LA PAROLA DEL PAPA

 

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Giovanni Paolo II

 

Testimoni di Cristo nel nuovo Millennio

 

 

 

 

Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II
ai partecipanti al congresso del laicato cattolico 21 Novembre 2000


Quanto è grande la tua bontà, Signore. / La riservi per coloro che ti temono, / ne ricolmi chi in te si rifugia / davanti agli occhi di tutti.

Sal 31


Benedetto il Signore, / che ha fatto per me meraviglie di grazia / in una fortezza inaccessibile.

(Sal 31, 16-25)

Al Venerato Fratello Cardinale James Francis Stafford Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici

1. Nei prossimi giorni si svolgerà a Roma, sul tema “Testimoni di Cristo nel nuovo Millennio”, il Congresso del laicato cattolico promosso da codesto Pontificio Consiglio per i Laici. Si tratta di una felice iniziativa che, nel corso del Grande Giubileo, costituirà per i partecipanti un’ulteriore occasione di crescita nella fede e nella comunione ecclesiale. L’assemblea vedrà, infatti, la presenza di molti laici insieme a Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, rappresentanti idealmente l’intero popolo dei battezzati nel Signore, i christifideles che, tra le tribolazioni del mondo e le consolazioni di Dio (cfr 2 Cor 1,4), camminano verso la casa del Padre. Il Congresso potrà così essere un momento di riflessione e di dialogo, di condivisione della fede e di preghiera, ben inserito nel quadro delle celebrazioni del Giubileo dell’apostolato dei Laici, il cui culmine sarà la Santa Messa in Piazza San Pietro, il giorno della solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo.
Attraverso di Lei ringrazio il Pontificio Consiglio per i Laici, che ha voluto promuovere questa stimolante iniziativa, che ci pone all’ascolto di quanto lo Spirito dice alla Chiesa (cfr Ap 2,7) mediante l’esperienza di fede di tanti laici cristiani, uomini e donne del nostro tempo.
2. Il Congresso si riallaccia idealmente ad altri grandi raduni di fedeli laici che, negli ultimi cinquant’anni, hanno segnato tappe importanti del cammino di promozione e di sviluppo del laicato cattolico. Penso in particolare ai Congressi mondiali dell’apostolato dei laici svoltisi a Roma rispettivamente nel 1951, nel 1957 e poi nel 1967, nell’immediato post-Concilio. E penso anche alle due Consultazioni mondiali del laicato cattolico organizzate dal Pontificio Consiglio per i Laici in occasione dell’Anno Santo del 1975 e in preparazione alla VII Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi del 1987, i cui risultati ho raccolto nell’Esortazione Apostolica Christifideles laici.
A tale proposito, l’attuale assemblea, come ho già avuto modo di sottolineare, “potrà fungere da ricapitolazione del cammino del laicato dal Concilio Vaticano II al Grande Giubileo dell’Incarnazione” (L’Osservatore Romano, 1-2 marzo 1999, p. 5). Partendo da un bilancio dell’attuazione degli insegnamenti del Concilio nella vita e nell’apostolato dei laici, il vostro incontro contribuirà sicuramente ad imprimere uno slancio rinnovato al loro impegno missionario. Dimensione essenziale della vocazione e della missione del cristiano è quella di rendere testimonianza della presenza salvifica di Dio nella storia degli uomini, come dice felicemente il tema del Congresso: “Testimoni di Cristo nel nuovo millennio”.
3. Gli ultimi decenni del XX secolo hanno visto fiorire nella Chiesa i semi di un’incoraggiante primavera spirituale. Come, ad esempio, non essere grati a Dio per la più chiara consapevolezza che i fedeli laici - uomini e donne - hanno acquisito della propria dignità di battezzati divenuti “creature nuove”; della propria vocazione cristiana; dell’esigenza di crescere, nell’intelligenza e nell’esperienza della fede, come christifideles, ossia come veri discepoli del Signore; della propria adesione alla Chiesa?
Al tempo stesso, però, in un clima di diffusa secolarizzazione, non pochi credenti sono tentati di allontanarsi dalla Chiesa e purtroppo si lasciano contagiare dall’indifferenza o cedono a compromessi con la cultura dominante. Tra i fedeli non mancano, poi, atteggiamenti selettivi e critici nei confronti del magistero ecclesiale. Per risvegliare nelle coscienze dei cristiani un più vivo senso della loro identità, c’è dunque bisogno, nel quadro del Grande Giubileo, di quel serio esame di coscienza di cui parlavo nella Tertio millennio adveniente (cfr n. 34). Ci sono domande essenziali, che nessuno può eludere: Che cosa ho fatto del mio battesimo e della mia cresima? Cristo è veramente il centro della mia vita? La preghiera trova spazio nelle mie giornate? Vivo la mia vita come una vocazione e una missione? Cristo continua a ricordarci: “Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mando... Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 13.14.16).
