Mons. GIOVANNI SCANAVINO |
S. Ecc. Rev.ma Mons. GIOVANNI SCANAVINO Vescovo di Orvieto-Todi |
Vorremmo far giungere, anche attraverso le pagine di questa rivista, il nostro sentito saluto a S. Ecc.za Mons. Decio Lucio Grandoni che, dopo trent'anni, lascia la guida della nostra Diocesi. Ricorderemo con profonda riconoscenza momenti forti vissuti insieme, tra i quali la morte della nostra Fondatrice Madre Speranza, l'inizio del Processo diocesano sull'eroicità della sua vita e delle sue virtù e la proclamazione di Venerabile da parte della Chiesa. Esprimiamo, inoltre, il nostro augurio di un fecondo episcopato al neo eletto Vescovo S. Ecc.za Mons. Giovanni Scanavino, con l'impegno ed il desiderio di spezzare insieme "la Parola e il Pane" per essere nella Chiesa dei nostri tempi luce e fermento, "chicco di grano" - riprendendo una simbologia a noi particolarmente cara - per l'avvento di una nuova civiltà dell'amore. Fu uno tra i primi FAM che ha conosciuto Madre Speranza. |
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Il saluto del Presule ai fedeli
Chiamati ad accogliere le sfide di una Chiesa guidata dallEucarestia
Giovanni Scanavino
Vescovo di Orvieto-TodiIl carattere particolarmente «eucaristico» che contrassegna la Chiesa di Orvieto-Todi mi ha colpito fin dal primo istante in cui il Nunzio Apostolico mi ha notificato la nomina vescovile.
Nel mio naturale smarrimento andavo cercando un punto fermo su cui appoggiarmi e lho trovato immediatamente nella memoria del miracolo eucaristico conservato nel Duomo di Orvieto.
Ho pensato: «Non conosco la Chiesa che il Papa mi affida ma me la rende familiare questo riferimento eucaristico, di cui questa Chiesa va famosa».
«Possiamo intenderci ho aggiunto subito, alla ricerca di un volto amico e di una mano tesa in questa fede comune e nella convinzione che da tempo mi ritorna prepotentemente nel cuore e nella mente: con la Parola e il Pane si costruisce la Chiesa, la Città di Dio, la nuova Gerusalemme visione di pace.
Questo riferimento eucaristico può anche essere il più antico e originale progetto pastorale, quello della Chiesa primitiva di Gerusalemme, dove vivevano «assidui nellascoltare linsegnamento degli apostoli e nellunione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (At 2, 42). Questa è stata lesperienza che santAgostino ha tradotto nella sua Regola; in questa esperienza ha individuato i tratti essenziali del progetto culturale cristiano e il fondamento della città di Dio.
Quando la Chiesa manifesta questa identità, allora coincide con la città di Dio. Costruire questo modello di chiesa «eucaristica» significa veramente ridare alla Chiesa locale la sua funzione salvifica e sociale, di animazione e di fermento di questo mondo attraverso il dono di quella Parola e di quel Pane che formano il mistero eucaristico e sono la sapienza e la potenza di Dio che trasforma il mondo.
La nuova evangelizzazione ci ha ricordato recentemente il Papa nella sua Enciclica Eucaristica passa dallesperienza eucaristica rinnovata. Non può annunciare la risurrezione, e quindi la speranza cristiana, chi non si è lasciato aprire gli occhi e toccare il cuore dalla Parola di Dio: solo allora i discepoli di Emmaus lo hanno riconosciuto nello spezzare il pane e hanno trovato il coraggio di tornare per confermare ai fratelli che Cristo era veramente risorto (Cfr Lc 24, 33).
Nella semplicità dellEucarestia dobbiamo ritrovare le linee guida del nostro progetto culturale e pastorale.
Parola e Pane, Sapienza e Grazia, ci mettono in grado di esercitare la nostra missione di luce e di fermento a sostegno di tutti gli uomini di buona volontà che intendono costruire un mondo secondo la civiltà dellamore.
Per una comunità cristiana rinunciare a questa prospettiva e a questo impegno significa svuotare la propria identità e perdere quel sapore indispensabile alla fragranza di un pane per tutti.
NellEucarestia impariamo infatti a condividere il Pane della vita, perché nessuno si senta bisognoso; diventiamo costruttori della Pace che riceviamo, la Pace di chi ha la forza di dare la vita per gli amici.
Affidiamo alla Vergine Santissima, «la donna eucaristica», la ripresa del nostro cammino, per essere capaci, come Lei, di lodare il Signore, di magnificarlo, e di proclamare ogni giorno con lo stesso coraggio lidentica fede nelle regole del gioco: vincono gli umili e i prepotenti rimangono a mani vuote.
La nostra fede trova nellEucarestia la luce e la forza per capovolgere la logica del mondo e per costruire una famiglia diversa.
Chi, come Maria, ci crede, sa che non si tratta di unillusione, ma di unesperienza che rimane e che nessuna violenza può più soffocare.
Abbiamo spesso temuto che la nostra fede non incidesse nella storia, ma la sfiorasse solo come un bel sogno.
In questo stesso tempo abbiamo piuttosto snobbato lEucarestia, prendendola come un rimedio inefficace, di tuttaltra portata.
È giunto il momento di sfidare nuovamente unignoranza diffusa e di riappropriarci umilmente e sinceramente della potenza di quella Parola e di quel Pane che possono trasformare la vita.
Se anche noi imparassimo a riconoscere più spesso Gesù allo spezzare del pane, potremmo partecipare con più responsabilità alla costruzione di un mondo diverso.
Quanto sarebbe bello se Orvieto-Todi, nel nome di una fede eucaristica che viene da lontano, riuscisse nuovamente a far risuonare questo messaggio di speranza: «Un solo pane, un solo spirito, un solo corpo», per un mondo più umano, più giusto e più pacifico.
Ce lo auguriamo di cuore.
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ultimo aggionamento 07 marzo, 2004