Carissimo,
stavolta scrivo a te, o mio Dio.
A te che mi hai sempre amato in modo ingiusto, esagerato. A te che ripari ogni
giorno le mie ali ferite (quanti strappi, quante lacerazioni che non si vedono!), a te che
sei mio amico, fratello, padre.
Guardarti, vedere i tuoi occhi di perdono, di consolazione, darti la mano, ascoltarti,
starti vicino, fare delle lunghe passeggiate con te.
Volerti bene, telefonarti, incontrarmi con te, affacciarmi sul mondo con il tuo sguardo,
con le tue parole, con il tuo amore, cucire la tua misericordia sulla mia carne.
Pregarti così:
- buongiorno, Gesù!
- Come stai? Che gioia incontrarti!
- Mi sembri così triste, questa mattina. Che ti è successo?
- Cè qualcosa in cui posso esserti utile?
- Ti prego, non nascondermi nulla, sarò felice di poterti aiutare.
Parlarti di quelli che soffrono:
- mi dispiace che tu labbia saputo. Io non volevo dirti niente. Ti
do sempre una infinità di guai e di preoccupazioni.
Restare con la nostalgia di te:
- è possibile rivederci? A quando? Ho bisogno di sapere tante cose, di
conoscere la tua città, di pigliarci un caffè insieme
Adesso, non voglio farti, per carità, una lezione
di ottimismo,
però, i tempi che viviamo sono una grande prova del bisogno che abbiamo di te, di amare
te, di credere nel tuo Regno, di diventare profezia di questo giorno che ci sarà.
Penso alla Madonna. Ti confido una cosa (tu non sei geloso, è vero?), dovevo dirtela da
tempo: mi vado innamorando, sempre più, della Madonna.
Sì, questa lettera, per conoscenza, è diretta anche a te, o Maria.
Maria, ragazza fatta per amare.
Perdona, o Maria, le mie mani sul tuo volto.
Nino Barraco