PROFILI DI MADRE SPERANZA – 8

P. Mario Gialletti fam

La testimonianza di Madre Speranza

Edizioni Amore Misericordioso – 8 febbraio 1987

Premessa

Molte volte mi sono sentito a disagio nel dover fare certe cose, ma - sicuramente - mai come in questa occasione nella quale dovrei riferire l'esperienza vissuta da un'altra persona, addirittura dalla Madre. Solo Essa, Madre Speranza, potrebbe fare la sua testimonianza e dirci cosa ha provato. Un cammino ascetico molto impegnato per potersi rendere disponibile al Signore; un cammino di amore, di silenzio, di immolazione: "amare, tacere, soffrire...". E' il cammino che Essa per prima ha battuto e che ripropone a tutti noi.

In questa testimonianza vorrei appunto che la stessa Madre con i suoi Scritti ci potesse parlare si Se stessa, più che un messaggio; dirci ciò che Essa ha sentito dentro di Se di fronte a Dio che Le si rivela.

La Madre ha avuto il dono grande di poter riscoprire il vero Volto di Dio, il volto di un Padre che ama e ama con tenerezza materna; Essa si è lasciata trasformare da Dio per ripetere nella sua vita questo modo di amare di Dio.

Vorremmo poter capire da Lei come lo ha conseguito, quanto Le è costato, per quale cammino il Signore l'ha condotta prima di poterle chiedere tutto questo.

La testimonianza di Madre Speranza

E' possibile comprendere la vita di Madre Speranza solo rifacendosi a quel dono prezioso che il Signore le ha confidato: il carisma di fondazione della Famiglia religiosa dell'Amore Misericordioso. Tutta la vita della Madre è stata orientata e incentrata in questo.

Un carisma si concretizza in:

― Dio che si rivela;

― Dio che invita a fare esperienza di ciò che ha rivelato;

― Dio che manda.

Carisma non è mai un fatto solo speculativo, ma una esperienza; per cui chi è oggetto di un carisma da parte di Dio, come la Madre che ha avuto il carisma di fondazione, quando parla di queste cose ne parla non come uno che le ha fatte, studiate e capite su un libro, ma come uno che ha vissuto e fatto esperienza diretta e personale di queste cose: quindi la sua parola è testimonianza: dice quello che ha visto, dice quello che ha sentito, dice quello che ha sperimentato su se stessa e nella sua vita.

Per poter stendere una testimonianza del genere su Madre Speranza ci si dovrebbe rifare a tutta la sua vita, a tutto quanto essa ha scritto, ha detto, ha fatto. Per questo si è pensato di riproporre solo quanto la Madre Speranza stessa dice di se stessa nel suo diario, lasciando ad altri e ad altre circostanze quanto la Madre ha detto con le sue opere, con tutti i suoi scritti, con tutta la sua vita.

Madre Speranza, oltre ad aver scritto una decina di volumi, un 186 lettere circolari alle diverse comunità, più di 200 lettere a persone private, oltre aver lasciato il suo pensiero in una ottantina di istruzioni tenute alle sue suore, oltre tutto questo ha scritto dal 30 ottobre 1927 al 20 settembre 1957, per trenta anni un diario.

Non lo ha scritto di iniziativa sua né per gusto suo, ma lo inizia il 30 ottobre 1927 "solo per l'obbedienza promessa al mio Padre Spirituale il Padre Antonio Naval, religioso della Congregazione del Cuore di Maria".

Circa tre mesi più tardi, il 23 gennaio 1928, la Madre fa intravedere quanto addirittura le costasse scrivere certe cose, quanto deve aver supplicato il buon Gesù a volerle permettere di non scrivere tutto senza mancare all'obbedienza e quanto soprattutto - fa molto riflettere - lo stesso buon Gesù abbia voluto che la Madre scrivesse questo diario anche se "Mi ha detto di dire che voglia permettermi di non dover scrivere in questo quaderno tali intimi colloqui".

Mentre il 5 aprile 1928, poco più di due mesi dopo, è addirittura il buon Gesù che chiede alla Madre di scrivere certe cose in duplice copia su due quaderni distinti: "...e che tutto quello che potrò esperimentare durante la unione con Lui in questa sofferenza lo devo lasciare scritto non solo nel diario ma anche in quest'altro quaderno".

