Fratel Ettore Boschini
"L'UOMO EMARGINATO DALLA SOCIETA'"
Io vorrei dire subito che dobbiamo obbedire a Dio, è meglio obbedire a Dio che agli uomini; così hanno detto gli apostoli quando sono stati interrogati e tutti i santi hanno fatto così. Ad un certo momento sono stati trattati da fanatici, da pazzi, da disubbidienti, ma in realtà in loro c'era una logica: Dio, l'Assoluto; io e Dio: maggioranza assoluta, anche se tutti gli altri diventano estranei o non vogliono accettarci. Ricordiamolo tutti. Guardate che è l'ora che non bisogna dir tante parole, ma quelle che diciamo vengano da Dio e ci facciano tornare a Lui.
Io e Dio maggioranza assoluta. Per carità qui c'è lo Spirito di Madre Speranza; non voglio dire lo spirito di M. Speranza, voglio dire di più invece; io, voi, dobbiamo avere lo Spirito di Dio, dobbiamo avere dentro di noi, come dice qui in questo libro M. Speranza, il coraggio di provare la santità, di camminare sulla via della santità - e non è che sia una via facile. Il Signore ci dà subito un programmino che a volte se potessimo dire: "Beh! domani!" E invece: "Chi vuole essere mio discepolo mi segua portando ogni giorno la propria croce. Anche oggi fratelli e sorelle, Gesù è qui vivo. Noi a volte ci siamo persi troppo in immagini (non che io non le voglia perché queste immagini grandi le abbiamo nelle nostre chiese), ma vorrei dire che quasi tutti i nostri amici nel vederle o le mettono la mano o danno un bacio; io di solito dò un bacione bello, grande. Ma non basta.
Fare sul serio, o almeno, cerchiamo di fare sul serio. Direi che adesso non c'è più tempo da perdere. Qui davanti ho un cardinale e mi correggerà se io dico delle cose che non sono come quelle di Dio, che non sono cioè dello spirito di Dio. Cercare di essere pieni dello Spirito di Dio, cercare di vivere questa volontà di Dio. Anche se diranno che siamo disobbedienti.
M. Speranza ha pubblicato delle cose riguardo ai sacerdoti. Ha detto chiaramente quello che doveva dire, come abbiamo visto ieri sera nel film.
S. Camillo diceva che se dovesse incontrare un sacerdote e poi un angelo, prima s'inchinerebbe davanti al sacerdote e poi all'angelo: tanta era la stima che aveva per il sacerdote; perché l'angelo ha una grande missione da parte di Dio ma non celebra la messa nella quale diventa il Cristo mentre il sacerdote sì. Ebbene, io credo che forse i sacerdoti non hanno parlato abbastanza, forse perché hanno un pò di rispetto. No! ditelo, che diventate il Cristo vivo; durante la messa siete il Cristo vivo! Ecco perché M. Speranza ha dato qualche tirata di orecchie: perché forse non ci vedeva il Cristo vivo in quel sacerdote quando celebrava e un Cristo di carta non fa niente! Se invece c'è un Cristo vivo, sì! Padre Pio, Camillo, quando celebravano la messa, erano un Cristo vivo. P. Pio un Cristo vivo, M. Speranza un Cristo vivo, e così potremmo dire di tutti i santi: di Chiara, di s. Margherita Maria... quante umiliazioni... mentre noi le evitiamo!
