LE FASI DEL PROCESSO
Il Processo canonico per la Beatificazione
Trascorsi anche per Madre Speranza i cinque anni dalla morte, secondo il diritto della Chiesa, la Famiglia Religiosa dell’AM, tramite il Postulatore Padre Romualdo Rodrigo OAR, chiese al Vescovo di Orvieto-Todi, in data 8 febbraio 1988, di dare inizio alla fase diocesana del Processo di canonizzazione.
Mons. Grandoni, ottenuto il parere favorevole di tutti i Vescovi Umbri e il nulla osta della Santa Sede, in data 10 aprile 1988 decretò l’apertura della Causa, ed istituì un apposito Tribunale diocesano, affiancato da una specifica Commissione storica. E poco dopo, il 24 aprile 1988, presiedette la prima sessione del suddetto Processo, nella Cripta della Basilica di Collevalenza.
Iniziò così il lavoro processuale vero e proprio, durante il quale: si sono interrogati un centinaio di testimoni; si sono consultati una trentina di archivi; e si sono raccolti, oltre a tutti gli Scritti propri della Serva di Dio, anche una mole considerevole di altri documenti pertinenti con l’indagine.
La fase diocesana del Processo canonico durò poco meno di due anni; e si concluse con un’altra sessione presieduta da Mons. Grandoni nella Cripta della Basilica, il giorno 11 febbraio 1990. Nell’occasione egli appose i sigilli a tutto il materiale che era stato raccolto per la Causa e che constava precisamente di 52 volumi, rilegati e riprodotti in tre copie; e dispose che la copia originale fosse consegnata alla Curia diocesana di Orvieto-Todi, e che le restanti due venissero consegnate quanto prima alla Congregazione delle Cause dei Santi.
Trascorso un altro paio di anni, in data 12 giugno 1992, la stessa Congregazione: emanò il decreto di validità giuridica del Processo diocesano; restituì una copia dei 52 volumi consegnati in precedenza; e designò come Relatore della Causa il Sacerdote dell’Opus Dei, Mons. Josè Luis Gutierrez.
Poteva così iniziare la stesura della sintesi generale di tutto il materiale raccolto, la cosiddetta "Positio super virtutibus": la quale fu redatta in tre grandi volumi sotto la direzione operativa del suddetto Relatore; e venne consegnata al Dicastero dei Santi dopo appena un anno di tempo, il 12 giugno 1993.
Si trattava ora di attendere pazientemente il proprio turno nella lunga lista d’attesa dei Candidati Beati, per affrontare l’esame vero e proprio della Causa.
E l’esame vero e proprio si mise in marcia solamente otto anni dopo.
In un primo momento, la Positio fu esaminata per tre mesi da sette Consultori Teologi i quali, nella sessione dell’11 gennaio 2002, si espressero con voti unanimi e favorevoli (7/7). E immediatamente dopo, l’intera questione fu sottoposta alla valutazione di diversi Cardinali e Vescovi i quali, nel congresso del 5 marzo 2002, si pronunciarono ugualmente con voti concordi e affermativi.
Superate queste due fasi di giudizio, si giunse finalmente al Decreto sulle virtù, letto alla presenza di Giovanni Paolo II nella Sala Clementina, il 23 aprile 2002: esso offriva una sintesi della vita e dell’opera della Serva di Dio; descriveva la ricchezza della sua dimensione spirituale e morale; sanciva la eroicità delle sue virtù teologali e cardinali; e le attribuiva il titolo di Venerabile.
Erano trascorsi precisamente 19 anni dalla morte di Madre Speranza: un tempo sicuramente breve, se confrontato con la maggioranza delle altre Cause.
Ora mancava soltanto il sigillo finale di un miracolo che si fosse verificato dopo la morte della Venerabile e per sua intercessione. Ma nel frattempo, quel miracolo già era arrivato puntualissimo al suo appuntamento con la storia.