Un diario quindi che risulta non frutto di un gusto personale o come esigenza di poter confidare a qualcuno con libertà i propri sentimenti, ma un diario scritto per obbedienza, voluto esplicitamente dal Signore stesso. Come se Lui stesso avesse voluto far segnare alcuni momenti ed esperienze dell'anima quali tappe che scandiscono da un parte un progetto di Dio che si rivela nella sia gradualità e dall'altra l'accoglienza e lo stile di accoglienza del progetto divino da parte della creatura.

La cosa lascia ancora più pensosi se si osserva che tale diario non è un diario completo ed "oggettivo" nel senso storico; non è la annotazione di tutti i fatti importanti: ci sono lunghi periodi che segnano un vuoto di notizie che dura mesi e mesi.

Un diario che copre lo spazio di trenta anni annota complessivamente solo 499 date; l'anno 1952 è ricordato con 69 date; il 1942 con 50 date; il 1954 con 47 date; il 1936 con 33 date; mentre il 1950, 1934, 1930 è ricordato con solo 2 date; il 1933, 1929, 1927 con solo 4 date; gli anni 1946, 1947, 1948 non sono addirittura ricordati, ecc...

E tutti sappiamo che anche gli anni che nel diario sono ricordati con solo 2 o 3 date e con poche righe furono molto intensi di attività e molto decisivi per la storia della Congregazione, come per esempio il 1930, 1933, 1950, ecc...

Quale potrebbe essere il significato e la spiegazione di questi vuoti di notizia? Sembra - conoscendo la precisione e la meticolosità della Madre - di poter escludere un motivo di negligenza o di trascuratezza. Una risposta facile - ma forse non giusta - sarebbe quella di dire che la Madre ha scritto quando ha voluto, quando aveva voglia o quando aveva tempo. Ma forse non è giusto. Conoscendo la Madre sembra più giusto dire che la Madre ha scritto quando il Signore ha voluto e quello che ha voluto.

Il diario della Madre diventa così molto importante perché sono i quaderni nei quali essa - guidata dallo Spirito - ha segnato le tappe principali della sua esperienza e che diventano i passaggi obbligati per tutti quelli che la vogliono seguire in questa esperienza. Non sono la "storia" o almeno la "cronaca" dei fatti, ma sono la testimonianza della Madre che dice la sua esperienza ai figli per che i figli sappiano ripetere la sua stessa esperienza.

Di tutto questo diario vorrei riproporre non tanto le date che segnano avvenimenti o comportamenti di persone, ma vorrei riproporre solo alcune di quelle date nelle quali la Madre parla di se stessa, della sua emozione, della sua paura, della sua gioia, della sua impressione soprattutto, di fronte al rivelarsi di Dio.

Varie volte la Madre scrive nel suo diario.

Quanto mi ha fatto impressione questo Padre mio!

Che vuol dirmi con questo il buon Gesù, Padre mio?

― Come conseguirò questo, Padre mio?

― Che vorrà il buon Gesù da me, Padre mio?

― Quanto soffro, Padre mio, al pensiero che...

Dal suo diario vorrei cogliere tre periodi:

Il primo comprende le prime 12 note con le quali la Madre inizia il Suo diario, tutte di seguito, senza tralasciarne nessuna, che mi sembrano significative a tale intento;

Il secondo comprende gli anni dal 1940 al 1944;

Il terzo gli anni 1951 e 1952.

 

Un primo periodo: 30.10.1927 - 28.3.1929

30.10.1927: «essendo io religiosa della Congregazione di Maria Immacolata, il buon Gesù mi chiede che mi dia per completo a lavorare decisamente con il Padre Arintero... per far conoscere la devozione dell'Amore Misericordioso...».

Il Signore richiede una dedizione totale (darse de lleno) e un impegno generoso, non una mezza misura (a trabajar fuertemente).

5.11.1927: «...mi ha detto che devo arrivare a far sì che gli uomini conoscano il buon Gesù non come un padre sdegnato per le ingratitudini dei figli, ma come un padre pietoso che cerca con ogni mezzo di confortare, aiutare e far felici i propri figli; che li segue da vicino, li cerca incessantemente con amore, come se non potesse essere felice senza di loro. Quanto mi ha fatto impressione questo Padre mio!»

E' il Signore che manifesta il Suo progetto: ripresentare al mondo Dio no "ofendido" ma come un Padre che cerca tutti i mezzi di confortare, di aiutare, di far felici i suoi figli; a tal punto come se Lui non potesse essere felice senza di loro.

