Dal Santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza, in sintonia con il cammino di tutta la Chiesa, desideriamo avviarci verso l'evento straordinario e significativo che il Santo Padre sottolinea nella sua Lettera Apostolica "Tertio Millennio Adveniente" (TMA). In questo anno 1997, tutta la Chiesa è invitata ad una "riflessione su Cristo, Verbo del Padre, fattosi uomo per opera dello Spirito", così da "porre in luce, il carattere spiccatamente cristologico del Giubileo che celebrerà l'Incarnazione del Figlio di Dio, mistero di salvezza per tutto il genere umano" (TMA, 40). É certo che "i duemila anni dalla nascita di Cristo rappresentano un Giubileo straordinariamente grande non soltanto per i Cristiani, ma indirettamente per l'intera umanità, dato il ruolo di primo piano che il cristianesimo ha esercitato in questi due millenni. Significativamente il computo del decorso degli anni si fa quasi dappertutto a partire dalla venuta di Cristo nel mondo, la quale diventa così il centro anche del calendario oggi più utilizzato. Non è forse anche questo un segno del contributo impareggiabile recato alla storia universale dalla nascita di Gesù di Nazaret?" (TMA, 15).
Fin dall'Antico Testamento, con l'espressione "Giubileo" si voleva indicare un evento "sacro", un evento di "gioia" in cui era ristabilita la giustizia, era concessa la liberazione dalla schiavitù. Quindi si traduceva in una gioia esteriore e non solamente una gioia sperimentata nell'intimo, poiché la venuta di Dio è un evento "esteriore, visibile, udibile e tangibile" (cfr. TMA, 16). "Gesù, - scrive Madre Speranza - è la stessa gioia, prosperità e libertà" (Elpan 2, 78).
Il Giubileo ci ricorda il grande evento dell'Incarnazione del Figlio e del Suo dono totale per la salvezza del mondo; un dono che ogni giorno si rinnova nella, per e con la Chiesa in quello che è il culmine di ogni Sacramento: l'Eucaristica. Qui, Cristo rinnova la sua offerta ed invita ogni uomo a "far memoria" e a partecipare a questo evento, alla sua stessa missione, a diventare araldo di questo grande messaggio d'amore con un annuncio coerente e credibile del Vangelo, con parole e opere che sgorghino da una santità di vita.
Prolungando il mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio, Apostolo del Padre e principio di ogni missione, la Chiesa è la serva del suo amore instancabile per ogni uomo, affinché tutti costituiscano una sola famiglia e un solo popolo di Dio. Essa "vive una vita autentica quando professa e proclama la misericordia - il più stupendo attributo del Creatore e del Redentore - e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia del Salvatore, di cui essa è depositaria e dispensatrice" (DM, 13).
Il Papa invita ogni cristiano a ringraziare per i "frutti di santità maturati nella vita di tanti uomini e donne che in ogni generazione ed in ogni epoca storica hanno saputo accogliere senza riserve il dono della Redenzione" (TMA, 32).
Anche Madre Speranza, secondo il carisma affidatole dal Signore e sancito dalla Chiesa, ha desiderato ricordare e trasmettere al mondo l'"annuncio" che racchiude in sé una "grande gioia": l'infinita misericordia di un Dio che è Padre; che gioia "poter chiamare Padre tutto un Dio" che, in Cristo, ci rende fratelli!