STUDI
a cura di Ermes M. Ronchi
Una pagina di Vangelo
Dal Vangelo di Matteo (23,1-12)
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente... Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti donore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare rabbì dalla gente.
Quando potere è sinonimo di servizio
Sono io di quelli che dicono e non fanno? La parola di Dio brucia le labbra se pronunciata male, ma brucia anche a pronunciarla senza che sia vissuta. E capisco la tentazione dei farisei, è la mia: accontentarsi di dire, appagati dalle parole. Dico parole di un fuoco che non mi arde dentro? Quando il mio compito primo non è neppure dire o proclamare, ma è ascoltare Dio.
Il vangelo elenca tre errori che svuotano la vita.
Lipocrisia: dicono e non fanno.
Lincoerenza è dentro di me, parte della mia vita. Eppure, non è lincoerenza di chi è ancora lontano dalla Sua statura che Gesù condanna, ma lipocrisia dei pii e dei potenti, di chi non si sforza più, e lo giustifica.
La vanità: tutto fanno per essere ammirati. Tutto, perché lo spettacolo sia applaudito. Conta ciò che gli altri vedono di me, io non sono che la mia immagine, sempre più straniera; vivo di riflesso, di echi, mi angoscia o mi esalta il giudizio degli altri. Vanità, che rende vuoto lintimo. Il gusto del potere: impongono pesanti fardelli a tutti. Ho forse bisogno anchio di abbassare qualcuno per sentirmi superiore? Di far chinare teste per sentirmi grande? Di essere severo, per sentirmi giusto?Il Vangelo offre altre regole per la verità della vita: lagire nascosto invece dellapparire, la semplicità invece della doppiezza, il servizio invece del potere. Il più grande comandamento, diceva Gesù, è Tu amerai. Il più grande tra gli uomini, dice ora, è colui che traduce lamore nella divina follia del servizio: il più grande tra voi sia vostro servo. Il folle in Cristo è ormai il più intelligente. Paradosso del vangelo, invocato da molti: Io mi aspetto che i cristiani ogni tanto accarezzino il mondo contro pelo (Sciascia).
Questa è la strada contromano di Gesù: Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, è ai piedi di tutti. Dio non è il padrone dei padroni, è il servitore che in Gesù lava i piedi ai discepoli. Non è il Signore della vita, è di più, il servo di ogni vita. I grandi del mondo si costruiscono troni di morti, Dio non ha troni, cinge un asciugamano e vorrebbe fasciare tutte le ferite della terra. Dio come un servo: che non esige, sostiene; non pretende, si prende cura; non rivendica diritti, risponde ai bisogni. Servitore ineguagliabile.
E se una gerarchia nella chiesa deve sussistere, sarà rovesciata rispetto alle norme della società terrena: Voi siete tutti fratelli. E poi rovesciata di nuovo, da Cristo, che si è fatto fratello, ma poi da fratello si è fatto ultimo. Gesù cambia la radice del potere, la capovolge al sole e allaria. E rivela che ogni uomo è capace di potere se è capace di servizio. Servizio: questo il nome nuovo, il nome segreto della civiltà, perché questo è lo stile di Dio.
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ultimo aggionamento 04 dicembre, 2003