STUDI |
|
Il problema dellateismo
|
||
|
La parola del Papa e la parola delluomo qualunque La catechesi del Papa ci interpella fortemente circa il fenomeno più grave di questi tempi: lateismo da qui lurgenza di una risposta al problema.
Lepoca contemporanea dice il Papa - ha conosciuto forme particolarmente devastanti di ateismo teorico e pratico. Soprattutto si rivela rovinoso il secolarismo con la sua indifferenza nei confronti delle questioni ultime e della fede: esso, di fatto, esprime un modello di uomo totalmente sganciato dal riferimento al Trascendente (cfr. catechesi del 14 aprile 1999). Diceva di sé André Frossard: più ancora che scettico e più ancora che ateo, indifferente e preoccupato da ben altre cose che da un Dio che non pensavo neppur più a negare. L<indifferente> ignora la realtà, non ha interesse, non si cura di porsi il problema, quel problema che è poi la sostanza della sua vita, perché la vita eterna è la vera vita che ci aspetta; la perdizione eterna o la salvezza eterna, non è cosa che può lasciarci indifferenti! Lateismo pratico prosegue il Papa - è così unamara e concreta realtà. [ ] Occorre lasciarsi guidare dalla Parola di Dio per leggere questa situazione del mondo contemporaneo e rispondere alle gravi questioni che esso pone. Un tempo la Parola (Cfr. Nietzsche e Heidegger) era il possesso stesso della verità come norma universale, come presenza luminosa che fuga le brume del mattino. E la parola che fonda il presentarsi della realtà e il manifestarsi della libertà. Oggi siamo malati di parole, perché siamo sommersi dalle parole in tutte le direzioni: stampa, radio, televisione con le risorse infinite della tecnica che ci bombardano di parole da ogni parte, non ci lasciano neppure un cantuccio per lintimità della gioia e del dolore, della speranza e della disperazione. Ormai non potremo più difenderci dalle parole. [ ] La parola oggi non significa più la presenza dello spirito, ma il dominio della materia e la prepotenza delle sue energie prive di ogni pudore e rispetto. [ ] Luomo moderno ha perso il senso originario e le proporzioni della Parola. [ ] è il mondo dei fenomeni che ci nasconde il reale dentro e fuori di noi [ ] togliendo allanima ogni aspirazione di mediazione fra luomo e Dio. Così negli anni settanta il filosofo C. Fabro in LAvventura della Teologia Progressista.
Per capire bisogna andare lontano
Parlare di uomo e di mondo comporta laccendersi di voci nella storia del pensiero umano che mostra quanto luomo sia unità: corpo, organi finalizzati a specifiche funzioni e spirito che pensa, che produce cultura, che fa scelte e tutta questa realtà, presa nella sua globalità e interezza, è luomo. Luomo tutto intero è luomo che, superando la concezione platonica e neoplatonica viene definito come unità psico-somatica o, se piace di più, spirito incarnato.
Luomo è una realtà unitaria e la filosofia antica nasce come ricerca razionale del perché delle cose e, guarda caso, sulla base del desiderio delluomo di chiedersi qual è il principio della realtà che lo circonda. La ricerca del principio delle cose attraversa tutto il pensiero filosofico per varcare il sipario delle apparenze. Sollecitato da questo bisogno scaturisce un umanesimo che è quello dei primordi della filosofia che sposta lattenzione delluomo dalla natura a se stesso per cui luomo si riconosce nella natura fisica del mondo e, nel contempo, nella realtà più vera della sua natura che è lo spirito.
Scorrendo la storia vediamo che la filosofia sincontra con la religione cristiana, il mondo greco ellenista sincontra col cristianesimo, con il quale deve pur fare i conti. Approdiamo al Medio Evo e vediamo identificarsi la sensibilità dellepoca con il Teocentrismo: ogni realtà è ordinata a Dio, da Lui viene e a Lui ritorna.
LUmanesimo Rinascimentale può non essere pensato come reazione al teocentrismo, ma, sta di fatto, che i pensatori si laicizzano, ne scaturisce così una mentalità che non è più religiosa, per cui tutta la realtà, anche quella politica, che nel Medio Evo viene vista filtrata con le categorie religiose, ora viene percepita in una dimensione diversa.
Se nel Medio Evo tutto il sapere era ricondotto ad una sorta di teocentrismo, nellUmanesimo rinascimentale, al contrario, nasce lantropocentrismo che mira a centrare le cose nella realtà delluomo e questo non solo e non tanto come reazione allepoca precedente quanto piuttosto come un vedere tutta la produzione del pensiero: arte, cultura, letteratura e quantaltro, centrata sulluomo che viene definito microcosmo in contrapposizione al macrocosmo. In qualche modo anche qui ritroviamo, in fondo, una parte di verità, emersa già nella filosofia antica che diceva che dentro luomo si ritrovano tutte le dimensioni del creato, infatti, come sè detto, luomo è attraversato da tutte le dimensioni del creato, perché con il suo corpo partecipa al mondo fisico, col suo spirito partecipa alla realtà spirituale.(continua)
Quando ti invoco, rispondimi.Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia:
dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?
Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele.
Il Signore mi ascolta quando lo invoco.
Tremate e non peccate,
sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.
Offrite sacrifici di giustizia
e confidate nel Signore.
Molti dicono: Chi ci farà vedere il bene?.
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Hai messo più gioia nel mio cuore
di quanto abbondano vino e frumento.
In pace mi corico e subito mi addormento:
tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.(Salmo 4, 2-9)
[Home page | Sommario Rivista]
realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggionamento 13 giugno, 2009