Datemi le vostre sofferenze

 

1. È con particolare commozione che rivolgo a voi la parola in questo momento che precede la celebrazione della Santa Messa presso questo Santuario dell'Amore Misericordioso. Desidero esprimervi, innanzitutto, il mio affetto, testimoniarvi il mio apprezzamento ed esortarvi a perseverare con coraggio nella via difficile, sulla quale vi ha posto la provvidenza di Dio che, se appare spesso misteriosa nei suoi disegni, è però sempre mossa da amore infinitamente sapiente e premuroso.
Nel Vangelo sono frequenti gli accenni agli incontri di Gesù con persone ammalate. Egli non restò indifferente di fronte a nessuna situazione di umana sofferenza, ma ebbe per tutte un gesto di aiuto e una parola di conforto. Questo suo atteggiamento si è trasferito nella Chiesa, la quale ha imparato da Lui ad amare gli ammalati e ad adoperarsi per portare ad essi, insieme con la parola illuminatrice della fede, l'aiuto concreto che le circostanze rendevano possibile.

2. Voi comprendete, dunque, perché il Papa desideri incontrarsi con chi soffre e senta come suo particolare dovere quello di recare a ciascuno la rinnovata attenzione dell'amore di Dio e il fervido invito a ravvivare la speranza. La sofferenza, da quando Cristo l'ha presa su di sé, ha assunto un valore inestimabile: è divenuta sorgente di energia salvatrice per la persona che la sopporta e per l'intero genere umano.
Consentitemi, pertanto, di dire anche a voi che conto molto sul contributo che voi potere dare alla causa del Regno di Cristo nel mondo. La liturgia già ci invita, oggi, a meditare sulla natura e sulle sorti di questo Regno. Orbene, come sapete, Gesù non l'ha conquistato con la forza, né ha affidato il suo futuro alla violenza delle armi. Regnavit a ligno Deus - Dio ha regnato dalla Croce!
È con la sofferenza e con la morte che Gesù ha vinto le forze del male, ribaltando la situazione disperata in cui si trovava l'umanità e conquistando ad ogni figlio di Adamo il diritto di essere cittadino di quel Regno di amore e di libertà che, preannunciato quaggiù nella Chiesa, avrà la sua piena attuazione nel Cielo.

3. La morte in Croce di Cristo ha segnato per sempre la storia umana: ormai, nel drammatico scontro tra bene e male, di cui essa è scenario e testimone, il contributo più valido all'affermarsi delle forze del bene non potrà essere dato che dalla sofferenza accolta ed offerta in amorosa comunione con Figlio di Dio, che sull'altare rinnova l'immolazione suprema attuata "una volta per tutte" sul Golgota.
Come non riflettere su questa dimensione misteriosa ed affascinante della partecipazione umana alla redenzione, ora che stiamo per iniziare la celebrazione dell'Eucarestia, in cui Gesù sarà ancora fra noi nella realtà della sua Pasqua di morte e di resurrezione?
Datemi le vostre sofferenze, Fratelli e Sorelle! Le porterò all'altare, per offrirle a Dio Padre in unione con quelle del Figlio suo unigenito e per implorare, in nome anche di esse, pace per la Chiesa, comprensione reciproca fra le nazioni, l'umiltà del pentimento per chi ha peccato, la generosità del perdono per chi ha subito offesa, per tutti la gioia di una rinnovata esperienza dell'amore misericordioso di Dio. La Vergine Santissima, che "stava presso la Croce di Gesù" (cfr. Gv. 19,25) mentre Egli moriva per noi, susciti nei nostri cuori sentimenti adatti per quest'ora di luce e di grazia. Amen.

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ultimo aggionamento 28 febbraio, 2005