FESTA DEL SANTUARIO |
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Nella solennità di questa celebrazione ci accompagnano due immagini suggestive.
Tutti abbiamo dinanzi agli occhi e dentro il cuore la figura tenerissima del papa, gravato dagli anni e dal male, nei giorni (16-19 agosto) della ottava visita in Polonia per la dedicazione del Santuario della Divina Misericordia a Lagiewniki presso Cracovia.
Il Santo Padre ha detto in quelloccasione: Dio ricco di misericordia. Questo motto riassume in un certo modo tutta la verità sullamore di Dio, che ha redento lumanità. Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo (Ef 2,4-5). La pienezza di questo amore si è rivelata nel sacrificio della Croce. Infatti: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). Ecco la misura dellamore di Dio! Ecco la misura della misericordia di Dio!.
In questo annuncio ha commentato di recente il card. Camillo Ruini- trova il suo centro ispiratore tutto il magistero di Giovanni Paolo II.
Laltra immagine è quella dello stesso Papa, Giovanni Paolo II, qui in questo Santuario il 22 novembre 1981. Con questa presenza desidero riconfermare, in qualche modo, il messaggio dellEnciclica Dives in misericordia (del 30 novembre 1980).
Nella memoria e alla luce di questi due avvenimenti si colloca oggi la nostra celebrazione in questo Santuario dellAmore Misericordioso, con una ulteriore attenzione, né marginale né casuale ma qualificante e a tutti voi carissima: il ricordo della nascita, 109 anni fa, di Madre Speranza il 30 settembre 1893.
Tre suggerimenti di riflessione:I. LA PAROLA DI DIO
Lc 15,1-32. È un testo notissimo, sempre commovente, carico di tenerezza. E il cuore del Vangelo. Centro delle parabole è il Padre con il suo amore che attende, accoglie, ridona la vita. Due affermazioni mi sta a cuore consegnare a ciascuno:
Figlio, tu sei sempre con me. Così ci parla il Padre: la vita vera è comunione con Lui; è stare con Lui che ci ha donato tutto.
Tuo fratello è tornato in vita. Lamore è risurrezione. Il contatto con il Padre è vittoria della vita su ogni fattore di morte.
Rm 8, 31-39. Qui Paolo, contemplando lamore di Dio, dà sfogo al suo lirismo, allentusiasmo della sua fede in Cristo e grida commosso la gioia dellamore che lo Spirito mette nel nostro cuore.
Is 49, 8-15. È il messaggio di consolazione che Dio invia al suo popolo. La situazione è difficile. La sofferenza è grande: Israele sperimenta la tragedia dellesilio.
Il cuore di Dio si commuove, freme di compassione.
Si rivela come padre e madre: siamo il frutto delle sue viscere!
Siamo Figli e figlie dellamore misericordioso.
II. IL MESSAGGIO DI MADRE SPERANZA
Essa è stata serva dellamore. Proprio questa denominazione ci ripresenta la figura di Madre Speranza. Quali i tratti del suo volto? Quale il suo messaggio? Tutto per amore: è il suo motto.
Dammi, Gesù mio, il tuo amore e poi tutto ciò che vuoi era la sua preghiera. E lei, tutta intera, è stata di Gesù.
Si è sempre presentata come messaggera della misericordia. Yo esperare in Ti y me gozaré y alegraré en tu misericordia, scriveva il 5.10.1941. E sempre è vissuta, ha annunciato, ha testimoniato la misericordia.
Si è sempre qualificata come donna della speranza. E vissuta nella speranza e di speranza. Per questo è e sarà madre di speranza. Di lei ha detto il card. Pironio: Una donna che solo ad avvicinarla, trasmetteva coraggio e speranza.
III. UN IMPEGNO DI CHIESA
L assemblea di Dio, come è chiamata la Chiesa nel Nuovo Testamento, ha proprio qui la sua identificazione: essere luogo della misericordia e casa del perdono.
La Chiesa, infatti, nasce dallamore gratuito e vive di vita autentica quando proclama la misericordia (DM 13). Per questo il canto che le è proprio è quello stesso di Maria: il magnificat (DM 9). Non solo.
La Chiesa è chiamata a testimoniare e a ripetere per ogni uomo, di generazione in generazione (cfr. Lc 1,50), questa accondiscendenza di Dio e fare così della misericordia tutto uno stile di vita, una caratteristica essenziale e continua della sua missione (DV 14).
Riemerge qui in tutta vivezza limmagine della Chiesa povera di Giovanni XXIII; della Chiesa che ama e che serve di Paolo VI. E Giovanni Paolo II ne precisa ulteriormente i tratti
Una Chiesa del perdono. Il mondo degli uomini può diventare sempre più umano, solo se introdurremo nel multiforme ambito dei rapporti interumani e sociali, insieme alla giustizia, quellamore misericordioso che costituisce il messaggio messianico del Vangelo (DM 14).
Una Chiesa della gratuità. Questo attingere alle fonti del Salvatore non può essere realizzato in altro modo, se non nello spirito di quella povertà, a cui ci ha chiamato il Signore con le parole e con lesempio: Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Così, in tutte le vie della vita e del ministero della Chiesa attraverso la povertà evangelica i ministri e dispensatori e dellintero popolo che rende testimonianza alle grandi opere del Signore- si è manifestato ancor meglio il Dio ricco di misericordia . (DM 14)
Una Chiesa della solidarietà. La coscienza di essere debitori gli uni degli altri va di pari passo con la chiamata alla solidarietà fraterna, che san Paolo ha espresso nel conciso invito a sopportarsi a vicenda con amore Se disattendessimo questa lezione, che cosa rimarrebbe di qualsiasi programma umanistico della vita e delleducazione? (DM 14).
Messa dinanzi al volto di Dio la Chiesa sente di dover rinnovare la sua immagine: la realtà della conversione la interpella e la investe nelle sue forme, costumi e persone (cfr. DM 6). Annunciare la misericordia di Dio e fare misericordia in nome di Dio e come Dio.
Forse, nelloggi della storia, è proprio su questa via che la Chiesa è chiamata a realizzare il suo compito tipico e qualificante di servizio e di promozione delluomo.
La Chiesa ritiene giustamente come proprio dovere, come scopo della propria missione, quello di custodire lautenticità del perdono, tanto nella vita e nel comportamento, quanto nelleducazione e nella pastorale. Essa la protegge non altrimenti che custodendo la sua fonte, cioè il ministero della misericordia di Dio stesso, rivelato in Gesù Cristo (DM 14).
Ed è di questo Amore misericordioso che il nostro oggi ha bisogno. Un mondo senza misericordia è sulla via di essere disumano. Con tutte le forze bisogna muovere verso la civiltà dellamore. E il credente sa che nulla è impossibile a Dio e che bisogna coltivare la speranza oltre ogni speranza.
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ultimo aggionamento 21 novembre, 2002