Il Crocefisso
nostro libro di meditazione
E una meditazione di Padre Gino Capponi fam, morto il 10 novembre 1995, sul Crocefisso, riproposta a un gruppo di sacerdoti nel gennaio del 1993; è con lo stile simpatico e di dialogo proprio del Padre Gino. Il 28 gennaio, festa liturgica di san Tommaso dAquino (1225-1274) la Liturgia delle Ore, nellUfficio delle Letture, ripresenta un commento di san Tommaso al Credo, nel quale sottolinea che nessun esempio di virtù è assente dalla croce di Gesù. Il Padre Gino ci fa la sua riflessione.
Il commento di san Tommaso dAquino
Fu necessario che il Figlio di Dio soffrisse per noi? Molto, e possiamo parlare di una duplice necessità: come rimedio contro il peccato e come esempio nellagire.
Fu anzitutto un rimedio, perché è nella passione di Cristo che troviamo rimedio contro tutti i mali in cui possiamo incorrere per i nostri peccati.
Ma non minore è lutilità che ci viene dal suo esempio. La passione di Cristo infatti è sufficiente per orientare tutta la nostra vita.
Chiunque vuol vivere in perfezione non faccia altro che disprezzare quello che Cristo disprezzò sulla croce, e desiderare quello che egli desiderò. Nessun esempio di virtù infatti è assente dalla croce.
Se cerchi un esempio di carità perfetta, ricorda: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15, 13).
Questo ha fatto Cristo sulla croce. E quindi, se egli ha dato la sua vita per noi, non ci deve essere pesante sostenere qualsiasi male per lui.
Se cerchi un esempio di pazienza, ne trovi uno quanto mai eccellente sulla croce. La pazienza infatti si giudica grande in due circostanze: o quando uno sopporta pazientemente grandi avversità, o quando si sostengono avversità che si potrebbero evitare, ma non si evitano.
Ora Cristo ci ha dato sulla croce lesempio delluna e dellaltra cosa. Infatti "quando soffriva non minacciava" (1 Pt 2, 23) e come un agnello fu condotto alla morte e non aprì la sua bocca (cfr. At 8, 32). Grande è dunque la pazienza di Cristo sulla croce: "Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando lignominia" (Eb 12, 2).
Se cerchi un esempio di umiltà, guarda il crocifisso: Dio, infatti, volle essere giudicato sotto Ponzio Pilato e morire.
Se cerchi un esempio di obbedienza, segui colui che si fece obbediente al Padre fino alla morte: "Come per la disobbedienza di uno solo, cioè di Adamo, tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per lobbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti" (Rm 5, 19).
Se cerchi un esempio di disprezzo delle cose terrene, segui colui che è il re ed il Signore dei signori, "nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza" (Col 2, 3). Egli è nudo sulla croce, schernito, sputacchiato, percosso, coronato di spine, abbeverato con aceto e fiele.
Non legare dunque il tuo cuore alle vesti ed alle ricchezze, perché "si son divise tra loro le mie vesti" (Gv 19, 24); non agli onori, perché ho provato gli oltraggi e le battiture (cfr. Is 53, 4); non alle dignità, perché intrecciata una corona di spine, la misero sul mio capo (cfr. Mc 15, 17) non ai piaceri, perché "quando avevo sete, mi han dato da bere aceto" (Sal 68, 22).
(Dalle "Conferenze" di san Tommaso dAquino, sacerdote - Conferenza sopra il "Credo in Deum")
La meditazione di padre Gino - (Gennaio 1993)
Penso ancora alla Madre. Se ha messo in onore davanti alla gente che punta sullAmore Misericordioso, il Crocifisso, significa che lei lha approfondito, se ne è servita.
Mi ha sempre fatto tenerezza, e qualche volta ne ho parlato con la Madre, pensare che a pochi passi da noi, alle porte di Todi, cè quel santo innamorato del Crocifisso, San Filippo che morendo andava cercando il libro, perché lui aveva letto le lezioni di Cristo sul Crocifisso, su Cristo in croce.
Quanti libri, quante storie, ma sì, per carità, non è che devi buttarli via, ma tante volte questo libro non so perché non si usa più.
S. Tommaso dAquino lha usato. Opportunamente la lettura del Breviario di San Tommaso proprio è sulla la lezione che a lui maestro ha dato il Crocifisso. Per cui davanti al Crocifisso Tommaso non è più maestro ma diventa alunno, scolaro.