Vi racconterò una storia della settimana scorsa. Isabella è la prima collaboratrice e ne arrivano pochi di collaboratori, perché non è mica una missione facile la nostra...! Quando hanno visto un pò, i più si fermano, ma a chi ha coraggio un giorno sarà dato l'onore che merita. Allora lei è andata 15 giorni agli esercizi, poi viene a casa e mette in moto anche noi: eravamo radunati tutti a Seveso e facciamo anche noi 15 giorni di esercizi con i nostri poveri, quando appena 7 anni fa addirittura un vescovo, che poi è diventato il nostro vescovo protettore, diceva che non c'era niente da fare, diceva che bastava dare una mano a questi fratelli buttati lì nell'immondizia, veramente nell'immondizia. Quello che dico, guardate, è vero. Dio mi liberi dal colorare le cose. Veramente erano buttati lì nell'immondizia. Ma io non li conoscevo, io conoscevo la bella clinica di Alberone. Sono stato 25 anni a Venezia, in case meravigliose. Sono nato là, vorrei dire, come vocazione, e pensavo di morire là e invece ecco che per delle contraddizioni il Signore ha permesso che facessi un pò di altra strada. Sono venuto a Milano e lì, per qualche anno in una scuola d'infermiere generico e poi professionale e poi in clinica, beh! il Signore... Io sono nato in campagna ed è difficile che resti sempre pulito. Vedete che perfino le mani non è che siano proprio mani da dottore, no! e tutto quello che c'è da fare, bisogna fare; non ho visto quelle di M. Speranza ma credo che, almeno quando era tutto fare anche lei, le avesse un po' grossolane.
La volontà di Dio oggi è questa, ma guardate che lo dico sul serio: se perdiamo l'occasione... non vorrei che diventasse troppo tardi per impegnarsi sul serio su una volontà di Dio che ormai è stata proclamata fin dal 1917, appunto il 13 Maggio quando la Madonna è apparsa a Fatima. Le parole che vi dico io, le ha dette il 13 luglio: Dio vuole... ricordatevelo, scrivetelo, non dimenticatelo...! Dio vuole stabilire nel mondo l'amore al Mio Cuore Immacolato. Dio vuole... Io per alcuni anni non lo avevo capito bene che lo voleva Dio e allora andavo dicendo la Madonna vuole essere amata nel Suo Cuore Immacolato, Addolorato, poi sono venuto a scoprire che è Dio che vuole. E' successo tutto quello che è successo e ora stiamo pronti, fratelli e sorelle, senza illusioni! Siamo vicinissimi al compendio di Fatima, ecco perché io ci terrei a parlare più di questo, perché se parliamo di altro è bene, ma questo è ottimo, è indispensabile: o noi accettiamo questa volontà di Dio o noi la pagheremo molto cara e quanto più uno è stato responsabile - diceva don Gasperino, quando è venuto 10-15 giorni fa a tenere l'ultima giornata di esercizi ai poveri parlando a noi collaboratori - tanto più il Signore ci chiede conto. Diceva: "Guardate che i poveri hanno tante indulgenze già preparate, ma noi che abbiamo avuto di più, guardate che siamo molto più responsabili, quindi occorre una vita interiore che sia più viva, più vera, più vicina a quella realtà che Dio vuole da noi".
Allora Dio vuole stabilire nel mondo l'amore al Cuore Immacolato, se si farà ciò molti si salveranno e ci sarà la pace. Allora era la prima guerra mondiale. Ora se non si cessa di offendere il Signore, ecco qui fratelli dove io voglio gridare: stiamo attenti ai poveri che mancano di Dio; è impossibile non stare attenti quando abbiamo in mente questa realtà di Dio; vi dico è impossibile, è impossibile pensare a Dio e non servire i poveri che hanno fame... è impossibile... ma se andiamo dietro ai poveri solo perché hanno fame e non gli diamo da mangiare il Signore, cioè la Sua parola, non li mettiamo in comunicazione con Lui, non proponiamo questa realtà di Dio. Il nostro pane che diamo, le nostre scarpe, i nostri vestiti sono un pò come un fiore, lo vestiamo ma poi viene falciato, dissecca e si butta al fuoco.
Dobbiamo dare all'uomo prima di tutto Dio, non per niente Dio quando ha promulgato i comandamenti, ha messo come primo: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la tua anima, poi il prossimo tuo come te stesso". Prima Dio.
In molti Istituti, lasciatemelo dire come diceva il profeta, è venuto meno il primo amore.
