STUDI |
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I MASS-MEDIA E LA PACE
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La Pace e la Tv
Il Messaggio per la giornata mondiale della pace, che il Santo Padre ha scritto per tutti gli uomini credenti e non credenti, è tutto costruito su tre parole chiave: Pace Giustizia Perdono. Voglio ragionare su queste parole e, come sempre, sotto il profilo della comunicazione massmediale.
Il linguaggio televisivo, sotto lapparente oggettività di informazione, attribuisce alla parola giustizia significati che nulla hanno a che vedere con la virtù morale. La Pace, identificata con le manifestazioni definite pacifiste - vedi lultima, la Marcia della Pace ad Assisi che ha finito per esaltare la discordia, giocando sullequivoco della parola guerra, creando confusione tra guerra di offesa e guerra di difesa praticamente per andare contro lAmerica del dopo 11 settembre - non è certo tranquillitas ordinis (De civitatis Dei, 19,13); ordine che genera tranquillità, armonia, giustizia, equilibrio e bellezza.
Le trasmissioni-salotto (P.e. Porta a Porta di Vespa, Primo Piano di TG3, Raggio Verde di Santoro), che presentano una Giustizia spettacolo, dentro un teatrino di contestazione, non educano certo la gente a crescere nella dimensione spirituale e viene da sé che anche della pace se ne abbia unopinione che non è fondata su criteri di verità e di giustizia. La pace, infatti, non è assenza di guerra, tantè che le guerre continuano ad esistere con modalità nuove e proprio a queste modalità nuove fa riferimento il messaggio del Papa, il quale, tuttavia, vuole ricordare al mondo che il mistero del male non ha, né può avere lultima parola.
Andando dietro alle chiacchiere dei mezzi di comunicazione di massa, viene il sospetto di pensare che certi contestatori, più interessati al dominio planetario che alla beneficenza, agendo in nome dei poveri, provocano disordini e violenza per mascherare il vero interesse che è il profitto.
Così cresce la confusione mentale e lo smarrimento delle coscienze fino a giungere alloscuramento totale dei criteri etici che fondano le relazioni interpersonali e tra i popoli e quel sottile filo di spiritualità, che ci tiene legati, finisce per rompersi.
La pace non si costruisce se le nazioni e gli uomini continuano a porsi gli uni contro gli altri, bensì se ci si pone nellatteggiamento collaborativo che vede gli uni insieme agli altri e, in questo contesto, il Perdono entra come cerniera che può unire uomini e nazioni.Il punto di vista del Papa
Il Papa, rovesciando la prospettiva, si dichiara convinto che i pilastri della pace sono la giustizia e il perdono. La pace è opera di giustizia e di amore: La vera pace è frutto della giustizia, virtù morale e garanzia legale che vigila sul pieno rispetto di diritti e doveri e sullequa distribuzione di benefici e oneri (Cfr. Documento).
Con la caduta del muro di Berlino è saltato fuori un terrorismo nuovo capace di elaborare strategie più sofisticate, rispetto al passato, che scaturiscono dallodio e producono odio. Questo fenomeno, che si configura nuovo quanto a strategie, deve essere combattuto e condannato, per evitare la confusione tra oppressore e oppresso, ma non cè giustizia senza espressa volontà di perdono.E [ ] poiché la giustizia umana è sempre fragile e imperfetta, esposta comè ai limiti e agli egoismi personali e di gruppo, essa va esercitata e in certo senso completata con il perdono che risana le ferite e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati. Dunque non si costruisce pace autentica se questa non si fonda sulla giustizia e su quella particolare forma dellamore che è il perdono (Cfr. Documento).
Dare e ricevere perdono è sempre la carta vincente e perdonare non vuol dire opporsi alla giustizia, né impedire che verità e giustizia abbiano il loro spazio; perdonare è atto di giustizia che esalta la persona e la conduce ad una umanità più piena e più ricca, capace di riflettere in sé un raggio dello splendore del Creatore (Cfr. Documento).Il Perdono è una scelta personale, una opzione del cuore che va contro listinto spontaneo di ripagare il male col male. Tale opzione ha il suo termine di confronto nellamore di Dio, che ci accoglie nonostante il nostro peccato, e ha il suo modello supremo nel perdono di Cristo [ ] Il perdono ha dunque una radice e una misura divine (Cfr. Documento).
Gesù riconciliandoci col Padre, con la morte in croce, ci ha posto nella duplice condizione di perdonante e di perdonato e perdonante perché perdonato. Dunque il perdono che offro a te è, in realtà, un atto di giustizia che risana le radici di un cuore ferito dallingiustizia; ma perché avvenga questo bisogna che il perdono offerto sia accolto. Solo a questa condizione le persone e le nazioni potranno riconciliarsi.
Ma, da dove il perdono? Esso scaturisce dallamore incredibile di un Dio che cerca con tutti i mezzi di aiutare e rendere felice luomo e gli sta dietro come se non potesse essere felice senza di lui.
La misericordia si configura dunque come gesto di giustizia di un Dio che, conoscendo i limiti delluomo, non si mette lì a contare i peccati, non fa lelenco delle offese ricevute, ma si adopera a ri-crearlo per fare di lui una realtà nuova, sì che luomo vecchio non esiste più.
La vita e il pensiero di Madre Speranza gridano questo Dio che vuole mostrare alluomo di oggi il Suo vero volto di Padre e propongono una cultura di perdono che spiana la strada a quella che il Papa auspica e chiama politica del perdono che è necessaria per superare situazioni dalle quali non si può certamente uscire con strategie umane, perché non risolvono il problema alla radice.
Bisogna che i popoli si convertano e giungano alla consapevolezza che, per costruire la pace, la strada maestra è il perdono; un perdono accolto e donato, chiave che apre le porte a una pace autentica, frutto di giustizia.
In questo momento storico, contrassegnato da eventi drammatici, la Chiesa vuole testimoniare la sua speranza a chi è in preda alla paura, ricordando che: La storia della salvezza [ ] proietta grande luce sullintera storia del mondo, mostrando come questa sia sempre accompagnata dalla sollecitudine misericordiosa e provvida di Dio, che conosce le vie per toccare gli stessi cuori più induriti e trarre frutti buoni anche da un terreno arido e infecondo (Cfr. Documento).
In questo senso le parole del Papa Non cè pace senza giustizia, non cè giustizia senza perdono spalancano il cuore alla speranza che si fonda sulla certezza che è Cristo il vero Salvatore del mondo e il Signore della storia.
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!Nella misura in cui lanima progredisce nella conoscenza e nellamore verso Gesù, la sua vita si unifica e ugualmente la sua contemplazione, la quale diviene via via più semplice, più elevata, più perfetta, poiché lunico oggetto di contemplazione non è altro che il suo Dio, la sua bontà, la sua misericordia e la sua carità nei confronti di coloro che lhanno offeso. Questa persona giunge a sentirsi come rivestita della bontà e della misericordia di Gesù(El pan 2, 73).
Madre Speranza
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ultimo aggionamento 02 febbraio, 2002