ASSOCIAZIONE LAICI
Gaetano Storace
ALAM:
Prendi il largo
Premessa:
Le cose che vi dirò mi introducono con una richiesta di perdono: se la consegna assai delicata e preziosa dello Statuto e poi del conseguente Regolamento dellAlam non sono stati sufficientemente compresi e quindi accolti e condivisi nei nostri gruppi, in spirito di fedeltà e di continuità con la nostra, sia pur breve, tradizione.Adesso si impone una precisazione, direi, autorevole. La nostra Equipe nazionale, nellespressione del suo coordinatore, ha come dovere davanti a Dio di consegnare alla sua comunità, (i propri gruppi) una fedeltà alla storia, una fedeltà alla tradizione, una fedeltà a ciò che lo Spirito ha fatto e che continua ad operare. Se questo è mancato, allindomani dellapprovazione dello Statuto, io e tutti voi chiediamo perdono al Signore. Allora dobbiamo riaffermare la verità della nostra storia per non far più proliferare in mezzo a noi tensioni e difficoltà. Dobbiamo riappropiarci della verità dello Spirito in mezzo a noi: questo è fare memoria e profezia.
E voglio essere audace nello Spirito, perchè nellaudacia cè solo amore. Davanti allamore si può dire solo una cosa: Non so amare e mai Non voglio amare. Nessuno di noi, un responsabile, quanto più in alto sta, tanto più non può dire: Non voglio amare. Dobbiamo amare la nostra storia, piena di contraddizioni, di tensioni, di difficoltà; dobbiamo amarla e nessuno dica: Non voglio, non ce la faccio.
non amare ciò che si fa, può essere una colpa.
Questo è il contrario di lasciarsi guidare dallo Spirito.
Allora entriamo in questa prospettiva nellascoltare le cose che diremo.
- Prima cosa importante: Siamo ed apparteniamo ad unassociazione ecclesiale, manca solo limprimatur ufficiale della Chiesa; ecco allora che la nostra storia di appena cinque anni qualifica la nostra identità spirituale: Cè un Dio Padre, ricco di Misericordia, un Figlio e uno Spirito Santo, poi cè una fondatrice, madre Speranza, nel cui cuore il buon Gesù genera un carisma; quel carisma fa partire una missione specifica; chi è attratto da quel carisma aderisce e partecipa alla vita dellassociazione.
- E chiaro? Vi sembra la nostra storia?
- Siamo qui perchè è stato suscitato nel nostro cuore il desiderio di abbracciare la causa di un vero cambiamento di vita, che si apra misericordiosamente - a tutte le manifestazioni della vita cristiana. Allora, davanti a questa esperienza che stiamo maturando, la nostra identità deve essere sempre più profondamente ecclesiale; per cui dobbiamo sentirci profondamente veri.- Siamo inseriti come associazione nelle Costituzioni FAM (art. 25): cè stato un pronunciamento ufficiale. Congregazioni e Alam approfondiscono e chiariscono le problematiche inerenti ai loro rapporti (vedi incontri con i singoli generali). Sperando di non peccare di presunzione, cerchiamo di capire questaltro passaggio: Il carisma dellAmore Misericordioso non è di proprietà delle due Congregazioni, ma anche di noi possiamo pensarlo, viverlo, strutturarlo in uno spirito di collaborazione e questo permetterà ad entrambi di muoversi continuamente nella autenticità della propria vocazione. Per essere più chiaro siamo noi stessi soggetti, protagonisti del cammino e delle modalità di attuazione del carisma.
- Volete che parliamo dei nostri carismi? Un elenco interminabile. Che vita scomoda ci siamo scelti; abbiamo scelto lesperienza più scomoda nella Chiesa. La Chiesa è fatta di diversità, di doni, di atteggiamenti: dobbiamo avere la capacità e il respiro ecclesiale per accogliere questa diversità e non cercare subito loccasione per giudicare, per fare graduatorie. Chi non è convinto di questo non muore, allora, ogni giorno. Solo se si soffre ogni giorno, a causa di questa diversità, si comprende che essa è Grazia. Benedire sempre coloro che protestano, coloro che se ne vanno, coloro che ci fanno far fatica star insieme; benedire sempre, perchè cè Grazia che passa, vita nuova che può rigenerarsi a partire dalle sofferenze. Questo è il mistero di Cristo, altrimenti saremmo già dei salvati, dei rinnovati. Detto questo vi leggo velocemente per una riflessione-lampo 2 articoli dello Statuto, il 4 e il 5.
- Queste cose, noi dellEquipe nazionale, ci auguriamo che voi le testimoniate, anzi le testimoniamo, nel desiderio, nelle decisioni, nelle opere: bisogna fare gli interessi dellAmore Misericordioso. Solo allora saremo capaci di instaurare relazioni fraterne e non funzionali.
