottolineature a modo di conclusioni.
Devono essere rispettate le esigenze oggettive della comunione sponsale e della crescita in comune dei figli.
Ciò richiede ideali comuni, impegno progrediente, capacità pedagogiche, preparazione necessaria e tempo anche per partecipare ad iniziative adatte.
Le leggi e i contratti possono aiutare la famiglia e devono essere più attenti alla missione del padre e della madre.
Il ruolo paterno è necessario anche quando la madre non lavora.
Occorre rivalutare l'impegno educativo dei genitori verso i figli.
Va rivalutato anche il lavoro casalingo.
Leggi e contratti devono puntare al salario famigliare e ad adeguati assegni famigliari. Essi devono valorizzare anche la possibilità che può offrire il lavoro a tempo parziale.
Giornata di lavoro più corta e settimana più corta potranno dare maggiore possibilità a patto che ci si educhi seriamente al buon uso del maggior tempo libero.
E' chiaro che in tutto è determinante il ruolo della coscienza che va quindi educata.
La società civile (Stato, Regioni, Comuni ecc.) diano un aiuto positivo alla famiglia; non si limitino a dichiarare fallimenti, non curino solo i sintomi, non demoliscano ma favoriscano uno stile serio e impegnato di vita.
La Chiesa deve mettere più attenzione ai problemi familiari, deve portare avanti con decisione una controcultura, preparando meglio al matrimonio, seguendo anche dopo il matrimonio con iniziative catechetiche e pedagogiche per rendere possibile un cammino permanente di fede.
Solo coscienze ben formate sapranno armonizzare le responsabilità familiari con gli impegni di lavoro e di vita sociale.