La vostra vocazione riveste un carattere di viva attualità
Carissimi Fratelli e Sorelle,
All'inizio di questo desiderato incontro con voi, Ancelle e Figli dell'Amore Misericordioso, amo rivolgervi le parole di San Paolo ai Corinzi: "Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre Misericordioso e Dio di ogni consolazione" (2 Cor 1,3).
La consolazione, che procura al mio cuore questo pellegrinaggio, è certamente anche la vostra, derivante dalla certezza di essere fedelmente accolti dalla bontà divina, anche "in ogni nostra tribolazione". Se Dio ed il suo Amore sono per noi la consolazione che nessuno può sottrarci - "nessuno vi potrà togliere la vostra gioia" (Gv 16,22) - siamo chiamati al tempo stesso ad alimentare in noi la sollecitudine insopprimibile di partecipare a tutti un tale amore.1. Per liberare l'uomo dai propri timori esistenziali, da quelle paure e minacce che sente incombenti da parte di individui e Nazioni, per rimarginare le tante lacerazioni personali e sociali, è necessario che alla presente generazione - alla quale pure si estende la Misericordia del Signore cantata dalla Vergine Santissima (cfr. Lc 1,50) - sia rivelato "il mistero del Padre e del suo amore". L'uomo ha intimamente bisogno di aprirsi alla misericordia divina, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza della sua natura ferita; egli necessita di essere fermamente convinto di quelle parole a voi care e che formano spesso l'oggetto della vostra riflessione, cioè che Dio è un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli; li cerca e li insegue con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro. L'uomo, il più perverso, il più miserabile ed infine il più perduto, è amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un padre ed una tenera madre.
2. Da questi brevi cenni risulta che la vostra vocazione sembra rivestire un carattere di viva attualità. E' vero che la Chiesa, durante i secoli, mediante anche l'opera dei vari Ordini e Congregazioni Religiose, ha sempre proclamato e professato la misericordia divina, essendone amministratrice sollecita in campo sacramentale ed in quello dei rapporti fraterni, ma vorrei rilevare soltanto che la vostra speciale professione attinge direttamente il nucleo di una tale missione, e vi abilita istituzionalmente ad esercitarla.
Lo spirito del vostro Istituto, il quale reca con sé il fervore degli inizi, si esprime in una pietà solida, in una disinteressata dedizione ed in un ardente impegno apostolico, come ne fanno fede le grandiose costruzioni sorte in pochi decenni attorno a questo Santuario, e le folle che qui accorrono per rinnovare ed accrescere la propria vita cristiana.
Desidero esprimere il mio compiacimento per quanto viene compiuto nel campo dell'assistenza e della santificazione del clero diocesano. Tale compito rientra nel fine specifico della Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso, per la cui realizzazione le Ancelle prestano la loro delicata collaborazione. Si legge infatti, nel Libro delle Usanze che traduce in pratica le Costituzioni: "aiuteranno i Sacerdoti in tutto, più con i fatti che con le parole", e tutto ciò con spirito di lieta e generosa dedizione. Un particolare impegno viene esercitato per incoraggiare tra i Sacerdoti diverse e progressive forme di una certa vita comune (cfr. Decr. Presb. Ord. 8).
Le Ancelle, d'altra parte, svolgono nelle loro Case tutta una serie di provvide assistenze che testimoniano una generosa elasticità nell'adattamento alle esigenze caritative dei luoghi ed alle domande dell'Autorità ecclesiastica.3. Ed ora, cari Fratelli e Sorelle, vorrei rivolgervi una viva esortazione ad essere saggiamente fedeli alla vostra vocazione.
Consapevoli della necessità che l'uomo moderno ha di incontrarsi con l'amore del "Padre delle misericordie", e lieti di essere consacrati alla diffusione di un tale amore, offrite, anzitutto, nell'ambito della vostra grande Famiglia, una testimonianza serena e convincente di carità fraterna. "Congregavit vos in unum Christi amor": è Cristo Signore che si è interessato a ciascuno di voi e vi ha riuniti in Congregazioni distinte, ed in un'unica Famiglia, per compiere, con differenti modalità, lo stesso cammino di perfezione, nello svolgimento della missione evangelizzatrice. Il compito di proclamare la misericordia del Salvatore richiede una testimonianza probante di unione, di scambievole amore misericordioso come Gesù stesso ha esortato con la forza tragica della sua ultima ora: "Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati" (Gv 15,12). Tale amore fraterno è in se stesso una prova ed una evangelizzazione della misericordia: "Siano anch'essi una sola cosa in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17,21).
