ESPERIENZE |
La veglia di Dio |
E lalba di un nuovo giorno. I miei occhi si aprono e mi accorgo che tu, Signore, hai vegliato su di me tutta la notte. Paterno e nostalgico allombra dei rumori e delle luci hai vegliato su di me.
E penso con intensa commozione alla tua infinita tenerezza verso ogni creatura sognata da sempre con un progetto ben preciso.
La guardi mentre dorme, inerme e incapace di concepire il male, intervallo di pausa nelloffesa perenne che luomo ti porta da sempre. Egli ha eletto la propria lontananza da te. E non sa che senza te rincorre la morte. E non sa che tu provvedi in ogni cosa al suo esistere e vuoi riversargli il Bene sopra ogni bene.
Non tu al centro dei suoi pensieri, non tu, ma una cieca vanagloria di sé. Egli costruisce e idolatra limmagine artificiosa di se stesso.
Dimentico di essere riflesso di tutto ciò che tu da sempre in Amore comprendi e sei, stolto e forestiero lumano sentire si distacca dalla musica tua, in cui lessere e il divenire sono pienezza di vita perenne.
Stolto luomo, sorretto dalla vacuità di una presunzione ostinata, edifica sul nulla il tempo presente e vive di suggestioni di bellezza.
Acerbo, acre, egli soffre di tutto ciò che da se stesso si infligge. Crede di essere, ma non è. Né può accorgersi di non essere, impegnato comè a vestirsi a festa per coprire il proprio lutto. Assordato dai rumori di un mondo funesto, dove festini e luminarie accecano, pure evocando lannuncio di morte, egli resta pur sempre determinato a non volgersi a te.
E tu, leterno dimenticato, attendi la notte per coglierlo nel sonno e versare il tuo pianto sul suo cuore assopito.
Allalba ti avrà di nuovo dimenticato.
[Home page | Sommario Rivista]
realizzazione nuovacedis@edisons.it
ultimo aggionamento 24 giugno, 2001