I fondatori, i Santi, trovatemene uno, che facesse solo la carità materiale senza aver nel cuore il desiderio di unire subito, incollare, la realtà di Dio. Io non ne conosco. Se non ne conoscete voi, io non ne conosco santi che abbiano seguito Cristo sul serio, senza aver proposto prima Dio. "Dio vuole stabilire nel mondo l'amore al Mio Cuore Immacolato; se si farà ciò molti si salveranno, si salveranno!" Non ha mica detto molti non moriranno di fame?... molti si salveranno!
Le parole dei santi sembrano a volte sconcertanti, certamente non sono secondo la mentalità corrente; dice qua Madre Speranza: "Castigami e salvami!" Oh! santo cielo, parlate di castighi voi alla gente? Oggi nemmeno i preti non ne parlano più... molto poco.
"Oh, sta' attento sai, li fai andar fuori di Chiesa, non vengono più sai, sta' tranquillo con il 15 per cento che viene in Chiesa ad ascoltarci!".
Ma gli altri 85 per cento, dove sono andati? Li abbiamo infarinati, li abbiamo inzuccherati! Ma con lo zucchero si attirano solo tante mosche. Ormai gli uomini hanno la cioccolata Motta. Oggi gli uomini sono fatti di cioccolato.
Ma gli uomini erano stati fatti a immagine di Dio; Dio ha messo in croce il Suo Figlio perché l'uomo ritorni al Padre. Sì, quel bel Crocifisso che è qui in questo santuario è lì che sembra dire continuamente: "Padre io sono qui; se è possibile tirami giù, non ne posso più... mi hai abbandonato... ma Padre la Tua volontà sia fatta, nelle Tue mani affido il mio spirito".
Basterebbe che ogni cristiano avesse davanti questa realtà ogni giorno. Se chiedessimo al Signore: "Chi sei o Cristo? Perché sei lì?"
Ci risponderebbe: "Per i tuoi peccati, anche per il più piccolo". Perché davanti a Dio non c'è un peccato piccolo, il più piccolo peccato davanti a Dio ha tagliato la corda dell'armonia e c'è stato il castigo.
Io non so com'era grande quel primo peccato di Adamo ed Eva, ma so che non c'è peccato piccolo davanti a Dio, perché Lui è l'infinito. Io sono un verme che striscia sulla terra e ogni volta che tento appena di ribellarmi a questo infinito, rompo l'armonia e allora quel Cristo ci dice: sono qui anche per il tuo peccato piccolo, sono qui per tutti i tuoi peccati, sono qui per dirti che anche se ne avessi commessi tanti come i granelli di sabbia che sono sul mare, la mia misericordia, in un atto del tuo amore, li distruggerà tutti.
DOMENICO: -- Scusa Fratel Ettore, mi dispiace che abbiamo poco tempo a disposizione. Volevo farti alcune domande che ci portano direttamente anche alla tua opera. Tu giustamente ci riporti al Signore, ma parlaci anche di quello che tu stai facendo perché è veramente importante anche quello.
Fr ETTORE: -- Vedo che l'orologio cammina, allora terminiamo... Forse la mia opera che non è mia, ecco, questo sia sottolineato, non è proprio mia ti sei sbagliato e ti correggo. L'opera è di Dio, affidata al Cuore Immacolato di Maria, la quale si è presa dei servi poveri come noi. E... Io so, mi occorre del tempo perché io non sono organizzato (ma neanche ne vado in cerca...).
Dio vuole stabilire nel mondo l'amore al Cuore Immacolato: questo v'è entrato in mente, no?! Allora, non ascoltate più se incontrate nel vostro cammino qualcuno che vi dice:... ma lascia perdere queste cose, non è di fede, non è peccato... dopo che Pietro, al quale Cristo ha affidato le sue chiavi, è andato e a Lourdes e a Fatima. E' volontà di Dio che si stabilisca nel cuore di ogni uomo l'amore, l'amore di quel Cuore Immacolato in cui Dio ha voluto prendere la forma umana nel Suo Figlio. Perché Dio vuole come cambio della pace nel mondo che gli uomini accettino questa Sua Volontà: l'amore al Cuore Immacolato di Maria. Se si farà ciò tutti si salveranno e ci sarà la pace, altrimenti un'altra guerra..., non ve la descrivo...