Il miracolo per la Beatificazione
Il protagonista del miracolo che sta portando Madre Speranza agli onori degli altari è un bambino, nato a Monza nel luglio 1998 e residente all’epoca con la sua famiglia a Cilavegna, nei pressi di Vigevano, provincia di Pavia.
Subito dopo la nascita e per un paio di mesi, egli fu alimentato tranquillamente con latte materno; poi, esaurito questo, si dovette usare latte di altra natura (vaccino, vegetale, chimico…). E proprio qui cominciarono i problemi...
Il bambino infatti, già a partire dal mese di ottobre, iniziò a manifestare le prime allergie a questi diversi alimenti, con disturbi ricorrenti a livello digestivo e dermatologico, e con fenomeni paralleli di agitazione e di insonnia.
Nel corso dei primi mesi vi furono anche alcune crisi più acute, sempre per le stesse patologie, con ricoveri d’urgenza all’Ospedale di Vigevano.
A partire poi dal mese di gennaio e in base alle analisi compiute, si fecero diversi tentativi per cercare di individuare la dieta più efficace (eliminando, riassumendo ed eliminando ancora ogni tipo di latte; ed evitando negli altri cibi ogni traccia di riso, soia e uovo); ma nonostante tutte le accortezze, le intossicazioni gastrointestinali e cutanee si rinnovarono periodicamente, insieme con episodi di otite e cistite, al punto che i viaggi in ospedale furono molto frequenti…
E in tal modo si arrivò al mese di giugno del 1999...
Il bambino appariva sottopeso e fisicamente prostrato; mangiava pochissimo e peggiorava a vista d’occhio; di fatto si manteneva in vita soltanto con acqua, tè, qualche biscotto e qualche minestrina. E i genitori erano ormai stressati, per la preoccupazione crescente e per le tante notti passate in bianco.
Il 15 giugno ci fu un ennesimo ricovero al Pronto soccorso di Vigevano, per inappetenza quasi completa da 3 giorni e grave insonnia. Fu detto ai genitori di stare attenti perché la situazione poteva precipitare, nel qual caso sarebbe stato necessario portarlo di nuovo in ospedale per alimentarlo con delle flebo.
Ed è a questo punto che accade l’inimmaginabile…
Il lunedì 21 giugno la mamma, seguendo una trasmissione su "Canale 5", sente parlare per la prima volta di Madre Speranza e dell’Acqua di Collevalenza. Immediatamente si informa presso la suocera, la quale le dice che suo fratello Sacerdote si trova proprio a Collevalenza per un Corso di Esercizi spirituali. Questi, allertato dai suoi familiari, non solo si procura l’Acqua del Santuario, ma si sofferma più volte in preghiera presso al tomba di Madre Speranza, dicendole con tutto il cuore: "Adotta questo bambino, perché ha bisogno di te!».
Il sabato 26 giugno il pro-zio Sacerdote torna a Vigevano; e a partire dal lunedì 28 la mamma inizia a somministrare al bambino l’Acqua del Santuario.
Il mercoledì 30 giugno la mamma porta il bambino nel parco del paese; e qui si incontra con un personaggio a dir poco misterioso il quale, dopo averle fatto alcune domande molto mirate, dice alla signora: che adesso il bambino aveva trovato la sua nuova mamma; e che, in occasione del suo primo compleanno, non temessero di fare una grande festa, perché il bambino ormai era guarito.
Queste parole hanno il potere di sconvolgere la mamma e tutta la famiglia del bambino; ma anche di convincerli che stava succedendo qualcosa di grande. E infatti, proprio durante la festa di domenica 4 luglio 1999, sotto gli occhi increduli dei genitori e degli altri parenti, si compie il miracolo: il bambino accetta quello che i familiari gli vanno offrendo e mangia di tutto (pasticcini, salatini, pizzette e torta finale...), e si mostra affamato, contento e vivace…
A sera i parenti se ne vanno… e arriva il momento della verità.
