DAGLI SCRITTI DI MADRE SPERANZA | |||
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Madrid, 2 aprile 1954
Molto Rev.do
Padre Gino Capponi fam
CollevalenzaAmato Padre, oggi 2 aprile Le scrivo per comunicarle che, grazie al buon Gesù, credo di trovarmi più tranquilla dopo che Lui mi ha di nuovo promesso che si prenderà cura delle mie due amate Congregazioni e specialmente di quella dei Figli che, più giovane e senza esperienza, ha molto più bisogno delle Sue cure, del Suo aiuto e delle Sue attenzioni.
Le promesse del buon Gesù mi hanno dato sempre, padre mio, una grande consolazione, ma mai come in questi momenti che mi trovo lontana da Collevalenza; lunica cosa che mi da tanta tranquillità è la certezza consolatrice di poter ricordare che è stato proprio Lui a chiamare i Figli dellAmore Misericordioso perché, nei difficili tempi che si stanno avvicinando, essi potessero consacrare tutte le loro forze e la loro vita per darGli gloria, con lesercizio della loro carità e del loro apostolato, sempre pieni del Suo amore e impegnati a fare in modo che Lo amino tutte le persone con le quali potranno trattare; in cambio il buon Gesù mi ha promesso di prendere tanto a cuore e di non voler perdere nessuna occasione per rendere sempre più belle e sante le anime dei membri di questa Sua Congregazione.
Secondo il buon Gesù, in questi momenti, padre mio, tocca proprio a Lei, come superiore della nascente Congregazione, infondere in quelli che dipendono da lei questa preziosa verità: amare il nostro prossimo è amare lo stesso Dio e con questo si beneficia di tutti i privilegi concessi a chi ama Dio.
Dica, padre mio, a questi Figli come il buon Gesù mai si lascia vincere in generosità; proprio per questo ha promesso di ripagarci con il cento per uno, con ogni tipo di grazia, anche la più piccola cosa che per amore Suo avremo fatto al nostro prossimo. Abbia la bontà di ricordare questa gioiosa promessa anche alle mie Figlie, sorelle sue.
Chieda, padre mio, a questi Figli e anche a queste Figlie di formulare il fermo proposito:
di voler evitare ad ogni costo qualunque cosa possa indurre gli altri al peccato;
di stare molto attenti a non dar dispiacere mai ai propri fratelli;
di non permettersi mai di parlare dei difetti degli altri, neanche quando ne fossero sicuri, per il solo fatto che forse o senza forse essi stessi possono soffrire di difetti simili o anche più gravi.
A Dio piacendo, domani 3 aprile, partiremo per Alfaro; spero che le mie Figlie di lì non perdano la testa come quelle di Madrid e arrivino a fare tante cose esagerate come queste hanno fatto e stanno ancora facendo per questa povera creatura che sono io.
Io, padre mio, di salute sto abbastanza bene, anche se Lei non mi crederà; un pó stanca si, perché è mio desiderio finire presto; anche se sto molto più tranquilla, penso continuamente a tutto quello che ho lasciato lì; la cosa sta a significare, padre mio, che ancora non so abbandonarmi completamente nelle mani del buon Gesù e questo mi da grande pena.
Ho avuto modo già tre volte di incontrarmi con il mio vecchio Padre spirituale, il Rev.do Padre Ruiz, il quale mi ha detto e raccomandato con molta severità (ma non tanta quanto io meriterei):
di rimettere tutto nelle mani del buon Gesù;
di non perdere ancora il tempo pensando cose, che potrebbero accadere o no, ma che sicuramente disturbano la unione intima con il mio Dio;
in particolare di impegnarmi a fare questa Visita canonica con pace, con calma e con grande carità;
e, infine, di stare sempre molto attenta per riuscire a dare al buon Gesù tutto quello che Lui mi chiede direttamente o indirettamente.
Preghi tanto, padre mio, perché io possa trascorrere tutta la mia vita sempre in una unione intima con il Nostro Dio, senza arrivare mai a desiderare qualche cosa che non sia la Sua Divina Volontà, sempre dimentica di me stessa, al punto da non pensare altro che in Lui.
Abbia la certezza che questa stessa cosa è quanto chiedo e chiederò per Lei e per tutti i miei Figli e le mie Figlie.
M. Esperanza de Jesús, eam
El Pan 19, cart 1968-1976
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ultimo aggionamento 23 dicembre, 2002