Dovremmo stare con i fianchi cinti per quello che sta per venire. Un vescovo, giorni fa, affermava che pare non arriviamo tanto lontano, c'è poca strada da fare prima che questa guerra si scateni ed è qui che bisogna che noi mettiamo l'attenzione e ci prepariamo col cuore pronto al sacrificio. Cosa ha chiesto la Madonna dopo che ha detto questa volontà di Dio? "Pregate, pregate molto; badate molti vanno all'inferno perché non vi è chi prega e si sacrifica per loro". Io ieri quando sono arrivato alle nove e mezza, ero stanchissimo. Se non ci fosse stata quella telefonata incoraggiante, dopo che s'era rotta la macchina per strada, avrei detto: adesso andiamo a dormire, fermiamoci da qualche parte; domani mattina ripartiremo... Non ne potevamo più. Ma sono tante, sapete, di queste sere, di quelle notti...! Noi abitualmente, in media, se andiamo a letto a mezzanotte siamo fortunati, ma abbiamo tante notti in cui rimaniamo fino alle una e anche le due, noi collaboratori s'intende: i nostri ospiti vanno a letto alle nove e trentadieci.
A volte siamo all'estremo delle forze, ma ho detto qui ieri sera: noi non siamo stati puntuali, ma abbiamo dato per questo convegno almeno tre ore e mezza di un sacrificio che non era previsto, un sacrificio che ci ha portato all'estremo delle forze e, guardate, anche che questo vale molto di più.
Non c'è più tempo da perdere. Il papa l'ha detto più volte, l'ha gridato l'anno scorso davanti all'immagine di Fatima: liberaci dalla guerra nucleare, da un'autodistruzione incalcolabile, liberaci dal tentativo di voler affossare la verità stessa di Dio...! Qui sta il pericolo... Sta nel peccato, nell'uomo che oggi ha barattato con satana e fa tutto quello che satana dice: televisione, giornali, pornografia, immoralità in tutti gli angoli, ormai è abitudine accendere un canale, il secondo, il terzo il quarto e via.
Convertiamoci! Che siano officine le nostre case per le anime sgangherate! Pregate: lodi, rosario, vespri, compieta, messa, ogni giorno, coi poveri, con quelli che, erano emarginati, buttati lì, dimenticati, scappati da lontano, cioè fuggiti.
C'è un'altra parola da dire: infine il mio Cuore Immacolato trionferà! anche se è preceduto da "varie nazioni non esisteranno più". E' colpa di tutti, è il peccato che produce quest'autodistruzione.
DOMENICO: -- Ma dell'opera tua non ci hai parlato ancora, io sono curioso di sapere qualcosa di più.
Fr ETTORE: -- Ma ho parlato fino adesso! Prima di tutto il Regno di Dio, tutto il resto vi sarà dato in più: è stata la prima parola che ho voluto scrivere nel cuore e poi vivere con questi poveri e mi è andata bene anche se ho incontrato...
DOMENICO: -- Senti, facciamo qualche cifra se non ti dispiace. Quanti uomini hai avvicinato per la strada.
Fr ETTORE: -- Se noi calcoliamo tutti quelli che abbiamo avvicinato in questi 7 anni dovremmo parlare di decine di migliaia.
DOMENICO: -- Gente che non sapeva dove andare? -
Fr ETTORE: -- Oh! senza dubbio; il loro hotel è i margini della strada. Noi incontriamo il povero e lo accogliamo in casa nostra con naturalezza. Ah! non c'è tempo da perdere!
DOMENICO: -- Vogliamo far dire due parole a Isabella? A Isabella chiediamo la sua esperienza... Io quando sono stato lì, l'ho vista che faceva tutto, dava da mangiare, (lì c'erano 60-70 di questi anziani), accorreva alle loro richieste di vario genere, ecc. Ci puoi raccontare questa tua esperienza?
