Gaetano Storace

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Équipe nazionale d'Italia.                                                             Collevalenza 2-3-4 Settembre 2004

La nostra identità carismatica

PREMESSA

Dalla “Dives in Misericordia”,(c2)

"Gesù appunto con il suo stile di vita e con le sue azioni, ha rivelato come nel mondo in cui viviamo è presente l'amore, l'amore operante, l'amore che si rivolge all'uomo ed abbraccia tutto ciò che forma la sua umanità. Tale amore si fa particolarmente notare nel contatto con la sofferenza, l'ingiustizia, la povertà, a contatto con tutta la "condizione umana" storica, che in vari modi manifesta la limitatezza e la fragilità dell'uomo, sia fisica che morale. Appunto il modo e l'ambito, in cui si manifesta l'amore, viene denominato nel linguaggio biblico "misericordia". Il rendere presente il Padre come amore e misericordia è nella coscienza di Cristo stesso, la fondamentale verifica della sua missione di Messia".

Noi, appartenenti all'ALAM, seguendo questa magistrale indicazione del Papa, vogliamo imparare a leggere la Parola di Dio in questa chiave, perché il vero volto di Dio è quello del Padre misericordioso lento all'ira, ricco di grazia e di fedeltà (Es 34,6), così come ce lo ha rivelato Gesù. Ogni pagina della Scrittura è rivelazione dell'Amore Misericordioso del Signore. A noi intenderla con sentimento di gratitudine e di commozione.

Per noi la sequela di Gesù trova la sua icona centrale nel crocifisso dell'Amore Misericordioso che ci presenta "le tre realtà fondamentali della nostra identità carismatica:
• Gesù Crocifisso che ci dà la misura dell'infinita misericordia del Padre per l'uomo;
• 1'Eucaristia;
• il comandamento dell'Amore.

"L'annuncio dell'Amore Misericordioso, che questo Santuario ricorda e riconsegna continuamente agli uomini e alle famiglie del nostro tempo, è un messaggio di spiritualità che deve accompagnarci nel nostro cammino quotidiano e determinarne l'assetto di fondo. La spiritualità non è un abbellimento o un lusso spirituale: è la capacità di dare un'anima alla vita. La spiritualità dell'Amore Misericordioso insegna che la misericordia è l'anima dell'amore; essa dona un cuore eucaristico, più che moralistico: non pone dei pesi ulteriori sulle nostre spalle, ma al contrario se li accolla tutti, anche se, così facendo, contagia con la sua logica e dà una scossa tremenda e salutare alle nostre scelte anemiche e mediocri. La misericordia è la risposta giusta alla miseria del nostro amore".
(Luigi Alici).

 

SPIRITUALITA’

A) Gesù Crocifisso ci dà la misura dell'infinita misericordia del Padre per l'uomo

Gesù crocifisso ci richiama questi tre aspetti:
• imparare a vedere nel buon Gesù il volto misericordioso del padre
• accogliere questo amore
• testimoniare l'amore misericordioso

Imparare a vedere nel buon Gesù il volto Misericordioso del Padre

Proprio guardando Gesù crocifisso Amore Misericordioso che chiede perdono per noi, che porta in Paradiso il ladro, che tutto si dona e si consuma per noi, dovremmo imparare sempre meglio che Dio è Padre e Madre, che ogni Parola è rivelazione d'Amore. In compagnia del buon Gesù possiamo scoprire in ogni situazione, persona, avvenimento, cosa, fin nei minimi dettagli, tutta una trama riccamente intessuta da un fine amore diretto ad ognuno di noi. Un ricamo d'amore, una storia di misericordia che è dato di intravedere a chi come Maria ha l'animo profondamente attento e contemplativo così da cantare: "L'anima mia magnifica il Signore...." Un canto che non cessa nemmeno sotto la croce del Figlio, dove lei, la Madre, continua a credere e ad amare, ripetendo il suo incondizionato e fiducioso "Ecce, Ancilla Domini".

Accogliere questo amore

Lo accogliamo attraverso le virtù teologali e cardinali che costituiscono l'impianto della maturità umana e cristiana. La Madre ce le raccomanda nel suo testamento spirituale quale preziosa eredità ricevuta dal buon Gesù. La formazione cristiano-ecclesiale sviluppa il germe della vita teologale seminata in noi dal battesimo. La fede ci fa vivi, la speranza ci ancora saldamente, la carità ci fa ardere. Questo mistero dell'Amore di Dio ci fa muovere in tre direzioni:
com-prensione: capacità di allargare la mente in un nuovo modo di intendere, quello evangelico, che è il contrario del giudicare e condannare. La conversione della mente porta a ragionare secondo i criteri del Padre misericordioso che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi.
com-passione: capacità di allargare il cuore, accogliendo l'amore divino e donandolo che è il contrario del cuore duro, freddo, indifferente.
com-mozione: capacità di muoversi verso il fratello nel bisogno e quindi la messa in atto concreta delle opere di misericordia che è il contrario del badare solo a se stessi, tirando diritti per la propria strada, evadere.