Il grande Tommaso dAquino ha imparato da CRISTO CROCIFISSO.
Ecco. Dice: "Fu necessario che il Figlio di Dio soffrisse per noi? Molto: E possiamo parlare di una duplice necessità: come rimedio contro il peccato e come esempio nellagire".
Rimedio e esempio. Il rimedio è offrendo se stesso vittima al Padre. Quella offerta che noi in maniera perenne, continua, aggiornata, realizziamo nella s. Messa.
Rimedio: "Ecco lAgnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo".
E quante cose se tu lo valuti e ti estasi davanti al Crocifisso, quante cose il superficiale, colui che passa davanti e corre, non vede. Eccole.
CERCHI LUMILTA?
La Passione di Cristo è sufficiente per orientare la nostra vita. Unumiltà che in fondo ci sbalordisce perché si è fatto mettere in croce imbrattato di sputi, di sangue, di fango, disadorno, umiliato, riprovato, scomunicato. E questo è il VERBO. Il famoso Verbo. Il famoso Figlio di Dio. Il famoso Dio. Dio che muore.
CERCHI LA PERFEZIONE?
Quale? Quella di chi ama? Perché la perfezione è quella dellamore. Allora ascolta: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici". Ma è vero! Questo Gesù sulla croce ha dato la vita. Quindi se Egli ha dato la sua vita per noi, non ci deve essere pesante (ecco la lesione) sostenere qualche difficoltà per Cristo. Sono le difficoltà del nostro oggi. E noi tutti, mi ci sento dentro anchio, ci meravigliamo ancora di quella difficoltà, quellintoppo, quellincomprensione... Ingenui proprio! E non è che abbiamo cominciato oggi il nostro cammino spirituale! Allora saper guardare a Gesù Crocifisso è sostenere per Lui qualsiasi cosa contraria.
Impariamo ad essere gli afflitti delle Beatitudini, quella gente che sa soffrire e qui ritorna il discorso della dignità di Cristo. La dignità con la quale soffre.
Guarda con che dignità sta sulla croce, con che dignità, con che compostezza offrendosi al Padre, seminando amore: "Padre perdonali".
Come? Ma ti stanno ammazzando!
"Padre, perdonali".
Non ci vergogniamo di non riuscire a perdonare qualche volta, ancora? E abbiamo i nostri anni di battesimo, di vita cristiana! Dobbiamo spingere un pochino di più lacceleratore sul discorso del perdono.
"Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno". E il discorso ricco di amore che viene da quelle raccomandazioni che Cristo ha fatto "Amate, amate, amate i vostri nemico". Ama anche i tuoi avversari. Ama anche quelli che ti danno gomitate, anche quelli che ti pestano i piedi, anche quelli che storcono il naso davanti a te. Ama tutti.
CERCHI UN ESEMPIO DI PAZIENZA?
Nel Crocifisso ne trovi uno veramente eccellente. Perché ci stanno due modi di aver pazienza: uno si trova in una difficoltà e la prende e la porta con pazienza (ed è un fatto grosso?, cè però laltra eventualità per cui lavversità la potresti scansare. Non la scansi, perché la vuoi sopportare per amore di Gesù. Allora, sopportare quello che non si può allontanare e sopportare quello che potresti allontanare ma non lo allontani. Perché Gesù ha fatto così. Perché nella sua realtà umana e divina poteva non solo non andare in croce ma poteva scendere dalla croce (come dicevano quei manigoldi che stavano lì a insultarlo!).
Pensa che "quando soffriva non minacciava, come riferisce la prima lettera di S. Pietro, ma come un agnello nemmeno belava e nemmeno fiatava e sopportava nel silenzio". Se ha aperto la bocca Gesù in croce, lha aperta per parlare con Dio o con le persone che stavano vicino: "Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno" e a quel ladro famoso: "oggi sarai con me in Paradiso". Si interessa degli altri! Quello che conosceva e quelli che stanno morendo vicino a Lui.