ISABELLA: -- Intanto non ero da sola, perché da sola non ce l'avrei fatta; noi siamo un gruppo di volontari. Io ho iniziato; è stata una chiamata. Ho lasciato tutto e sono andata, da un giorno all'altro, senza stare a pensarci molto, senza meditare su questo cammino che avrei intrapreso. Questo lasciare tutto, è chiaro, che ha comportato poi delle difficoltà di adattamento al tipo di vita più movimentata, più dura, più difficile. La vita comunitaria, l'incontro con le persone che hanno più problemi di quelli che ho io e quindi c'è voluto parecchio tempo perché mi adattassi. Ormai sono passati tre anni e io sono contenta.
DOMENICO: -- Senti, puoi dirci in breve com'è la tua giornata insieme a quella delle tue amiche -
ISABELLA: -- Noi facciamo in tutto e per tutto vita uguale a quella dei poveri con cui viviamo. Ci alziamo al mattino e subito il primo pensiero è al Signore, soprattutto lì al rifugio dove abbiamo presente l'Eucaristia, lì al dormitorio. Il nostro primo richiamo è al Signore: facciamo una breve preghiera, poi si fanno le pulizie, si riordina un po' quella specie di sala e poi subito insieme dichiamo le Lodi.
Al rifugio ci sono parecchi ragazzi stranieri che vivono l'emarginazione a Milano e cerchiamo di sensibilizzare anche loro alla preghiera. Ci sono anche parecchi mussulmani, per cui diamo spazio anche al loro modo di pregare.
Quindi facciamo la colazione e dopo questi si allontanano: c'è chi va a cercare lavoro, chi fortuna e chi rimane ad aiutarci nel riordino, nelle pulizie, in cucina per preparare il pranzo.
Ci si ritrova tutti a mezzogiorno e c'è un altro momento di preghiera molto forte che è la preghiera del rosario. Qui abbiamo visto che tutti i fratelli di tutte le lingue sono riusciti a concordare in quest'unica preghiera; ormai sono decine di fratelli che magari non sanno dire una parola in italiano, però conoscono l'Ave Maria.
Al momento del pranzo dobbiamo distribuire il mangiare: il pranzo e la cena sono i momenti più duri perché dobbiamo controllare un sacco di persone, contemporaneamente alla distribuzione del cibo.
Anche per questo non è che facciamo tutto noi (sarebbe impossibile). Ci danno una mano anche loro e ci teniamo che siano loro a distribuire.
Da Gennaio abbiamo iniziato a fare adorazione continua per tutto il pomeriggio, quindi c'è anche questo impegno. Logicamente a turno. Anche questo è bello perché non è soltanto una cosa nostra... ma anche questo è messo in comune con i poveri, con quelli che accettano e che sono più disponibili. Anche loro a turno fanno l'adorazione e poi, nel pomeriggio, ci sono da portare avanti tutti i lavori della cucina, varie commissioni che son da fare fuori, vari impegni... Ci si ritrova poi verso le sei e tutte le sere c'è la Messa, ci sono i vespri. Prima parlavamo proprio della difficoltà nel trovare Sacerdoti che ogni giorno siano disponibili a venire a celebrare al rifugio e anche nelle altre comunità. Infatti facevamo il calcolo che in questa settimana quasi ogni giorno in ogni comunità dobbiamo spendere intorno alle 15 telefonate per trovare un sacerdote che venga. Per questo cerchiamo un sacerdote che sia disposto a dare il suo tempo ai poveri.
DOMENICO: -- Vuole essere un invito, questo?
ISABELLA: -- Eh, sì! Proprio perché qui ci sono tanti sacerdoti...
DOMENICO: -- Volevo chiedere se ci presenti Fratel Ettore così come lo vedi tu e poi gli amici che stanno alla tua destra. Chi è per te Fratel Ettore?