I genitori lo scrutano con il cuore in gola, per capire come reagirà a tutto quel cibo proibito che ha ingerito: loro non chiudono occhio per tutta la notte; il bambino invece non batte ciglio e dorme saporitamente fino al giorno dopo…
E dal mattino successivo egli riprende a consumare, come se nulla fosse, tutti quei cibi che fino a poco prima lo avrebbero – per così dire – avvelenato.
Dunque, il bambino era veramente guarito, così come aveva predetto quel misterioso e affascinante personaggio dagli occhi color azzurro chiaro – appunto, il colore del cielo e dell’acqua –, incontrato nel parco qualche giorno prima!
Si trattava, per dirla con gli stessi termini scientifici usati dai Periti della Santa Sede, di «una guarigione molto rapida, completa e duratura da intolleranza alimentare multipla alle proteine, non spiegabile "quoad modum"».
L’esame del miracolo e il Decreto finale
Ed eccoci all’esame – per la verità, laborioso – del suddetto miracolo.
In principio c’è stata l’inchiesta diocesana, svoltasi a Vigevano due anni dopo il fatto, dal 25 maggio al 16 luglio 2001; e i cui atti sono stati dichiarati validi dal Dicastero delle Cause dei Santi, con decreto del 25 gennaio 2002.
Dopo lo studio previo dei Periti d’ufficio e alcune integrazioni della Postulazione, il caso è stato finalmente discusso in Consulta Medica il 1° aprile 2004, ma all’unanimità (5 su 5) è stato giudicato insufficiente: si sarebbe trattato di una intolleranza alimentare, superata in modo scientificamente spiegabile.
A questo punto la Causa si è fermata, ma non la Postulazione.
Questa infatti, per la fine del 2007, presentava altra documentazione e altri pareri di illustri specialisti in materia, miranti soprattutto a far risaltare il carattere improvviso della guarigione; chiedendo, tramite il Postulatore P. Romualdo Rodrigo oar, di essere ammessi a una seconda Consulta medica. E durante il 2010, un Perito d’ufficio riprendeva in mano il tutto e svolgeva anche diversi esami sul protagonista ormai dodicenne.
In base a questi elementi integrativi e previo parere favorevole del nuovo Presidente della Consulta Medica, il caso veniva ammesso a una seconda discussione presso il medesimo Organismo, con decreto del 3 marzo 2012, trasmesso al P. Pietro Riva FMI, della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata, che dal 4 dicembre 2010 è il nuovo Postulatore della Causa in sostituzione di P. Romualdo Rodrigo che ha dovuto lasciare per motivi di salute.
E nella seduta del 14 giugno 2012, si arrivò alle seguenti definizioni conclusive: «Diagnosi: intolleranza alimentare multipla alle proteine (7/7). Prognosi: riservata "quoad vitam" e "quoad valetudinem" (7/7). Terapia (dietetica): adeguata ma inefficace (5/7); adeguata ed efficace (2/7). Guarigione: molto rapida completa e duratura, non spiegabile "quoad modum" (5/7); progressiva completa e duratura, spiegabile con le conoscenze scientifiche attuali (2/7)».
Superato dunque l’esame scientifico dei Medici, rimaneva ancora la valutazione spirituale dei Consultori Teologi, emersa con voto affermativo e unanime (7/7) nel Congresso del 17 novembre 2012; e la decisione ufficiale dei Cardinali e degli altri Vescovi, espressa nel Congresso del 18 giugno 2013.
Si approdava così, dopo tante peripezie processuali, al Decreto per la Beatificazione della Venerabile Madre Speranza Alhama Valera, firmato – con il consenso di Papa Francesco – dal Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Cardinale Angelo Amato SDB, il 5 luglio 2013.
Il rito della beatificazione a Collevalenza il 31 maggio 2014.