SULLE ORME DI MADRE SPERANZA
I Figli e le Ancelle dell'Amore Misericordioso nel mondo
Rosario Vizzini
P. Alessandro Giambra
Si è concluso il 27/1/2001 il viaggio di Padre Alessandro Giambra e di Rosario Vizzini dalla Sicila al Kerala, in India, dove ormai da anni lavorano le Ancelle e i Figli dell'Amore Misericordioso. Così ci hanno partecipato la loro esperienza e le loro emozioni.
Esprimere per iscritto quanto abbiamo ecc. provato vivendo la Missione dellIndia è davvero difficile, perché linchiostro non scatena le emozioni che trasmettono gli odori, i colori, i volti, i luoghi, la natura, il contatto umano, il desiderio di riscatto, aiuto solidarietà.
Potere fare a meno di tutte le cose che per noi ci sembrano indispensabili, come la TV, il frigorifero, il telefono, diventano accessori privi di significato e di utilità, in una realtà in cui il trascorrere del tempo non è danaro, né stress.
In questo momento il sentimento di gratitudine va al Signore, che ci ha fatto toccare con mano che cosa significhi veramente vivere il Giubileo. Alle Suore e ai Figli dellAmore Misericordioso, che sono rimasti lì, e che ci hanno ospitato e fatto toccare con mano cosa significa annunciare il Vangelo ai veri poveri.
I poveri dellIndia, che sanno sorridere alla vita nonostante, la vivano in maniera precaria e difficile, in mezzo ad una natura rigogliosa e splendida, che rappresenta la cornice ideale di un popolo povero ma dignitoso.
Siamo andati por donare ma abbiamo ricevuto tanta gioia per le piccole cose: di una fede Cristiana vissuta nonostante le molteplici diversità culturali e religiose.
Le famiglie che abbiamo visitato nel villaggio di NANTHITICKAL, dove operano i missionari, sono pescatori, quindi gente umile e povera che ci ha fatto rivivere le esperienze di Gesù, "spesso" siamo andati in barca per raggiungere luoghi, case e capanne, e lì siamo stati accolti da tanti bambini sorridenti e cordiali come se incontrassero loro parenti, ritornati da terre lontane.
Il pozzo che abbiamo fatto costruire servirà, non solo ai Cristiani, ma anche alle famiglie Indù e Mussulmane che sono già assistite dalle Suore.
Nonostante "il caldo", 35° in inverno, ci sentiamo a casa, anche se con ritmi ed orari differenti; infatti i canti che quotidianamente sentiamo, ci svegliavano alle 4:00 del mattino, con le oblazioni Indù, seguite dalle preghiere craniche dellIslam, ed infine il suono della campana della Chiesa cattolica, che ci vedeva impegnati nella celebrazione della Messa alle ore 6:30.
Giornalmente uomini e donne con fede partecipavano alla celebrazione eucaristica, con tanta devozione, prostrandosi e sedendosi per terra.
Le Suore che sono presenti già da cinque anni hanno avviato un dispensario con un medico e due infermiere che quotidianamente, visitano gli ammalati, che si recano in questo unico centro di cura della zona. Le ragazze del villaggio, ogni pomeriggio alle 16:00 ricevono lezioni di taglio e cucito.
Visitando le loro case, costruite con mura di terracotta, e tetti di rami di palme di cocco, ci colpiva la semplicità dei loro arredamenti, costituiti da due pentole, un tavolo e delle tavole utilizzate per letto. Fondamentali, le immagini sacre davanti ai loro ingressi e allinterno delle case, segno di una vera identità, che in queste condizioni riesce ad illuminare ed irradiare speranza. Ci rimarrà inciso nei nostri cuori e menti, il calore dei loro sguardi, ma soprattutto la profondità degli occhi neri dei bambini che abbiamo incontrato.
Questa nostra esperienza di aiuto umanitario, è stata possibile grazie alla fiducia e generosità di tutti coloro che hanno partecipato al "Progetto India"; il nostro non è stato un addio, ma un arrivederci e un impegno a continuare. Lasciandoci alle 3:00 del mattino per il ritorno in Italia, ci siamo salutati con emozione e con una parola dordine: "meglio lasciarci momentaneamente, che non esserci mai incontrati".
Rosario VIZZINI
P. Alessandro GIAMBRA
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ultimo aggionamento 16 agosto, 2001