Teresa,
arcobaleno nel mondo
Carissimo,
ma chi era questa donna?
Un giorno venne anche a Palermo, e fu una marea di gente, come se ognuno fosse stato
convocato da Dio stesso.
Una donna umile, che si è sottoposta come carta bianca nelle mani di
Dio, che si è lasciata scrivere, cancellare, correggere, e che, quindi, si è lasciata
leggere quale «lettera» di Dio ad un mondo attonito.
Il mistero di una creatura che ha spezzato larco dei forti, che
ha riconosciuto lInvisibile, nascosto a Betlemme, nascosto nellEucaristia,
nascosto nel povero.
Dono di Chiesa, sì, che ha rimandato continuamente alla Chiesa,
giacché solo qui è possibile toccare le ferite di Cristo, e, dentro di esse, le piaghe
dei fratelli.
Quel giorno, sono stato a parlare con lei. Ma non ho avuto domande da
fare. Ho guardato il suo volto, che aveva negli occhi vivissimi la febbre di Dio. Ho
guardato le sue mani, che avevano salvato follemente la vita degli uomini. Mi è sembrato
di ascoltare il suo mistero, racchiuso nel sari bianco, a righe azzurre, quasi a dire:
siamo in questo mondo, ma non siamo di questo mondo, siamo in contemplazione, ma non
abbiamo paura di sporcarci del sangue dei fratelli.
Madre Teresa, benedetta dai morenti di Calcutta, dai bambini
abbandonati, dalle ragazze-madri, dai lebbrosi, dagli emarginati di tutta la terra. In
India, nel Venezuela, in Africa, in Australia, in Irlanda. A Roma come a New York, come ad
Harlem, come a Londra. Come nel mondo intero.
Una donna che non aveva niente di straordinario, ad aveva tutto. Segno
disarmato e disarmante di chi non diceva altre parole che queste: Dio è amore, Egli ama
te, ama me, e perciò noi dobbiamo amare gli altri, come Lui ama noi!
Che meraviglia che tanta gente sia impazzita per lei? È stata presenza
straripante della tenerezza di Dio. Rimorso, nostalgia, incidente per la nostra banalità
quotidiana, scompiglio per i nostri calcoli.
Una donna che gestiva la speranza del mondo. Come larca biblica
nel diluvio universale.
Nino Barraco
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