18.12.1927: Dopo 13 giorni «...Il buon Gesù mi ha detto che io non devo avere altra ambizione che amarLo e soffrire in riparazione delle offese che Lui riceve dal suo amato clero; devo fare in modo che tutti quelli che trattano con me sentano anch'essi il desiderio di offrirsi vittime di espiazione per i peccati dei sacerdoti del mondo intero. Devo sforzarmi di cercare solo la Sua gloria anche a costo del mio disprezzo. Cosa vuol dirmi con questo il buon Gesù?».

Condizione necessaria per entrare nel progetto di Dio: non avere altro desiderio che amarlo e voler soffrire per riparare le offese che Dio riceve.

Condizione da esigere anche a tutti quelli che vogliono entrare in questo invito.

Cercare solo la gloria di Dio, a qualunque costo.

24.12.1927: Una settimana dopo: «...solo Gesù può apprezzare quanto ho goduto con Gesù Bambino! Che emozione si sente di fronte alla presenza e dignità del Piccolo bambino! Quanto ho goduto! Il Divino Bambino mi ha chiesto che io mi sforzi di pensare di più in Lui per arrivare a tenere la mente e il cuore fissi in Lui, senza che niente e nessuno possa distrarmi da Lui. Come conseguirò questo, Padre mio?».

E ancora lo stesso Gesù Bambino che ripete alla Madre la necessità di fare in modo che mente e cuore siano fissi in Lui, incondizionatamente.

2.1.1928: «...Il buon Gesù mi ha detto che Lui desidera servirsi di me per grandi cose. Io gli ho risposto che con la sua grazia e il suo aiuto sono disposta a qualunque cosa Lui vorrà disporre su di me, però che io mi sento molto inutile e incapace di fare alcunché di buono. Lui mi ha risposto che di fatto è così, però che lui vuole servirsi della mia nullità perché così si possa vedere più chiaramente che è solo Lui che fa una cosa tanto grande e di tanto bene per la sua Chiesa e per le anime. Che cosa vorrà il buon Gesù da me?».

C' è il preannuncio di qualche cosa di grande per la Chiesa e per le anime.

Il Signore vuole che la Madre comprenda che per collaborare con Lui non servono qualità ma una totale disponibilità.

5.1.1928: Appena tre giorni dopo: «...il buon Gesù mi ha chiesto e - sarei tentata di dire - mi ha imposto l'obbligo di tendere a una maggiore perfezione per potermi Lui chiedere quanto desidera».

La Madre deve essere restata fortemente impressionata nel vedere la insistenza del Signore che ricalca la necessità di un totale abbandono in Lui per arrivare a dire: quasi sarei tentata di dire che mi ha imposto l'obbligo di tendere a una maggiore perfezione per potermi Lui chiedere quanto fortemente desidera.

23.1.1928: Dopo 18 giorni il Signore raccomanda e incoraggia la Madre a volersi impegnare ancora di più nel realizzare l'atteggiamento interiore che permetta a Lui di poterle ripresentare il Suo progetto. «...il buon Gesù è stato tanto Padre, come sempre e mi ha detto di nuovo che è suo desiderio che io non abbia altra ambizione che amarLo e soffrire e che per conseguire questo Lui mi farà gustare le dolcezze del Suo amore in un modo più intenso...»

7.2.1928: Dopo due settimane la Madre comprende che ancora deve sforzarsi di più per unirsi di più al Signore: «...il buon Gesù mi ha detto che mi sforzo poco; e che questo proviene dal fatto che io ancora non mi son data per completo a compiere la Sua divina Volontà".

19.2.1928: E' la prima data che riferisce un fatto, una notizia: Dalla Marchesa de Almaguer la Madre apprende la notizia che la Santa Chiesa ha proibito la devozione dell'Amore Misericordioso già molto divulgata in Spagna, Francia e America soprattutto ad opera del P. Arintero. proprio nel mezzo di un apparente fracasso, ancora una volta il Signore ripropone e fa conoscere il Suo progetto. Vuole che tutti gli uomini sappiano «che Lui ama tutte le anime con la stessa intensità di più quelle anime che, pur piene di difetti si sforzano e lottano per essere come Lui vuole; che anche l'uomo più perverso, più abbandonato e più miserabile è amato da Lui con immensa tenerezza».

26.2.1928: Dopo una settimana il Signore ancora una volta esorta la Madre e un distacco completo da tutto per unirsi a Lui «...il buon Gesù mi ha detto di nuovo che mi devo sforzare di più per distaccarmi completamente dalle creature e unirmi di più a Lui. Devo anche raddoppiare gli sforzi per avanzare nel cammino della santità».

