LA PAROLA DEL PAPA |
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Festa degli amici di Dio
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Il Signore ama il suo popolo, incorona gli umili (anawim) di vittoria
(Salmo 149, v.4)
1. Esultino i fedeli nella gloria, sorgano lieti dai loro giacigli. Questo appello del Salmo 149, che è stato appena proclamato, rimanda ad unalba che sta per schiudersi e vede i fedeli pronti a intonare la loro lode mattutina. Tale lode è definita, con unespressione significativa, un canto nuovo (v. 1), cioè un inno solenne e perfetto, adatto ai giorni finali, in cui il Signore radunerà i giusti in un mondo rinnovato. Tutto il Salmo è percorso da unatmosfera festosa, inaugurata già dallalleluia iniziale e ritmata poi in canto, lode, gioia, danza, suono dei timpani e delle cetre. La preghiera che questo Salmo ispira è lazione di grazie di un cuore colmo di religiosa esultanza.
2. I protagonisti del Salmo sono chiamati, nelloriginale ebraico dellinno, con due termini caratteristici della spiritualità dellAntico Testamento. Per tre volte essi sono definiti innanzitutto come hasidim (vv. 1.5.9), cioè i pii, i fedeli, coloro che rispondono con fedeltà e amore (hesed) allamore paterno del Signore.
La seconda parte del Salmo desta meraviglia, perché è piena di espressioni belliche. Ci sembra strano che, in uno stesso versetto, il Salmo metta insieme le lodi di Dio nella bocca e la spada a due tagli nelle loro mani (v. 6). Riflettendo, possiamo capire il perché: il Salmo fu composto per dei fedeli che si trovavano impegnati in una lotta di liberazione; combattevano per liberare il loro popolo oppresso e rendergli la possibilità di servire Dio. Durante lepoca dei Maccabei, nel II secolo a.C., i combattenti per la libertà e per la fede, sottoposti a dura repressione da parte del potere ellenistico, si chiamavano proprio hasidim, i fedeli alla Parola di Dio e alle tradizioni dei padri.3. Nella prospettiva attuale della nostra preghiera questa simbologia bellica diventa unimmagine dellimpegno di noi credenti che, dopo aver cantato a Dio la lode mattutina, ci avviamo per le strade del mondo, in mezzo al male e allingiustizia. Purtroppo le forze che si oppongono al Regno di Dio sono imponenti: il Salmista parla di popoli, genti, capi e nobili. Eppure egli è fiducioso perché sa di aver accanto il Signore che è il vero Re della storia (v. 2). La sua vittoria sul male è, quindi, certa e sarà il trionfo dellamore. A questa lotta partecipano tutti gli hasidim, tutti i fedeli e i giusti che con la forza dello Spirito conducono a compimento lopera mirabile che porta il nome di Regno di Dio.
4. SantAgostino, partendo dai riferimenti del Salmo al coro e ai timpani e cetre, commenta: Che cosa rappresenta un coro? [ ] Il coro è un complesso di cantori che cantano insieme. Se cantiamo in coro dobbiamo cantare daccordo. Quando si canta in coro, anche una sola voce stonata ferisce luditore e mette confusione nel coro stesso (Enarr. in Ps. 149: CCL 40,7,1-4).
E riferendosi poi agli strumenti utilizzati dal Salmista, si chiede: Perché il Salmista prende in mano il timpano e il salterio? Risponde: Perché non soltanto la voce lodi il Signore, ma anche le opere. Quando si prendono il timpano e il salterio, le mani si accordano alla voce. Così per te. Quando canti lalleluia, devi porgere il pane allaffamato, vestire il nudo, ospitare il pellegrino. Se fai questo, non è solo la voce che canta, ma alla voce si armonizzano le mani, in quanto con le parole concordano le opere (ibid., 8,1-4).5. Cè un secondo vocabolo con cui sono definiti gli oranti di questo Salmo: essi sono gli anawim, cioè i poveri, gli umili (v. 4). Questa espressione è molto frequente nel Salterio e indica non solo gli oppressi, i miseri, i perseguitati per la giustizia, ma anche coloro che, essendo fedeli agli impegni morali dellAlleanza con Dio, vengono emarginati da quanti scelgono la violenza, la ricchezza e la prepotenza. In questa luce si comprende che quella dei poveri non è soltanto una categoria sociale ma una scelta spirituale. Questo è il senso della celebre prima Beatitudine: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli (Mt 5,3). Già il profeta Sofonia si rivolgeva così agli anawim: Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini; cercate la giustizia, cercate lumiltà, per trovarvi al riparo nel giorno dellira del Signore (Sof 2,3).
6. Ebbene, il giorno dellira del Signore è proprio quello descritto nella seconda parte del Salmo quando i poveri si schierano dalla parte di Dio per lottare contro il male. Essi, da soli, non hanno la forza sufficiente, né i mezzi, né le strategie necessarie per opporsi allirrompere del male. Eppure la frase del Salmista non ammette esitazioni: Il Signore ama il suo popolo, incorona gli umili (anawim) di vittoria (v.4). Si configura idealmente quanto lapostolo Paolo dichiara ai Corinzi: Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono (1Cor 1,28).
Con questa fiducia i figli di Sion (v. 2), hasidim e anawim, cioè i fedeli e i poveri, si avviano a vivere la loro testimonianza nel mondo e nella storia. Il canto di Maria nel Vangelo di Luca - il Magnificat - è leco dei migliori sentimenti dei figli di Sion: lode gioiosa a Dio Salvatore, azione di grazie per le grandi cose operate in lei dal Potente, lotta contro le forze malvagie, solidarietà con i poveri, fedeltà al Dio dellAlleanza (cfr Lc 1,46-55).
Nella prospettiva attuale della nostra preghiera questa simbologia bellica diventa unimmagine dellimpegno di noi credenti che, dopo aver cantato a Dio la lode mattutina, ci avviamo per le strade del mondo, in mezzo al male e allingiustizia.
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ultimo aggionamento 24 giugno, 2001