- LAmore Misericordioso, tramite Madre Speranza, ci chiama ad essere umili e a stare dove serve, cioè dove Lui vuole che noi serviamo: ecco la nostra forza di comunione. Prendiamo il largo tutti quanti noi qui presenti. Ripercorriamo gli articoli 12 e 13 dello Statuto: da ciò possiamo capire che la forza di incidenza che la nostra comunione può avere è inimmaginabile.
- Siete e appartenete sono le due espressioni di Giovanni Paolo II. Siete si riferisce alla nostra identità; appartenete ad unassociazione indica le modalità. Appartenete significa siete parte, cioè rivela la nostra identità: vi muovete nella Chiesa, con la Chiesa, siete di aiuto alla Chiesa, ma se pregate, evangelizzate e testimoniate in comunione con la Chiesa.
- Non abbiamo una grande tradizione in questo senso, dobbiamo crescere, dobbiamo capire le modalità di questa comunione ecclesiale, spesso difficile. La parola comunione, se ancora non labbiamo capita in profondità, è un fatto; la comunione è un fatto, Gesù muore sulla croce per stabilire la comunione tra il cielo e la terra. Un fatto, questa è la comunione. Come ha fatto comunione Dio con gli uomini? Così, morendo per Amore. Come ci chiede di far comunione con i nostri fratelli, comunione ecclesiale? Morendo e risorgendo uniti. Dobbiamo riuscire a comprendere questa nostra vocazione alla comunione: nel 1996 eravamo nellinfanzia, eravamo nellimmaturità: adesso la maturità passa anche dalla purificazione della memoria, ricordando la nostra storia.
- I nostri gruppi devono diventare una famiglia dove si sta bene, dove si deve stare bene, dove i doni di Dio non devono essere spenti o soffocati, dove non si ha paura di osare, di assumersi qualche rischio o responsabilità, dove i fratelli vengono incoraggiati a mettere a disposizione il loro tempo e i doni che Dio ha donato loro; non conservarsi, non risparmiarsi; questa è ed è chiamata ad essere lassociazione dei Laici Amore Misericordioso. Perchè devo morire allidea che non sto facendo niente, quando dietro langolo cè il Signore che mi dà la possibilità di lavorare di nuovo; perchè sto morendo allidea di dover fare quello che voglio io quando il Signore mi vuol far lavorare in un altro modo; perchè devo morire allidea che se non sono eletto io, sono finito, spacciato e vivere nella trepidazione di non sapere che fine farò quando cè un lavoro incredibile da fare, se solo lo vogliamo. Devo invece arrivare alla consapevolezza di sapere che lappartenenza allAlam ci fa essere parte, sì, la più autorevole, la più esposta, la più profetica, ma parte di un corpo più grande. Sono i nostri fratelli, siamo noi stessi che abbiamo avvertito, durante il nostro cammino, di darci impegni di vita comunitaria, di impegnarci a vivere insieme.
Conclusione: La forza che ci ha fatto crescere (16 gruppi più 5 in formazione e altri...se...) e maturare nella considerazione ecclesiale e che ci ha fatto diventare credibili è che ladesione allAlam è sempre unadesione vitale, un atto di fede; non ci sono tessere, non ci sono voti, non ci sono approvazioni preventive. Losservanza di uno Statuto non è sinonimo di appartenenza allAlam, è solo un fatto esteriore, un fatto formale. Al contempo, lo Statuto presenta una serie di realtà pastorali che al loro interno devono essere percepite non una accanto allaltra, ma luna dentro laltra, nel vero cammino di comunione che lo Spirito ci chiede. Quando questo avviene, la legge lascia il posto allamore quando questo avviene in una comunità, in una regione, si cita più facilmente la Parola di Dio che un articolo dello Statuto.
- Ci siamo dati delle regole, come parte di questo tutto, come parte di questa Famiglia. Dobbiamo sforzarci su questo piano a fare cose nuove se serve, altrimenti io con tutti questi miei fratelli dovrei cancellare cinque anni di lavoro dellEquipe nazionale per scongiurare lidea di diventare una mera associazione. Invece siamo talmente convinti da dimenticarci di tutte le cose negative e continuiamo a seguire la corrente di grazia che Gesù misericordioso ci elargisce ogni giorno.
Concludo con la preghiera di Gesù (Gv 17, 6-19) facciamola nostra. Gesù ci insegna ogni giorno ad assumerci responsabilità per il Padre, proteggendo i nostri fratelli: Sono miei, li hai dati a me. Anche noi ripetiamo: Sono miei li hai dati a noi sentendo questa appartenenza a Dio e questa paternità nei confronti dei fratelli: Signore, hai messo nelle nostre mani questa associazione. Questa Equipe nazionale lhai messa nelle mani di Padre Aurelio, Suor Rifugio, di Bruna, di Anna Luisa, di Anna, di Roberto, di Gaetano: quanto più è scomoda, tanto più è Tua; quanto più è scomoda, tanto più potrà essere guidata dallo Spirito.Buon lavoro e avanti...
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ultimo aggionamento 02 dicembre, 2001