Gesù stesso, nella sinagoga di Nazaret, leggendo il passo di Isaia, proclama: "Lo Spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di misericordia del Signore" (Is 61, 1-2). In Gesù "è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini" (Tt 2, 11). Nel Verbo fatto carne avviene l'incontro definitivo della Misericordia divina con la miseria umana, da Lui assunta fino in fondo. In Lui ci viene rivelato il cuore misericordioso del Padre. In Gesù scopriamo che il Padre ama tutti senza distinzione in modo singolare e personale. Se in lui esistessero delle preferenze sarebbero per i più bisognosi della sua misericordia. "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati" (Mc 2, 17).

Dio - scrive Madre Speranza - è un "Padre pieno di bontà che ricerca con tutti i mezzi il modo di confortare, aiutare e far felici i suoi figli, che li segue e li cerca con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro" (Diario, 5.11.1927). Lei ha voluto farsi eco di questo incredibile amore di Dio per l'uomo, un amore che va oltre ogni logica umana; Egli ama soltanto perché vuole darsi all'uomo per portarlo a quella pienezza di vita per cui lo ha creato: la comunione con Sé che è l'Amore: "Io paragono l'amore di Gesù con il cuore umano che manda il sangue fino alle estremità del corpo protando la vita anche agli organi più piccoli. I palpiti dell'Amore Misericordioso fanno altrettanto. Il cuore di Gesù batte con amore immenso per tutti gli uomini... Così dove essere un cuore cristiano... deve essere grande come il mondo" (El Pan 2, 68-69) .

Madre Speranza, che ha amato definirsi "portinaia del Buon Gesù", negli oltre 30 anni trascorsi all'ombra del Santuario, ebbe una attenzione particolare nello svolgere questa sua missione: "Notte e giorno, ripeto continuamente al Signore: "Signore, tu che attendi con tanto amore e misericordia le anime..., Tu che vai sempre in cerca di quelle pecore che, di quando in quando, brucano tra le erbe proibite e velenose..., va in cerca, Signore, di quelle... che hanno avuto la disgrazia di sviarsi un po', affinché vengano al Santuario dove Tu le aspetti" (Exh. 28.12.1959).

Al Santuario, ogni pellegrino dovrebbe sperimentare la gioia del perdono, l’abbraccio di un Padre non sdegnato per l’ingratitudine dei suoi figli ma solo desideroso di far festa per il loro ritorno. Puntuale, allora, la sintonia anche con quanto il Santo Padre scrive in occasione del Giubileo: "la gioia di ogni Giubileo è in particolare modo una gioia per la remissione delle colpe, la gioia della conversione" (TMA, 32).