DAGLI SCRITTI DI MADRE SPERANZA | |||
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Care figlie, consideriamo oggi il nostro buon Gesù davanti ai tribunali e ciò che ha sofferto nelle prime quattro stazioni della sua Passione.
La prima stazione: va dallOrto degli Ulivi alla casa di Anna.
In questa prima stazione Gesù soffre perché condotto di furia, correndo, tirato con la corda che gli hanno posta al collo, a spintoni, e ingiuriato a gran voce come malfattore e sobillatore del popolo. Nella casa di Anna soffre per lodio dei farisei e degli scribi che lo scherniscono, e per la superbia di chi lo interroga riguardo ai discepoli e alla sua dottrina. Egli con prudenza difende il proprio insegnamento, non fatto di nascosto, ma in pubblico nel tempio, nelle sinagoghe e davanti agli stessi giudici. Lo schiaffo di Malco è ingiusto perché interpreta con malizia la risposta di Gesù al Pontefice; crudele e ingiurioso perché dato con ira e davanti a molta gente; basso e vile perché ha lo scopo di adulare il Pontefice. La risposta di Gesù, che non viene presa in considerazione e quindi disprezzata, è mite perché ci vuole insegnare ad essere tali con i nostri nemici; è dignitosa per darci un esempio di come nel difenderci si può conciliare la nostra dignità con il rispetto dovuto allautorità.
Seconda stazione: Gesù in casa di Caifa. S. Pietro rinnega Gesù. Vediamo, figlie mie, le cause di queste negazioni di Pietro che, a mio giudizio, non sono altro che un castigo per la presunzione da lui mostrata durante la cena; per la sua negligenza nellevitare il pericolo di cadere; la sua curiosità, dato che non entra nellatrio per andare a morire con Gesù, ma per vedere come andrà a finire; per la sua temerità nellesporsi al pericolo e nel rimanervi anche dopo essere stato avvertito; per la sua paura della morte e il rispetto umano che lo porta ad insistere con giuramento e imprecazioni davanti ad una donnicciola.
S. Pietro, figlie mie, viene atterrato da una donnicciola, come lo fu Adamo nel paradiso.
La penitenza di S. Pietro è provocata dallo sguardo di Gesù che libera lApostolo dagli artigli del lupo infernale. Lo sguardo di Gesù è efficace perché fa uscire immediatamente S. Pietro da quel luogo, e pieno di amarezza e di grande compassione, tanto che spinge lApostolo a piangere il suo peccato.
Le accuse che fanno a Gesù sono false ed il reo è lo stesso Dio Onnipotente, con le mani legate; lInnocenza stessa contro la quale non si trovano capi daccusa; la Mansuetudine che non si difende. E il Dio amoroso, che li chiama a riconoscerlo. Infatti, a Caifa che gli chiede se è il Figlio di Dio benedetto, risponde di sì e che verrà a giudicare il mondo. Questo dice Gesù per farli intimorire e ritrarre dal loro peccato.
Trasgredendo lordinamento giudiziario, i falsi testimoni sono giudici presi da quella stessa assemblea; essi come calunniatori sono vergognosamente smentiti dalle loro stesse accuse che non coincidono. Caifa si trasforma da giudice in accusatore, mentre i circostanti si trasformano in giudici quando alla domanda del Pontefice Che ve ne pare? esclamano: E reo di morte.
Le sofferenze di Gesù in casa di Caifa, durante la notte dopo la sentenza, figlie mie, sono causate dagli sputi con cui i giudici e i carnefici gli coprono il volto; dallo straccio sporco con cui gli bendano gli occhi perché non si veda laspetto del suo Volto divino, che suscita turbamento nei carnefici; dai colpi e dalle ferite prodotte con le mani e con i piedi in tutto il corpo; dai capelli che gli vengono strappati con incredibile crudeltà; dalle ingiurie con cui viene chiamato samaritano, beone, indemoniato; dalle beffe di chi gli dice: Profeta, chi ti colpisce?; dallalternarsi degli aguzzini durante tutta la notte, con il fine di continuare a tormentarlo e non lasciarlo dormire.Terza stazione: Gesù passando dalla casa di Caifa a quella di Pilato soffre orribilmente per lo stato in cui si trova e per il modo come lo conducono. Gesù soffre vedendo lansia con cui gli scribi e i farisei attendono che si faccia presto giorno per poter uccidere il Redentore del mondo; e soffre nel vedere che lautorità sacerdotale cede la causa a quella secolare. Soffre per lo schiamazzo infernale dei soldati e del popolo quando passa per le strade di Gerusalemme, dove molta gente accorre a vederlo; per il giudizio negativo che Pilato formula di Lui; per essere accusato da gente di rango come un malfattore. Gesù è accusato di essersi dichiarato Figlio di Dio; di andare contro Cesare, negandogli il tributo e di proclamarsi Re sobillando il popolo. Soffre per la disperazione e il suicidio di Giuda, che si è impiccato quando ha compreso la gravità infinita del suo delitto e non ha saputo riconoscere la Misericordia e lAmore di Dio; soffre per lostinazione dei sacerdoti nella loro malvagità, pur avendo sentito Giuda proclamare linnocenza e la divinità di Gesù.
Il motivo che fa tacere Gesù davanti a Pilato, figlie mie, è la dignità della sua persona, per cui Egli parla soltanto quando sono in causa il suo regno e la sua divinità, mentre ritiene non conforme alla propria dignità parlare di tutto il resto. Gesù ci insegna così a non presentare mai scuse vane, e a riflettere che Egli, pur potendo presentare giustissime ragioni, ha preferito tacere.
Grande è la meraviglia di Pilato, sia nel vedere che Gesù tace pur trattandosi di una questione di vita o di morte per Lui che viene presentato come reo, sia nel rilevare il contrasto tra il silenzio, la dignità e la mansuetudine di Gesù e le grida tumultuose dei Principi dei Sacerdoti.
Quarta stazione: Gesù è portato dalla casa di Pilato a quella di Erode. Qui soffre perché, man mano che si fa giorno, aumenta la folla per le strade; maggiore è la rabbia dei giudei che sia differita la sentenza, e più numerose le ingiurie, le bestemmie, gli urli e lo strepito dei soldati, degli aguzzini e del popolaccio.
Il silenzio di Gesù davanti a Erode, al quale neppure volge lo sguardo, è un castigo per la scomunica che pesa sul tiranno a motivo delluccisione del Battista e dello scandalo che dà al popolo per il suo concubinato con Erodiade, la moglie di suo fratello; per la sua frivola curiosità di vedere Gesù compiere qualche miracolo al fine di divertirsi e burlarsi di Lui; per la superbia con cui si reputa saggio, mentre giudica Gesù pazzo o idiota; e per il suo odio contro gli abitanti di Gerusalemme. Egli infatti disprezzando Gesù, crede di disprezzare i giudei che gli hanno presentato a giudizio come un uomo temibile Colui che egli considera un re demente.
Erode rimette Gesù a Pilato, dopo averlo fatto ricoprire di un vestito bianco e avergli posto in mano una canna come scettro, in segno di re pazzo di cui burlarsi. Nel Pretorio si rinnovano gli affronti, gli scherni e le ingiurie.
I tribunali ingiusti che perseguitano Gesù rappresentano, figlie mie, la malvagità che perseguita linnocenza; cioè il Giusto perseguitato dallingiusto per altissimi fini della Provvidenza.
Rappresentano la Passione del nostro Redentore le virtù cardinali della prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.
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ultimo aggionamento 13 giugno, 2009