4. La vocazione e la missione dei fedeli laici si possono comprendere soltanto alle luce di una rinnovata consapevolezza della Chiesa “come sacramento o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen gentium, 1), e del personale dovere di aderire più saldamente ad essa. La Chiesa è un mistero di comunione che ha origine nella vita della Santissima Trinità. E’ il Corpo mistico di Cristo. È il Popolo di Dio, che unito dalla stessa fede, speranza e carità cammina nella storia verso la definitiva patria celeste. E noi, come battezzati, siamo membra vive di questo meraviglioso e affascinante organismo, alimentato dai doni sacramentali, gerarchici e carismatici che gli sono coessenziali. Per questo, oggi più che mai è necessario che i cristiani, illuminati e guidati dalla fede, conoscano la Chiesa quale essa è, in tutta la sua bellezza e santità, per sentirla ed amarla come propria madre. Ed a tal fine è importante risvegliare nell’intero Popolo di Dio il vero sensus Ecclesiae, unito all’intima consapevolezza di essere Chiesa, mistero cioè di comunione.
5. Alle soglie del terzo millennio Dio chiama i credenti, in modo speciale i laici, ad un rinnovato slancio missionario. La missione non è un’aggiunta alla vocazione cristiana. Anzi, ricorda il Concilio Vaticano II, la vocazione cristiana è per sua natura vocazione all’apostolato (cfr Apostolicam actuositatem, 2). Cristo va annunciato con la testimonianza di vita e con la parola, e, prima di essere impegno strategico ed organizzato, l’apostolato comporta la grata e lieta comunicazione a tutti del dono dell’incontro con Cristo. Una persona, o una comunità, matura dal punto di vista evangelico è animata da un’intensa passione missionaria che la spinge a rendere testimonianza a Cristo in ogni circostanza e situazione, in ogni contesto sociale, culturale e politico. A questo proposito, come insegna il Concilio Vaticano II, “per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall’interno, a modo di fermento, alla santificazione del mondo” (Lumen gentium, 31).
Carissimi Fratelli e Sorelle, la Chiesa ha bisogno di voi e conta su di voi! La promozione e la difesa della dignità e dei diritti della persona umana, oggi più urgente che mai, richiede il coraggio di individui animati dalla fede, capaci di un amore gratuito e ricco di compassione, rispettosi della verità sull’uomo, fatto a immagine di Dio e destinato a crescere sino alla piena statura di Cristo Gesù (cfr Ef 4, 13). Non scoraggiatevi di fronte alla complessità delle situazioni! Ricercate nella preghiera la sorgente di ogni forza apostolica; attingete dal Vangelo la luce che dirige i vostri passi.
La complessità delle situazioni non deve scoraggiarvi, ma deve invece spingervi a ricercare con saggezza e coraggio risposte adeguate alla domanda di pane e di lavoro e alle esigenze di libertà, di pace e di giustizia, di condivisione e di solidarietà.
6. Cari fedeli laici, uomini e donne, voi siete chiamati ad assumervi, con generosa disponibilità, la vostra parte di responsabilità anche per la vita delle comunità ecclesiali a cui appartenete. Il volto delle parrocchie, chiamate ad essere accoglienti e missionarie, dipende da voi. Nessun battezzato può rimanere ozioso. Partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo e arricchiti da molteplici carismi, i laici cristiani possono dare il proprio contributo nell’ambito della liturgia, della catechesi, di iniziative missionarie e caritative di vario genere. Alcuni, poi, possono essere chiamati ad assumere uffici, funzioni o ministeri non ordinati sia a livello parrocchiale che a livello diocesano (cfr Christifideles laici, 14). Si tratta di un servizio prezioso e, in varie regioni del mondo, sempre più indispensabile. Tuttavia, è da evitare il rischio di snaturare la figura del laico con un suo eccessivo ripiegamento sulle esigenze intra-ecclesiali. Occorre dunque rispettare, da un lato, l’identità propria del fedele laico e, dall’altro, quella del ministro ordinato, mentre la collaborazione tra fedeli laici e sacerdoti e, nei casi e secondo le modalità stabiliti dalla disciplina ecclesiale, la supplenza dei sacerdoti da parte di laici devono espletarsi nello spirito della comunione ecclesiale, in cui compiti e stati di vita sono avvertiti come complementari e si arricchiscono a vicenda (cfr Istruzione su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti).