5.4.1928: Dopo circa un mese e mezzo il buon Gesù invita la Madre a voler sentire i dolori e le sofferenze della Sua Passione assicurandola che in questo avrebbe imparato molto per unirsi di più a Lui: «..il buon Gesù mi ha invitato a sentire in po' i dolori e le angustie della Sua passione, dicendomi che in essa avrei imparato molto ad unirmi più a Lui fino ad abbracciarmi con gioia alla Sua divina Volontà e a compiere con entusiasmo il lavoro che mi aspetta...; ho sentito come mai i dolori e le sofferenze della Passione del buon Gesù e ciò che mi ha fatto impressione di più e soffrire di più è stato quando ho potuto rivedere e rivivere in una maniera misteriosa le terribili conseguenze della tristezza, dell'abbattimento e dell'annullamento che oppressero il buon Gesù nell'orto degli ulivi... in quei momenti Lui si è visto solo, abbattuto, vicino alla sua passione e abbandonato apparentemente anche da suo Padre e da ogni conforto umano...; che orrore e tormento ha provato il mio cuore davanti a questo quadro! Io non so se sarà illusione, però mi pare di amare il buon Gesù più di prima; ...mi pare di sentire nella mia anima un movimento interno che mi trasporta a Lui che infonde nella mia anima una sete ardente di soffrire con Lui e aspetto con ansia che arrivi il momento che Lui mi possa chiedere quel lavoro che dice io devo fare con il Suo aiuto. Che lavoro sarà?».

28.3.1929: Dopo questa esperienza della Passione di Gesù c'è quasi un anno di silenzio nel diario della Madre, un anno nel quale la Madre si è sentita come trasportata da quella "forza interna" verso il Signore fino a conseguire che finalmente il 28 marzo 1929 il buon Gesù potesse chiederle quanto intensamente desiderava: «...il Buon Gesù mi dice che è arrivato il momento che io scriva le Costituzioni... con le quali si dovranno governare la Congregazione dei Suoi Figli del suo Amore Misericordioso e... la Congregazione delle Ancelle del Suo Amore Misericordioso...».

Dopo questa data prosegue il Diario della Madre Speranza segnando una lunga serie di date, fino al 1939 sono circa un centinaio (118 di preciso) che segnano avvenimenti, fatti, comportamenti di persone, prove, difficoltà, scelte, decisioni, aperture di Case, avvio di opere, ecc.; una serie di fatti e di persone che si muovono intorno alla Madre e che sono una parte delle note che domani potranno contribuire a formare una storia della Congregazione. Così fino a tutto il 1939.

Un secondo periodo: Anni 1940 - 1944

Sono gli anni nei quali la Madre fu al Santo Uffizio; impossibilitata a poter trattare e consigliare le sue figlie; gli anni della seconda guerra mondiale; della mensa per gli operai; quando le vennero a mancare tre figlie e altre tre morirono; gli anni che ricordano la Professione Perpetua della Madre (12.6.1942) e la posa della prima pietra della Casa di Via Casilina a Roma, quella che diventerà la Casa Generalizia della Congregazione.

Il 1940 comincia con una supplica che la Madre rivolge al Signore perché nel susseguirsi delle mille cose «...il mio pensiero e il mio cuore sempre fissi in Te». «mi salvino, Padre mio, il tuo amore e la tua misericordia»; «aiutami, Gesù mio, perché io arrivi a essere nell'amore e nella carità un fedele modello dell'Ancella del Tuo Amore Misericordioso»; «aiutami anche, Gesù mio, perché io sia sempre pura di cuore»; «Ti chiedo, Gesù mio, di non lasciarmi neanche un momento senza dolori e senza tribolazioni e che tutta la mia vita sia un continuo martirio, lento ma doloroso».

Del 1941, delle 31 date che la Madre segna nel suo diario, più della metà riflettono solo il suo stato di animo e il travaglio interiore attraverso il quale il Signore la purifica e la unisce sempre più a Lui.

La prima nota è del 16.9.1941 ed è molto bella; di fronte alle grandi prove che ha dovuto sopportare dimostra la sua volontà di voler imitare il buon Gesù che perdona e dimentica: «Mi dici, Gesù mio, che sarai nemico dei miei nemici e che farai soffrire quanti mi fanno soffrire. Io Ti prego, Padre di amore e di misericordia, dimentica tutto, non lo tenere più in conto e perdonali perché sono accecati dalla passione. Dimentica, Gesù mio, il male che hanno preteso di farmi... Me lo concederai, Gesù mio? Io non desidero altra cosa che poter sentire da Te che hai perdonato i miei nemici perché, pieno il mio cuore del Tuo amore, io non desidero altra cosa che il perdono per tutti quelli che Ti hanno offeso con questa persecuzione».

