ESPERIENZE

Bernadette Ucci

Canto la gioia della povertà interiore

 

Ti ringrazio, Signore, perché mi hai messo in cuore l’amore per la povertà.
Avevo la mente carica di pensieri ed ho voluto liberarmene per restare con te, Signore, ed accogliere i tuoi pensieri.
Avevo il cuore colmo di afflizione ed ho voluto alleggerirlo riempendolo del tuo dolore d’amore.
Avevo l’amor proprio gonfio di importanza per ciò che ero e me ne sono spogliata per dare importanza solo a Te che eri e sei da sempre.
Avevo la volontà carica di progetti e li ho svenduti al tempo perché mi lasciasse i giorni restanti per dire “sì” all’opera tua.
Sì, la tua opera, Signore, rincorro senza sapere dove mi porta e nel lasciarmi andare alla perfetta tessitura delle tue mani libra leggera la mia povertà.
Dovunque mi vuoi non metto casa, né lascio l’orma del mio passaggio.
Vado qua e là sospinta dalla tua grazia.
Con Te mi poso su un’anima stanca, con Te me ne allontano al tempo giusto.
Dispenso la tua gioia per rallegrare i cuori spenti, ma non mi affeziono all’idea di averla portata.
Le mie soddisfazioni più non riconosco, perché Tu colmi tutto il mio spazio personale.
Può dare senza mai privarsi solo chi ha deciso di non avere nulla per scelta, carità e convinzione e il tutto insegue in Te che sei l’Amore.
Chi non è povero non ama che sé e tutto perde fra le cose finite.
Solo la povertà interiore può restituire la pace delle cose infinite. Essa, Signore, è proprio l’unica condizione reale che ci permette di vivere in Te.

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ultimo aggionamento 05 maggio, 2005