Carissimo,
nel
grembo della cripta di Collevalenza si è fatta luce.
La preghiera del Salmo ha implorato: Svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare laurora.
Quanta tenerezza di sogno, quanta profezia di festa, in questo Salmo!
Quanta voglia di giovinezza, di vivere e di essere felici!
Laurora si è già svegliata, ma io vorrei cogliere con te la
meraviglia, lo stupore, la sopresa di questo giorno.
Un giorno che arriva a noi da millenni di anni luce. Non sè
fatto giorno oggi. Viene da lontano, da lontanissimo, pensato, amato, voluto da Dio,
dallinfinito.
Questo giorno, ogni giorno. Capisci? Si resta sbalorditi, tremando.
Questo giorno che Dio sapeva.
Sapeva che ci saremmo incontrati insieme. È stupendo. Un giorno con
cui Dio ci manda a dire
che non si è scordato di noi
che ci ama ancora
che ha un sogno di amore su di noi.
Ecco, un giorno con cui Dio ci chiede di aprirci allo stupore, di
convertirci al rischio, di riconoscere i poveri come il roveto ardente in cui Egli si
manifesta.
Ci chiede di riprendere il suo sogno su di noi, di annunziare la
misericordia, di ridare le ali alla speranza, di costituire nel mondo la frontiera
dellamore. Sì, è la più grande responsabilità, rendere visibile in noi il volto
di Cristo. È il significato di questo nuovo giorno.
Stabilire un rapporto felice con la vita, una nuova allenza di festa
con il Signore, un patto nuziale con la storia, il mondo, con noi stessi. Qui, a
Collevalenza.
Nino Barraco