Seguono una serie di date che segnano un vero cammino interiore:

22.9.1941: La Madre conferma la sua volontà e addirittura la sua gloria di poter passare per tutte le prove che il Signore vorrà: «...con il cuore trapassato dal dolore e addirittura provando gioia per queste prove e sofferenze... ripeterò con molta frequenza: Gesù mio, in Te ho posto ogni mio bene e ogni mia speranza. Tu mi dici, Gesù mio, che vuoi che io sia annegata in grandi sofferenze perché Tu possa avere la gioia di trovarmi degna del Tuo amore... e che io Ti dia prova di fedeltà e di fortezza».

4.10.1941: E' la prova della fede: «Ti prego, Gesù mio, abbi pietà di me e non lasciarmi sola in questa aridità e oscurità. Ti cerco, Gesù mio, e non Ti trovo; Ti chiamo e non Ti sento; che tormento, Gesù mio, che martirio! solo Tu lo puoi apprezzare».

5.10.1941: La prova della solitudine, dell'abbandono, della tribolazione: «Gesù mio, sono arrivata ad essere oggetto di obbrobrio per i miei nemici e anche per quelle che un giorno furono mie figlie: nel cuore di qualcheduna di esse sono dimenticata, come morta... Per di più ora non Ti sento, non Ti trovo, mi sento sola, abbandonata da tutti e afflitta. Ma io aspetto in Te, in quel modo, tutto il tempo che Tu vorrai e gioirò e mi rallegrerò nella Tua misericordia».

16.10.1941: E' la prova della calunnia accettata con amore senza ribellarsi: «Che spavento ha prodotto in me!... sarà possibile, Gesù mio, che io possa essere tutto questo? sicurissimamente potrei arrivarci se Tu non mi sostenessi e non mi stessi vicino; ma oggi, Gesù mio, posso dire con verità che è tutto una calunnia solo perché Tu non mi hai abbandonato; non mi abbandonare mai, Gesù mio!».

29.10.1941: La prova del sentirsi poco fervorosa e generosa: «Tu già conosci, Gesù mio, il molto che sto soffrendo in questo esilio e il martirio che sento nel vedere che il mio cuore già non arde nel Tuo amore; mi ritrovo come un pezzo di marmo: non so dire niente! Gesù mio, in questo esilio puniscimi pure con ogni sorta di sofferenze ma non con questa aridità e freddezza verso di Te. Vieni in mio aiuto, Gesù mio, non Ti chiedo consolazioni ma amore sì, molto amore!».

17.11.1941: Ancora la prova e la pena per non trovarsi costante nella generosità: «Perché, Gesù, il mio cuore deve sopportare queste titubanze, nonostante l'amore che ti porto? Perché mi sento così abbattuta nelle sofferenze...?

Tu sai, Gesù, che desidero soltanto amarti e soffrire e che da tempo la mia unica ambizione è la tua gloria.

Aiutami, Gesù mio, perché possa darti tutto quello che mi chiedi; l'unico mio desiderio è di farti contento».

22.11.1941: Rinnova il desiderio di santificarsi: «Oggi, Gesù mio, col tuo aiuto, ti prometto ancora una volta di camminare per questa via aspra, senza voltarmi indietro, mossa dall'ansia della perfezione che Tu desideri per me».

25.11.1941: Si ripropone un maggiore rinnegamenti di se stessa: «Gesù mio, lo so, Tu desideri che io dimentichi di più me stessa per possedere te, che lotti per godere la vera pace e che muoia a me stessa per possedere la tua vita... desideri che sia tutta per Te come Tu sei tutto per me... tu desideri essere tutto per me. Quale cuore, Gesù mio, può resistere a tutte queste delicatezze e non infiammarsi d'amore per Te?».

28.11.1941: Ripete a se stessa la volontà di staccarsi da tutto e da tutti per essere disponibile alla Divina Volontà: «Fa, Gesù mio, che sia sempre pronta al servizio della tua volontà...; Bramo stare vicino a Te, Gesù mio, per fare tutte le mie azioni in unione con Te: Tu infatti abiti in me per santificare non solo la mia persona, ma anche tutte le mie opere e per riempire di Te tutte le mie facoltà. Sii per me, Gesù mio, luce dello spirito, amore e fuoco del cuore».

