SULLE ORME DI MADRE SPERANZA |
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"Reverendissimo e carissimo don Italo,
Vero amico della Speranza!
[ ] conosciamo bene e apprezziamo l'opera da Lei svolta a favore della nostra popolazione a Roman, Adjudeni, Iasi [...], ed in particolare di quella di Barticesti con riguardo all'ospedale e alla Casa Maica Speranta.
Lo Spirito Santo che è Carità infinita ci renda sempre aperti alla necessità dei fratelli come ha fatto Lei in questi anni in maniera semplice, dignitosa e generosa
Con profonda stima Le auguriamo di poter essere sempre un segno vivo, uno strumento adatto ed una presenza vivificante dell'Amore Misericordioso per la Chiesa di Cristo in Romania e dovunque. [ ]riconoscenti La consideriamo Verus Am icus Spe i. [ ]
Petru Gherghel - Episcop de Iasi ".
Questa Speranza che sta nel cuore, quella spinta interiore che trova sostegno e nutrimento nella certezza che nulla ci potrà separare dall'Amore di Dio.
Un'avventura iniziata molti anni fa.
L'incontro con la Congregazione avvenne ad un corso di esercizi spirituali che, nel 1984, il compianto padre Mario Tosi tenne nella mia Diocesi di Concordia-Pordenone. Trattava il ruolo del sacerdote nella chiesa e ci propose l'opportunità, pur rimanendo al servizio della propria Diocesi, di entrare a far parte della Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso di Collevalenza.
Era la risposta che da tempo cercavo al mio desiderio di vivere e crescere in comunione con gli altri sacerdoti.
Intrapresi cosi nel 1985 l'anno di noviziato e feci la mia consacrazione religiosa nella Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso il 31 luglio 1986 assieme a mons. Leopoldo De Giorgi, don Gaetano Sorbello e don Angelo Spilla. Fu un anno intenso, una buona e bella esperienza di vita comunitaria in cui ritrovai padre Mario Tosi in qualità di maestro dei novizi. Eravamo così uniti e motivati tanto che padre Anselmo ci chiamava "i novizietti", anche se in realtà ben rappresentavamo tutte le ore della chiamata nella vigna del Signore: dalla prima ora dei più giovani a quella dell'ultima ora, la mia.
In questa esperienza fui sostenuto anche dall'entusiasmo di don Pasquale Basso che già da qualche anno faceva parte dei Sacerdoti Diocesani con voti. Erano gli anni in cui nella nostra Diocesi si stavano progettando le Unità pastorali e così noi preparammo un progetto di vita comunitaria chiedendo anche la cura pastorale di una di queste unità, ma il progetto di Dio era diverso. Chiamò a sé don Pasquale e per me la Provvidenza aprì un'altra porta, più ampia ed impegnativa.
Lo spirito pionieristico di Madre Mediatrice aveva portato anche in Romania la Congregazione attraverso suor Damiana e suor Stella in una località quasi a ridosso del confine con la Russia. Durante una vacanza suor Damiana, anche lei della provincia di Pordenone, mi propose di interessarmi per aiutarla nella costruzione di un ospedale a Barticesti. Era l'occasione per vivere più intensamente il voto di povertà mettendo a disposizione di chi era nel bisogno ciò che avevo. La porta era aperta e da quel momento i TIR inviati in quelle terre non si contano più.
Il sostegno però andava dato alla persona nella sua interezza, a 360 gradi, perché l'esercizio della carità verso i più bisognosi non si riducesse ad un'arida e sterile elemosina.
Così accanto alle parole "raccolta", "spedizione", "missione", se ne affiancarono altre due ben più importanti: "sensibilizzazione" e "condivisione". Le spedizioni di materiale edile e di generi di prima necessità furono ben resto affiancate da viaggi di Alpini, di operai specializzati, di artigiani, di animatori ed educatori che, volontariamente, utilizzando le proprie ferie, hanno lavorato assieme ai rumeni nella realizzazione dei tanti progetti.
Certamente seminare in terreni molto diversi non sempre dà i frutti sperati, perché la competizione, le diffidenze, le gelosie impediscono di fare spazio al prossimo portandone i pesi come un fratello.
Però, per i molti che hanno saputo prendersi cura dei bisogni di queste genti, la Romania non è più solo un luogo sulla carta geografica, ma una casa dove vivono degli amici, dei fratelli per i quali il gesto d'aiuto è diventato fraterna condivisione.
Tanti traguardi, dicevo, perché all'ospedale di Barticesti è seguita la collaborazione nel realizzare Casa Maica Speranza, la "sede" della Congregazione in Romania, e tanti micro-progetti volti a dotare le strutture delle attrezzature e strumentazioni che via via si rendevano necessarie, nonché alla promozione delle persona attraverso dei campi di animazione per i bambini, o il sostegno ai bambini disabili di Pastraveni. Ma anche opere di sensibilizzazione a S. Vito al Tagliamento, dove vivo; ad esempio il contributo dei bambini e dei loro insegnanti delle scuole elementari e medie o le tante persone che hanno adottato a distanza bambini rumeni.
Tutta questa struttura di aiuto però non avrebbe potuto prendere nemmeno il via senza il lavoro di organizzazione, raccolta e sensibilizzazione che con costanza e continuità viene svolta dalle molte persone di buona volontà che hanno aderito e ancor oggi aderiscono alle mie richieste di aiuto.
Bastava, basta mettersi nella lunghezza d'onda della carità e il Signore offre un'infinità di opportunità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che anche un semplice Sacerdote Diocesano con Voti, può diventare strumento nelle mani di Cristo e realizzare così lo spirito dell'Amore Misericordioso.
Ben scrive l'Equipe nazionale dell'Alam nel testo di formazione permanente di quest'anno: "La nostra testimonianza non è altro che il riflesso della gloria che brilla sul volto di Cristo e raggiunge, per grazia, la nostra povera umanità".
Ogni nostro sforzo, ogni opera della nostra missione deve essere accompagnata e sostenuta da questo spirito. Solo quando ritroviamo nel profondo del nostro cuore questa motivazione, questo Spirito, riusciamo a sentire il prossimo come "uno che mi appartiene" per offrirgli una vera e profonda amicizia.
Il tuo Spirito Madre.
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ultimo aggionamento 15 marzo, 2003