ISABELLA: -- Secondo me Fratel Ettore rappresenta un pò la figura del mediatore profetico, cioè di Colui che mi parla in nome di Dio. Di qui il mio seguirlo in questo servizio. Lo vedo come se Dio stesso attraverso di lui mi avesse fatto conoscere qual'è il cammino che dovevo fare. Solo che a volte è un pò difficile stargli dietro. Beh! Lui lo sa.
Loro, gli amici, sono due ragazzi che sono capitati al rifugio e si sono dati subito da fare e ora collaborano con noi in questo servizio agli altri.
DOMENICO: -- Chiediamo a questo ragazzo chi è, che cosa fa e come è capitato al rifugio.
UN RAGAZZO COLLABORATORE: -- Io sono capitato a Milano per ragioni di lavoro; poi non trovando lavoro, ho saputo che c'era la comunità di Fratel Ettore che ospitava.
Siccome non avevo soldi per andare avanti, allora sono andato lì e mi sono reso conto che veramente c'era parecchio da fare. Lavoro ce n'era, non avevo bisogno che lo andassi a cercare fuori e così ho incominciato. Naturalmente i primi giorni sono stati duri e difficili, perché non conoscendo Isabella, Tiziana e gli altri collaboratori è stata un pò dura; poi mi sono accorto che il loro esempio mi dava la forza di andare avanti. Siamo tutti uniti e rispettosi; naturalmente ci deve essere uno che dirige, e cerchiamo di fare quello che dice Fratel Ettore. Noi collaboratori riusciamo ad andare avanti, come giustamente diceva prima Isabella, proprio grazie a quei momenti di preghiera.
DOMENICO: -- Vuoi dire una parola anche tu? -
UN ALTRO RAGAZZO: -- Io sono calabrese e sono arrivato a Milano su per giù nelle stesse condizioni del mio fratello qua. Come prima cosa, ringrazio Dio di trovarmi qua per la prima volta e ringrazio tutti voi intervenuti e poi un particolare grazie per aver trovato in Fratel Ettore un secondo padre, insieme a tutti i miei fratelli incominciando da Isabella e gli altri collaboratori che mi hanno fatto intraprendere una strada che io non conoscevo e ho scoperta troppo tardi. Ringrazio Dio: meglio tardi che mai.
DOMENICO: -- Ci sarebbe un altro fratello.
(Si alza un anziano iugoslavo che ora vive al rifugio e racconta la sua storia molto sofferta e poi canta l'Ave Maria).
DOMENICO: -- Ed ora Fratel Ettore concludi.
Fr ETTORE: -- Vedete, questi sono i veri miracoli del diffondere l'amore di Dio tra i poveri. Non per niente il Signore diceva: annunciate ai poveri! Anche poveri così, materialmente poveri. Noi vogliamo distinguere tra povertà e miseria. State attenti e pensate che è una condizione evangelica: "Beati i poveri in spirito". Alla povertà bisogna unire anche "in spirito", se no non vale niente.
La miseria va combattuta: quanti ne abbiamo nel mondo che muoiono di fame... La miseria va combattuta, ma come? Sulle nostre tavole non finiamo più di portare, non finiamo più di mangiare e tante volte bisogna che andiamo a far togliere il colesterolo, l'arteriosclerosi ecc. e gli altri intanto muoiono di fame. Ci credete che noi abbiamo mandato tonnellate di cibi all'estero: in Africa, in Polonia? Abbiamo mandato via decine di milioni attraverso la Caritas, il Papa, il nostro Generale, quando c'è stata fame nella Cambogia: decine di milioni, noi che viviamo di Provvidenza.
Quello che riusciamo a risparmiare lo destiniamo agli altri.
L'ultimo minuto lo diamo alla Madonna, ci alziamo in piedi... Dico inoltre ai sacerdoti: non dite mai ai fedeli di ascoltare la Messa solo alla domenica, dite che la Messa è continua giorno e notte, la Messa di Cristo: la messa è una e non è finita, è continua.
E ora diciamo una decina del rosario, cantando l'ultima Ave Maria.