2.12.1941: «Tu dici, Gesù, che se l'amore non soffre e non si sacrifica non é amore... Gesù mio, che io ti segua sempre nel dolore; che non abbia a dire mai: "basta con le sofferenze"; e che impari a rinunciare continuamente a me stessa per possedere il mio Dio. Aiutami, Gesù mio, perché viva sempre unita alla croce».

19.12.1941: «Tu mi insegni, Gesù mio, che è il sacrificio quello che accende la fiamma del tuo amore, che non c'è amore verso di Te senza sofferenza... Fa, Dio mio, che io ami con passione la croce e che non possa vivere felice senza di essa fino a che la morte non mi abbia unito a Te per tutta l’eternità».

24.12.1941: Il diario chiude questo 1941 rinnovando ancora una volta il voto di vittima: «Ricordando quanto il buon Gesù ha sofferto... mi sento trasportata a rinnovare la mia offerta come vittima di espiazione fatta il 24 dicembre 1927... E' tanta poca cosa quanto Ti posso dare, Dio mio, ma Tu uniscilo al Tuo Amore e alla Tua Misericordia e tutto resterà saldato».

Il 1942 inizia con una data del 16 giugno, quattro giorni dopo aver potuto fare i Voti Perpetui: «Concedimi la grazia, Gesù mio, di vivere sempre nel dolore e morire consumata nel tuo amore; le croci che Tu vorrai mandarmi mi servano per amarti di più, per insegnare agli altri che la scienza dell'amore si apprende nel dolore».

3.8.1942: «Fa, Gesù mio, che io stimi nella giusta misura tutto quello che ho ricevuto da Te; che questa giusta considerazione mi muova sempre a immensa gratitudine».

16.8.1942: Non può nascondere la grande pena che porta nel cuore perché il Signore ancora non può chiederle tutto: «Che pena mi dà, Gesù mio, vedermi trattata da Te come una debole bambina... Perdonami ancora una volta, Gesù mio, e punisci la mia vita con ogni sorta di patimenti di afflizioni e di dolori... Voglio con tuo aiuto, Gesù mio, santificare l’anima mia per darti gloria e santificare le anime che mi vorrai affidare».

Il 1944 si distingue per un crescendo sempre più intenso nel cuore della Madre del desiderio di unirsi più e più al Signore per questo anno prove molto grandi: la più dolorosa fu la morte della señorita Pilar de Arratia che era stata di tanto valido aiuto alla Madre.

5.3.1944: «Gesù mio, che l'unico mio desiderio in questo esilio sia soffrire e lavorare nell'esercizio della carità... Gesù mio, che io perda la mia vita nella Tua; che il desiderio di soffrire e l'ansia di contemplarti e di stare con Te vincano in me la violenza del dolore e la ripugnanza dell'ingiustizia».

25.3.1944: «quanto soffro, Gesù mio, vedendo la bufera che sta attraversando la mia amata Congregazione e le mie povere e tribolate figlie...».

5.4.1944: «Il buon Gesù mi ha detto che Lui sarebbe disposto a farmi passare ancora abbondantemente attraverso sofferenze per la Sua gloria e per quella della Congregazione. Io mi sono sentita contentissima di poter ancora soffrire e tanto più perché ciò è desiderato e permesso da Lui».

3.5.1944: «Oggi 3 di maggio il buon Gesù mi ha detto che avrebbe portato con Sé a una di noi due, senza spiegarmi se si sarebbe trattato di me o di Pilar. Questo mi ha prodotto un certa impazienza». Solo il 29 agosto, solo una decina di ore prima che la señorita Pilar partisse per l'eternità, la Madre ha saputo chi delle due il Signore avrebbe portato con Sé. In occasione della morte della señorita Pilar la Madre non ha potuto nascondere nel suo diario che questa è stata per lei una delle prove più grosse di tutta la sua vita: «Alle due meno dieci dell'orologio di casa questa figlia è spirata, guardandomi fissa e sorridendo; mi ha lasciato per sempre sola, con un forte dolore».

Un terzo periodo: Anni 1951 - 1952

Gli anni e soprattutto il 1952 mi sembrano decisivi per la Madre. Il 1952 è l'anno nel quale la Madre ha parlato di più di se stessa nel suo diario, un anno che rivela anche una maggiore pressione da parte di Dio sulla Madre. Con una frequenza che sorprende ora la Madre usa nel suo diario questo modo nuovo di esprimersi: «il buon Gesù mi dice» - «mi ha detto che...» - «mi dici, Gesù mio...» - Gesù mi dice che desidera...» - «Mi dice che abbia ben presente...» - «Gesù mi ha chiesto» - Mi ha detto anche...» ecc.

