STUDI
 

    a cura di Ermes M. Ronchi

Una pagina di Vangelo

Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".

(Giovanni 13, 31-33a.34-35)

Io come Dio, destino d'amore

 

San Giovanni

Il Signore Gesù non è un maestro rimasto solo al centro delle sue immense parole. Dagli angoli del creato, dai luoghi più nascosti e insospettabili salgono ancora gesti, parole, audacie di discepoli che osano essere come lui.

Come io vi ho amato, così amatevi.
E questo "come" riassume tutto il Vangelo. Nella parola più umile, che non ha autonomia, che rimanda ad altro, nel "come" è racchiusa l'essenza del nostro discepolato: vivere come lui.

Il Vangelo intero ne è ritmato:
"come ho fatto io, così fate anche voi";
"siate perfetti come il Padre";
"la tua volontà come in cielo così in terra".

Come Cristo, come il Padre, come il cielo, ed è aperto il più grande orizzonte. Perché non sono io la misura di me stesso, lui solo è la misura dell'umanità riuscita.

Perché io non sono / ancora e mai / un Cristo, / ma io sono / quest'infinita possibilità (Turoldo).

Perché l'uomo supera infinitamente l'uomo (Pascal).

Il "comandamento nuovo" in realtà non è un comando, è molto di più: riassume la sorte del mondo e il destino di ognuno.

Questa è la legge della vita: agire come agisce Dio, entrare nella corrente stessa di Dio, luce dalla sua luce.

Il nome nuovo dell'obbedienza è comunione, sintonia, abbandonarsi all'onda divina, fare che emerga ciò che dentro di noi già pulsa.

Dell'uomo si può dire che ama, di Dio solo si può affermare che è l'amore stesso. L'uomo ama, Dio solo ama con tutto il cuore. Tuttavia ogni azione amante dell'uomo è un frammento della totalità, una goccia dell'oceano, un istante dell'eternità, un affacciarsi sull'abisso.

Il comandamento nuovo non è semplicemente amatevi, ma amatevi gli uni gli altri.

Questa legge della reciprocità, riproposta oggi per tre volte, fonda la comunità cristiana. Se un amore basta a riempire una vita, amare riamati basta a riempire molte vite.

Parole che ci donano infiniti oggetti d'amore: gli altri, tutti. Guai se ci fosse un aggettivo: giusti o ingiusti, ricchi o poveri, prossimi o lontani. Può perfino essere il disonesto. È l'uomo, ogni uomo. Perfino l'inamabile. Perfino Caino.

L'altro mi riguarda, appartiene alle mie cure, è scritto nei miei pensieri, lo onoro, gli sto accanto. Non è mio pari, è di più. Se io ho pane e lui no, gli dò il mio. Se ha paura e chiede di fare un po' di strada con me, camminerò con lui tutta la notte.

L'altro viene prima di me, il "tu" è la parola fondante del cosmo cristiano, e non "io". Perché? Perché così fa il Signore, che giunto al culmine dell'amore, altro non sa fare che considerare gli uomini, ogni uomo ben più importante di se stesso. Signore, io sono quell'uomo. E sono un uomo grato.

 

 

 

Gesù mio, prendi la mia libertà e tutti i miei beni, prendi tutta me stessa e donami a Te, perché voglio essere una tua vera Ancella

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ultimo aggionamento 27 aprile, 2003