Per costruire l'anima, prima ancora che le strutture di una Congregazione, è necessario realizzare un amore che richiede spesso sacrificio e rinuncia personale, in sintonia con quanto testimoniato da Cristo, soprattutto sol suggello della sua estrema donazione.
Tale richiamo suggerisce l'invito ad approfondire sempre di più le radici del vostro spirito di Famiglia, mediante una immedesimazione intensa nei sentimenti di Cristo Crocifisso e di Cristo Eucarestia, le cui immagini recate nel vostro emblema: "abbiate in voi gli stessi sentimenti che erano in Gesù Cristo... che umiliò se stesso... fino alla morte di croce" (Fil 2,5-8).
Non è possibile essere Araldi della Misericordia senza l'assimilazione intensa del senso e del valore delle estreme donazioni di un amore divino infinitamente più potente della morte: il Crocifisso e l'Eucarestia; di un amore inesauribile, "in virtù del quale il Signore desidera sempre unirsi ed immedesimarsi con noi, andando incontro a tutti i cuori umani", come scrivevo un anno fa nella lettera Enciclica "Dives in Misericordia" (n. 13), che voi vi proponete di ricordare tra pochi giorni con un solenne convegno internazionale.
Nella contemplazione di un tale amore, è meno difficile resistere ad un'aura secolarizzante che, sotto il pretesto di un certo tipo di presenza nel mondo, potrebbe aver impoverito la fede e reso meno viva la fiducia e meno soprannaturale la carità; è più facile alimentare il buono spirito trasmessovi, per realizzare in voi la beatitudine dei "misericordiosi", al fine non solo di ottenere, ma anche di irradiare misericordia.
Questo Santuario voluto per esaltare e continuamente celebrare i tratti più squisiti dell'Amore Misericordioso, consideratelo come costante punto di riferimento culla della vostra vocazione, centro e segno della vostra particolare spiritualità. In esso sia sempre proclamato il lieto annunzio dell'Amore Misericordioso, mediante la Parola, la Riconciliazione e l'Eucarestia. E' parola evangelica quella che voi pronunciate per confortare e convincere i fratelli circa l'inesauribile benevolenza del Padre celeste. E' rendere possibile l'esperienza di un amore divino più potente del peccato, l'accogliere i fedeli nel Sacramento della Penitenza o Riconciliazione, che so qui amministrato con costante impegno. E' rinvigorire tante anime affaticate e stanche, alla ricerca di un ristoro che rechi dolcezza e robustezza nel cammino, offrire loro il Pane Eucaristico.
Tale sublime ministero della Misericordia, come pure ogni vostra aspirazione ed attività, affido a Maria Santissima, da voi venerata sotto il titolo di Mediatrice, invocandola con fervore, affinché voglia maternamente propiziare ed affrettare per voi il dono del suo Figlio Gesù e, d'altra parte, la vostra piena apertura verso di Lui.
La mia esortazione ed il mio saluto raggiungano ugualmente quanti, Ancelle e Figli delle varie Comunità d'Italia, di Spagna e di Germania, non sono qui presenti, con particolare pensiero di conforto e di incoraggiamento per le due giovani Comunità missionarie del Brasile. Auspico alla vostra cara Madre Fondatrice, che è qui in mezzo a voi, di vedervi tutti decisamente incamminati verso la santità, secondo le sue aspirazioni materne.
Rivolgo poi un particolare saluto, beneaugurante letizia e prosperità cristiane, ai vostri amici ed a quanti sostengono le vostre iniziative apostoliche, mentre imparto a tutti ed a ciascuno la mia affettuosa Benedizione Apostolica.
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28 febbraio, 2005