E' evidente una azione della grazia ancora più intensa di prima quasi a voler completare e perfezionare un cammino di tutta una vita fino ad arrivare al 4 aprile 1952 quando finalmente la Madre potrà scrivere: «Oggi mi sento felice, molto felice perché sento Te che mi dici che ormai ho acquisito quell'abitudine che Tu tanto mi chiedevi».

Ascoltiamo alcune di queste riflessioni:

24.2.1951: «Il buon Gesù mi dice che è arrivato il momento di darmi per completo al sacrificio e al dolore» perché «mi ha detto che è arrivato il momento di realizzare la fondazione della Congregazione dei Figli del Suo Amore Misericordioso». Ogni cosa di Dio trova il suo momento quando trova il cammino della croce.

11.3.1952: «Mi dice Gesù che io devo avere sempre ben presente che lui ama moltissimo di più quelle anime che cariche di difetti si sforzano e lottano per riuscire a essere quello che Lui desidera e che anche l'uomo più perverso, il più abbandonato e miserabile è amato da Lui con immensa tenerezza e che per questi è un padre e una tenera madre e che Lui desidera che il mio amore sia simile al Suo».

12.3.1952: «Gesù mi dice che desidera che io sia sempre più conforme con la Sua divina Volontà... mi dice che tenga ben presente che la conoscenza di Lui tende sempre all'amore poiché tutto quanto c'è in Lui è amabile».

13.3.1952: «Mi dice che Lui è la perfezione infinita e io la estrema povertà, ma che comunque c'è una certa connaturalità e proporzione tra noi due: nel mio Dio posso trovare tutto quello che mi manca».

15.3.1952: «Gesù mi ha chiesto di nuovo di raddoppiare gli sforzi per andare sempre avanti nella santità... Mi ha detto che abbia ben presente che per andare avanti come Lui desidera mi è sufficiente un desiderio tranquillo, posato e riflessivo... ravvivato continuamente dall'amore e dall'esempio Suo... Lì, al suo lato, si impara a frenare il nostro orgoglio, la superbia e la vanità... Lì l'anima si inebria nell'amore».

16.3.1952: «Gesù mi dice che quanto più mi eserciti nella virtù, tanto più moltiplicherò in me gli affetti di pietà...».

18.3.1952: La Madre sente una pena, una grande pena «ed é quella di sempre: vedere il buon Gesù che va mendicando amore come se Lui non potesse vivere senza di noi». Il buon Gesù con immensa tenerezza le risponde con un ulteriore gesto di amore: «Gesù mi dice che Gli posso chiedere tutto quello di cui ho bisogno per me, per le anime per le quali mi sono immolata, per i figli, per le figlie».

23.3.1952: «Il buon Gesù mi dice che la conformità più reale, più intima e più profonda è solo quella che esiste tra due volontà e che per mezzo della conformità con la volontà del mio Dio io riuscirò a sottomettere la mia e ad unirla alla Sua, la Quale a sua volta non ha cercato altra cosa che fare la volontà del Padre suo, cioè, per Lui la Sua volontà è stata solo la fusione con la Volontà del Padre e questo è quanto desidera anche per me».

4.4.1952: Il 4 aprile 1952 deve essere stato per la Madre uno dei giorni più grandi e più belli di tutta la sua vita; il giorno nel quale ha visto coronato un suo sogno e una sua aspirazione per la quale aveva lavorato tutta una vita. «Mi dici, Gesù mio, che devo tenere ben presente che la tua presenza è la base della santità, il fondamento della perfezione e la radice di tutte le virtù... e io Ti dico, Gesù mio, che io non voglio vivere altro che per Te e che da quando hai scelto il mio cuore come tua dimora io ho desiderato soltanto di pensare a Te, di tenere la mente e il cuore fissi in Te. E oggi posso dirti di sentirmi felice, molto felice perché Ti ho sentito dirmi che finalmente ho acquistato (o meglio: che Tu hai infuso nel mio cuore) quell'abitudine che Tu tanto desideravi da me e cioè: che io pensi sempre a Te e che il mio cuore e la mia mente fossero sempre fissi in Te e che nessuna cosa e nessuno possano distrarmi da Te».