7. La partecipazione dei fedeli laici alla vita e alla missione della Chiesa viene espressa e sostenuta anche da diverse aggregazioni, molte delle quali rappresentate in questo Congresso. Soprattutto ai nostri tempi, esse costituiscono un significativo mezzo per una formazione cristiana più approfondita e per un’attività apostolica più incisiva. Il Concilio Vaticano II afferma: “Le associazioni non sono fini a se stesse, ma devono servire a compiere la missione della Chiesa nei riguardi del mondo; la loro incidenza apostolica dipende dalla conformità con le finalità della Chiesa e dalla testimonianza cristiana e dallo spirito evangelico dei singoli membri e di tutte le associazioni” (Apostolicam actuositatem, 19). Pertanto, al fine di rimanere fedeli alla propria identità, le aggregazioni laicali devono sempre tornare a confrontarsi con i criteri di ecclesialità dei quali ho scritto nell’Esortazione Apostolica Christifideles laici (cfr n. 30).
Possiamo oggi parlare di una “nuova stagione aggregativa dei fedeli laici” (ivi, 29). E’ uno dei frutti del Concilio Vaticano II. Accanto alle associazioni di lunga e benemerita tradizione, osserviamo una vigorosa e diversificata fioritura di movimenti ecclesiali e nuove comunità. Questo dono dello Spirito Santo è un altro segno di come Dio trovi sempre risposte adeguate e tempestive alle sfide lanciate alla fede e alla Chiesa in ogni epoca storica. Anche qui, bisogna ringraziare le associazioni,i movimenti e le aggregazioni ecclesiali per l’impegno da essi profuso nella formazione cristiana e per l’entusiasmo missionario che continuano a portare nella Chiesa.
8. Carissimi Fratelli e Sorelle! In questi giorni voi condividete riflessioni ed esperienze, facendo un bilancio del cammino percorso e volgendo lo sguardo al futuro. Guardando al passato, potete constatare chiaramente quanto sia essenziale per la vita della Chiesa il ruolo dei laici. Come non ricordare qui le dure persecuzioni che la Chiesa del ventesimo secolo ha subito in vaste aree del mondo? E’ stato soprattutto grazie alla coraggiosa testimonianza di fedeli laici, non di rado fino al martirio, se la fede non è stata cancellata dalla vita di popoli interi. L’esperienza dimostra che il sangue dei martiri diventa seme di confessori e noi cristiani dobbiamo molto a questi “militi ignoti della grande causa di Dio” (Tertio millennio adveniente, 37).
Quanto al futuro, ci sono tanti motivi per avviarci nel nuovo millennio con fondata speranza. La primavera cristiana, di cui non pochi segni possiamo già intravvedere (cfr Redemptoris missio, 86), è percepibile nella scelta radicale della fede, nell’autentica santità di vita, nello straordinario zelo apostolico di molti fedeli laici, uomini e donne, giovani, adulti e anziani. È pertanto compito della presente generazione recare il Vangelo all’umanità di domani. Siete voi i “testimoni di Cristo nel nuovo millennio”, come dice il tema del vostro Congresso. Siatene ben consapevoli e rispondete con pronta fedeltà a quest’urgente chiamata missionaria. La Chiesa conta su di voi!
Auguro ogni buon esito ai lavori della vostra assemblea e, mentre invoco su ciascuno la protezione di Maria Regina degli Apostoli e Stella della nuova evangelizzazione, di cuore invio a Lei, Signor Cardinale, ed a tutti i partecipanti la mia speciale Benedizione, che volentieri estendo alle persone care ed a quanti incontrate nel vostro apostolato.

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“Per liberare l’uomo dai propri timori esistenziali, da quelle paure e minacce che sente incombenti da parte di individui e Nazioni, per rimarginare le tante lacerazioni personali e sociali, è necessario che alla presente generazione… sia rivelato il ‘mistero del Padre e del suo amore’. L’uomo ha intimamente bisogno di aprirsi alla misericordia divina, per sentirsi radicalmente compreso nella debolezza della sua natura ferita”

(Santo Padre Giovanni Paolo II, 22.11.1981).

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ultimo aggionamento 27 aprile, 2002