ASSOCIAZIONE LAICI
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Gaetano Storace

 

Verso la III Assemblea Nazionale

Collevalenza - 3, 4 e 5 maggio 2002

 

Questo è il momento che il Signore ha scelto per noi laici Amore Misericordioso. Il punto nodale per un rilancio dell’A.L.A.M. sta proprio nel proporre l’Associazione – prima ancora che come servizio – come un’esigente esperienza cristiana.
Questa nostra presenza dentro la Famiglia dell’Amore Misericordioso nasce e si mantiene nella qualità e continuità del cammino di fede perché siamo tenuti a dare risposte alla nostra chiamata vocazionale, che è propria di ogni credente, con una formazione legata alla vita e alla conoscenza sempre più matura del nostro carisma, del nostro essere misericordiosi. Occorre fare gruppo, sentirsi gruppo, verificare le idee attraverso la condivisione ed il discernimento.

Gli incontri di fine Settembre 2001 tra l’Èquipe Nazionale e le èquipe locali, proseguiti poi nel Gennaio di quest’anno, ci hanno aiutato a capire che chi fa A.L.A.M. agisce, verifica, si confronta, ama la sua pur breve tradizione, ma è aperto al nuovo. Gli incontri, inoltre, hanno permesso di mettere in comune ciò che rende bella ed appassionante la nostra esperienza associativa anche nel nuovo millennio.

I nuovi responsabili, che siamo chiamati ad eleggere sia a livello nazionale che locale per il triennio 2002-2005, devono avere ben chiaro, dopo questi sei anni di presenza nella Chiesa e nel mondo, alcuni elementi chiave; devono fare personalmente (insieme ai membri dei propri gruppi) alcune scelte preziose per la vita dell’A.L.A.M.:

Solo trovando una nuova carica di dedizione al Vangelo, al Magistero, agli scritti di Madre Speranza ed alle persone che fanno parte dei gruppi, l’A.L.A.M. troverà nuove energie anche per rigenerarsi e crescere.
Dunque disposta a camminare al fianco dei poveri d’oggi, ad accoglierli nelle relazioni di ogni giorno; condividere con tutti relazioni cariche di umanità, di attenzione, di ascolto, di silenzio o di parole, sapendo intessere dialoghi di umanità significativi più “con i fatti che con le parole”: condividere, essere vicino per esprimere fraternità (la compassione, la commozione di Madre Speranza) e soprattutto per dire a tutti, e prima a noi stessi, che siamo tutti figli di un Dio che ama, ogni uomo così com’è, anzi, è “un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi il modo di confortare, aiutare e far felici i suoi figli e che li segue e li cerca con amore instancabile come se non potesse essere felice senza di loro”.

Con i nostri fratelli Figli e Ancelle dell’A.M., a cui vanno la nostra riconoscenza e gratitudine per averci aperte le porte nel condividere questa magnifica e importante Misericordia di Dio verso ogni uomo, dobbiamo andare oltre il nostro confine, oltre il tempio, verso la vita e la città degli uomini, nelle piazze, lungo le strade, nelle case. In mezzo ai fratelli troveremo Cristo che pensavamo di lasciare abbandonato nelle nostre residenze religiose. Lo troveremo là, tra i sofferenti, gli emarginati e gli smarriti. Tanto più se ci vedranno vivere e lavorare insieme, fianco a fianco.

Affidiamo questi nostri desideri a Maria Mediatrice, che ci faccia da guida in questo complesso e affascinante cammino, e a Madre Speranza, venerabile e presto beata.

Augurando ogni bene, ad ognuno un abbraccio.

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ultimo aggionamento 27 aprile, 2002