Questa pagine e una vera testimonianza delle cose grandi che il Signore ha operato in Madre Speranza. E' questa realtà interiore di Madre Speranza, conseguita con tanti anni di sforzo e generosità e per la quale la Madre si è lasciata trasformare e unire a Lui, è per questa realtà che la Madre è divenuta disponibilità completa delle mani di Dio e Dio se ne ha potuto servire per fare cose grandi.

Vorrei concludere presentando ancora due date segnate dal diario della Madre. Una dell'8 aprile 1952, appena quattro giorni dopo quella che abbiamo ora ricordato e sottolineato.

E' di grande insegnamento e tenerezza: «Inoltre mi chiede il buon Gesù che io mi sforzi in atti di affetto verso la santissima Vergine Madre sua...» Ci sarebbe sembrato più logico l'inverso; che la Santissima Vergine avesse stimolato la Madre ad amare di più il buon Gesù. La Madre lo spiega dicendo: «Di tutte le gioie che ci è dato di gustare e di assaporare come anticipo del cielo, la più grande è quella di poter vivere uniti a Maria; quella fortuna, figlie mie, è immensa; prepara alla suprema felicità che consiste nel vivere in Gesù; il mezzo più efficace per purificare e assicurare la nostra unione con l'Amore Misericordioso è Maria. Io credo che sia doppia la gioia e più grande il possesso quando ci si dà a Gesù per mezzo di Maria».

L'altra data è il 19 dicembre 1953, quando si inaugura a Collevalenza la prima Casa, la Casa dei Padri. In un quadro plastico il Signore le fa vedere come Lui si comporta con l'uomo anche nel momento che fa il peccato. E' un Padre che tiene per mano il suo figlio; quando questi decide il peccato, Lui si volta con il viso da un'altra parte come per non volere vedere; ma non lo lascia, seguita a tenergli la mano, a sostenerlo, perché non cada nel nulla, sostenendogli la vita anche per fare il peccato!

La Madre che ormai da 30 anni già parla e scrive di Amore Misericordioso non può nascondere ancora una volta la sua meraviglia: «Mi confonde ogni giorno di più la pazienza, l'amore e la carità del nostro buon Padre; Gli chiedo voglia concedermi la grazia di morire prima di arrivare a dargli il più piccolo disgusto o farlo soffrire anche per la più piccola cosa».

Tutto il grande desiderio ideale che ha animato la sua vita, mi pare che la Madre lo abbia condensato in una preghiera che lei stessa ha composto per il Santuario.

Vorrei rileggerla in una nostra traduzione in italiano, poi possiamo ascoltarla in spagnolo, registrata dalla viva voce della Madre stessa.

Dicembre 1964

Preghiera della Madre per il Santuario

Benedici, Gesù mio, questo Tuo grande Santuario e fa che sempre vengano a visitarlo dal mondo intero. Chi per chiedere la salute delle membra tormentate da malattie strane che la scienza umana ancora non sa curare; chi a chiederti perdono dei propri vizi e peccati; chi a chiederti la salvezza dell'anima annegata nel vizio e con il tormento nella mente al pensiero di non essere degni di ricevere alcuna grazia e tanto meno il perdono da un Dio giusto e severo. E' questa, Gesù mio, la mentalità di tanta povera gente annegata nel peccato e nel dolore. Al punto che spesso dicono di aver paura della morte e di incontrarsi con Te. Povera gente!

Fa, Gesù mio, che tutti gli uomini abbiano la fortuna di poterti conoscere come Tu sei e che tutti vedano in te la vera immagine del Padre del figlio prodigo.

Fa, Gesù mio, la grazia che tutti Ti conoscano e Ti amino e che abbiano la certezza che all'ora della morte li aspetta non un giudice severo e duro per giudicarli, ma un amato Padre, pieno di amore e di misericordia, il Quale non tiene in conto le miserie e i difetti dei suoi figli, ma li perdona e li dimentica. E fa, Gesù mio, che vengano a questo Tuo Santuario da tutto il mondo; non solo con il desiderio di curare e guarire dalle malattie del corpo, ma soprattutto con il desiderio di curare la propria anima dalla lebbra del peccato mortale e abituale.

Aiuta, consola e conforta tutti quanti ne hanno bisogno e fa, Gesù mio, che tutti vedano in Te non un giudice severo ma un Padre pieno di amore e di misericordia che non tiene in conto le miserie dei suoi figli ma le dimentica e le perdona.