E parla ancora con il Padre. "Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Quante volte sentiamo anche noi la solitudine, e non solo la solitudine ma anche labbandono. E da parte di Dio e da parte degli altri. Ci sentiamo soli, soli, soli, soli. Non ci fa caso nessuno! E dure, eh? Sarà vero? Lascia stare: limpressione è quella. Il Signore Gesù si è sentito isolato anche dal Padre. E ha gridato, e ha urlato la sua solitudine. Si è raccomandato: "Non mi abbandonare. Ho bisogno di Te". E quella tenerezza che non finisco mai di apprezzare, quella tenerezza per quel Giovanni e per tutti noi. Mentre sta soffrendo per il suo distacco anche dal Padre, adesso, in maniera eroica, si distacca anche dalla Madre: "Ecco tuo figlio". io parto, lui rimane. "Ecco tua madre".
Non ha niente addosso, si sente isolato dal padre, regala anche la Mamma: è solo.
Guarda che più ci pensi a Gesù Crocifisso e a come ha gestito la sua offerta, più rimani a bocca aperta e più hai voglia di addentrarti in quella che si chiama contemplazione.
Poi ha detto che aveva sete. Gli hanno dato aceto; sempre disprezzo, sempre sofferenza, sempre amarezza. Ma aveva proprio sete di acqua? Non lo so perché tutto quel sangue versato certo Gli avrà dato arsura. Ma se fosse che parlava di altra sete, cioè che aveva bisogno di te? Se aveva bisogno del tuo conforto, del tuo amore non tanto per Lui ormai ma per tutti quelli che soffrono, che ripetono la Passione di Cristo. Per cui vuole dirti: "da unocchiata attorno a te, guardati in giro, non invidiare chi sta meglio di te, non pensare a pavoneggiarti o ad arricchire magari culturalmente ma nemmeno spiritualmente solo per te stessa, ma pensa a chi sta peggio nel corpo o nello spirito: ho sete. Ho sete!".
Fa sempre impressione contemplare un Cristo che non ha riservato una goccia né niente per s+. Ha versato tutto il suo sangue e poi dopo la morte, dopo la ferita del centurione, ha versato anche lacqua. "Tutto è consumato". Ho speso tutto. Sono felice perché non mi potete rimproverare niente.
CERCHI UN ESEMPIO DI OBBEDIENZA?
Si è fatto obbediente al Padre fino alla morte. "Come per la disobbedienza di uno solo, cioè Adamo, tutti sono stati costituiti peccatori, così per lobbedienza di una solo tutti saranno costituiti giusti" (dalla lettera ai Romani).
Ci pensi alla ricchezza che Cristo ci ha dato? Attraverso questa sua obbedienza ormai Adamo è messo seduto, ormai lumanità che fa bizze, che fa capricci, che recalcitra davanti alla volontà di Dio, non ha più significato.
Ti accorgi che quando uno non abbocca a questo amore che porta con Cristo allobbedienza, non ha niente?
E sul Calvario dellobbedienza, guardando a Cristo Crocifisso cè da fare qualche passettino avanti. La Sua obbedienza ha portato la santità a noi, la tua obbedienza può portare la santità a te e agli altri.
CERCHI UN ESEMPIO DI DISPREZZO DELLE COSE TERRENE?
Lui era il Signore dei signori nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza. Guardalo, è Lui, è schernito, è sputacchiato, è percosso, è coronato di spine, è abbeverato di aceto e di fiele.
E la beffa delle beffe è che, siccome la veste era una bella veste tessuta dalla Mamma, per non dividerla, lhanno tirata a sorte. Un Cristo giocato! Ma dai! Pensaci!
Il Signore mi ha fatto balbettare queste parole, ha permesso, ha sopportato che pronunciassi queste parole per provocare in te, in me, in noi un desiderio di non finire qui la nostra contemplazione (chiamiamola così) su Gesù Crocifisso, sul nostro Amore Misericordioso. Tutto questo ci può essere utile per acquistare la sapienza della Croce che ci porta alla follia della Croce. Se noi guardiamo la Madre la troviamo sapiente e folle. Folle perché più pazza di lei nella ricerca della sofferenza non cè nessuno. Ecco allora perché vale la pena di mettersi davanti a un crocifisso qualunque o chiudere gli occhi e sognarcelo ma con una ricerca approfondita, calda, affettuosa, con la ricerca che uno fa della persona amata che ha sofferto per lui. Se Dio ha dato la vita per noi, anche noi dobbiamo dare la vita per gli altri.
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ultimo aggionamento 05 maggio, 2005