Il crocefisso dell’Amore Misericordioso

Il grande Crocefisso in legno policromo opera dell'artista Cullot Valera. Nell'anno 1955 Madre Speranza realizzò la Cappella dell'Amore Misericordioso e il 30 settembre 1959 l'allora Vescovo di Todi Mons. Alfonso Maria De Sanctis decretava canonicamente il riconoscimento del Santuario. Il Crocefisso accoglie con le Sue grandi braccia spalancate, guarda serenamente ed esorta alla confidenza e alla fiducia. Parla di amore il rosso del prezioso rivestimento dell'abside: si tratta di padouck, un legno tropicale dalla calda tonalità. Il Crocifisso è una scultura lignea policroma, opera dell'artista Cullot Valera. È l'immagine che rappresenta Gesù Amore Misericordioso. La croce ricorda il sacrificio del calvario; l'ostia bianca il quotidiano rinnovamento di quel sacrificio sull'altare. Numerose fiammelle rendono l'atmosfera satura di misticismo.

Il Crocifisso è una scultura lignea policroma, opera dell’artista Cullot Valera. È l’immagine che rappresenta Gesù Amore Misericordioso. La croce ricorda il sacrificio del calvario; l’ostia bianca il quotidiano rinnovamento di quel sacrificio sull’altare. La croce è issata su un globo, il mondo, che sorregge anche una corona regale e un libro aperto, il vangelo. Sul libro c’è scritto: «Amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato» e sul cuscino che regge la corona c’è scritto: «Sei, o Cristo, il Re della gloria». Gesù, l’Amore Misericordioso, vuol regnare sul mondo portandovi l’amore. È caratteristica l’espressione del volto che trasfonde tanta serenità pur in mezzo a dolore e sofferenze. Rappresenta Gesù ancora vivente in croce, con lo sguardo al cielo, come in atto di supplica al Padre: «Padre perdonali». Sul petto si scorge il cuore, rosso e sormontato da una scritta: Charitas.

Lo scultore spagnolo Cullot Valera nel 1930 ebbe l'incarico di scolpire un Crocifisso nel quale fosse evidente non tanto lo strazio della croce quanto l'amore che ha portato Gesù sulla croce per annientare i nostri peccati col suo sangue.

Per esprimere questo, Gesù è rappresentato:

  1. ancora vivente; col corpo non straziato né accasciato ma dritto, in atteggiamento di vittima volontaria; col volto che trasfonde tanta serenità pur in mezzo a dolori e sofferenze; con lo sguardo rivolto al cielo mentre dice al Padre: «Perdonali, perché non sanno quello che fanno»; col cuore dipinto sul petto con la scritta Charitas (Amore).
  2. L'ostia dietro alla croce è l'Eucaristia dei nostri altari sui quali ogni giorno il Signore rinnova il sacrificio della croce e dà a noi in cibo se stesso, segno di un amore portato fino all'incredibile.
  3. II globo su cui poggia la croce sta a indicare l'universalità dell'amore salvifico di Dio; Cristo infatti è morto per salvare il mondo intero.
  4. La corona regale sopra il globo ricorda che Cristo è un Re che regna dalla croce perché, attirandoci tutti a Sé con la sua morte e risurrezione, ha fatto di noi il popolo dei figli di Dio, il regno dell'amore e dell'immortalità.
  5. II libro sul lato sinistro è il Vangelo, aperto alla pagina ove si legge: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato». La pratica del comandamento nuovo`è il segno dell'appartenenza al regno di Dio: «Da questo vi riconosceranno che siete miei seguaci».

 

Cristo, manifestazione dell'amore del Padre, è amore misericordioso, perché è l'amore di Dio che si incontra con la miseria dell'uomo. «Cristo, appunto come Crocifisso, è il Verbo che non passa, è colui che sta alla porta e bussa al cuore di ogni uomo, senza coartarne la libertà, ma cercando di trarre da questa stessa libertà l'amore, che è non soltanto atto di solidarietà con il sofferente Figlio dell'uomo, ma anche, in certo modo, "misericordia" manifestata da ognuno di noi al figlio dell'Eterno Padre» (DM, cap. V, p. 34).

Dio ha progressivamente educato il suo popolo a passare dai sacrifici cruenti e materiali al sacrificio di oblazione spirituale che, in Gesù, culmina nella sua totale disponibilità al più grande sacrificio che è l'offerta di se stesso per la salvezza degli uomini.

Il sacrificio del cristiano s'inserisce nel sacrificio di Cristo. «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rom 12, 1-2).

E Madre Speranza commenta: «... quando un'anima religiosa, mossa dalla carità e dallo zelo per le anime, si offre a Gesù quale vittima propiziatoria, Egli accetta la sua offerta, benedice il suo zelo e con grande interesse chiede la sua mediazione, e la stimola a chiedergli con confidenza la salvezza dei poveri peccatori» (El pan 2, 97).

 

Questo messaggio spirituale dai complessi risvolti teologici è stato plasticamente espresso da Madre Speranza, non senza una precisa illuminazione, nel Crocifisso dell'Amore Misericordioso, opera pregevole dello scultore spagnolo Lorenzo Coullot Valera.

Il Cristo vi è raffigurato non tanto nello spasimo del supplizio o nel pallore della morte, quanto nella regale serenità di Colui che, innalzato da terra, attira tutti a sé con la forza del perdono. Lo sguardo infatti è rivolto al cielo, in atteggiamento supplice: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno!» (Lc 23,34). L'immagine inoltre è corredata da vari simboli che pongono la Croce in stretta relazione con la signoria universale del Cristo, vero Re della gloria; con il Comandamento nuovo dell'amore, frutto della misericordia ricevuta; e con l'Eucarestia segno e strumento della perfetta comunione con il Padre e con i fratelli.

La centralità attribuita al Crocifisso serve a far comprendere che l'Amore Divino è misericordioso per il fatto stesso che si è offerto e immolato per noi non quando eravamo meritevoli di qualcosa, ma mentre eravamo ancora peccatori (cf Rm 5,8), vincendo così l'abbondanza del nostro peccato con la sovrabbondanza della sua grazia (cf Rm 5,20). Questa connotazione misericordiosa che il Padre ha manifestato in pienezza nel Figlio crocifisso, perdura nel tempo ed è valida per ogni uomo, fosse pure il «più perverso, il più abbandonato e miserabile». Infatti, le diverse forme di miseria che affliggono la vita dell'uomo (miseria materiale, fisica e morale) non limitano la misericordia ma la attraggono, così come la malattia non scaccia il medico, ma lo interpella e lo coinvolge.

 

Per un maggiore approfondimento della dottrina e dell’immagine del Crocefisso dell’A.M. cfr.:

  • Note di storia 10 – I 50 anni del Santuario "... preparati da Dio con una lunga storia"

  • Note di storia 11 – I 50 anni del Santuario "... preparati da Dio con una lunga storia"

  • Note di storia 12 – I 50 anni del Santuario "... preparati da Dio con una lunga storia"