Testimoniare l’Amore Misericordioso

Se Dio è Amore Misericordioso, se l'ho accolto con gioia nella mia struttura (mente, cuore, volontà), allora non posso non testimoniare che Lui è buono con ogni uomo, soprattutto con il più povero (malato, debole, peccatore, solo, piccolo, anziano). La parola d'ordine è "misericordia io voglio" (Mt. 9,13).
Gesù ama me ed ogni uomo con amore eterno, misericordioso, dunque io ed ogni uomo valiamo quanto l'amore infinito di un Dio che si china su di noi. Tutto ciò crea una nuova relazione e quindi un nuovo modo di essere e vivere: una famiglia cristiana, una comunità di fratelli che lavorano, giocano, pregano, mettono in comune e condividono, sono aperti a tutti gli uomini specie ai più poveri. Il prossimo e il lontano, l'amico e il nemico, il buono e il cattivo, sono raggiunti dallo stesso amore che non fa distinzioni, se non per amare di più, in modo sempre più gratuito. Più ricevo l'Amore Misericordioso e più sono capace di amare tutti, più amo i fratelli e più divento capace di ricevere l'amore: il cuore si allarga a somiglianza di quello di Gesù.
Alla scuola dell'Amore Misericordioso impariamo un preciso stile di vita. Il Signore con la sua pedagogia della misericordia ci insegna come diventare misericordiosi nei nostri confronti e nei confronti degli altri.

 

B) L'Eucaristia.

Leggiamo questo avvenimento reale e costitutivo della vita di fede del cristiano alla luce del nostro carisma, mettendoci alla suola di Madre Speranza.
Fissiamo gli occhi e il cuore al crocifisso dell'amore misericordioso
che ha sullo sfondo una grande ostia bianca
.
Non a caso Madre Speranza ha fortemente legato l'idea dell'Eucarestia e l'idea della Croce. Infatti lei legge il sacrificio e la croce in chiave di amore, come se il dolore fosse stato necessario per sostanziare e manifestare e misurare l'amore, come se non ci potesse essere vero amore senza la "prova più grande di amore" che sarebbe quella di essere disposti anche a dare la vita per la persona che si ama.
La forza che sprigiona dall'Eucarestia è per se stessa capace di costruire una comunità di cristiani. Costruire: nel senso di dare una struttura, una forma. Nell'Eucarestia diventa possibile a Gesù comunicarsi a noi travasando in noi il suo essere essenziale che è la carità-amore: "il Corpo e il Sangue del buon Gesù ci trasformano in altrettanti cristi, comunicandoci il suo modo di essere" (El pan 9, 27-30).
Accogliendo in noi l'amore di Cristo, veniamo liberati dall'egoismo e dal peccato, rinasciamo creature nuove, capaci di amore come Dio ama. La comunione al Corpo e al Sangue di Cristo rinvigorisce incessantemente la nostra volontà di amare con verità, di amare nell'unico modo vero, di amare come Dio ama. Questo è il comandamento nuovo che Cristo ci ha dato".

 

"L'Eucaristia e' la sorgente della vita felice". "Beato chi se ne appropria" (El pan 8, 536-559).
Innamorata di Gesù Eucaristia come poche anime, spesso davanti al tabernacolo era rapita in estasi e, dopo aver ricevuto la Santa Comunione, poteva ripetere con gioia l'affermazione di S. Paolo: "Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me". Ne era pienamente convinta e chiedeva, anche per noi figlie, la grazia immensa di poter diventare tabernacoli viventi. Con frequenza ci esortava ad invitare Gesù a restare, dopo averlo ricevuto nella Comunione, con sicurezza che sarebbe rimasto.
Nelle sue confidenze sull'Eucaristia ricorrono numerose le espressioni come: "felicità infinita - la maggior fortuna - il dono più prezioso - fonte della gioia... ", ma si avverte nello stesso tempo che la Madre non trova nel vocabolario parole adeguate per esprimere ciò di cui il suo cuore e la sua mente hanno fatto esperienza, e allora esclama: "Ah, figlie mie, come si allarga il cuore qui! Come vorrei potervi comunicare ciò che l'anima prova quando è tabernacolo di Dio"! "Chi potrà spiegare tanta grandezza e tanta felicità?" (El pan 8, 536-559).
Una straordinaria esperienza mistica che solo in cielo ci sarà dato comprendere, ora, dobbiamo accontentarci di quello che ha lasciato nei suoi scritti; e non è poco.
Riporto qui un passo, che mi sembra particolarmente significativo:
"....L'anima che nell'Eucarestia riceve la veste purissima del corpo del suo divin Maestro viene ricoperta dal duplice spirito di Gesù stesso, con il quale è capace di compiere opere di meravigliosa virtù e fortezza. Questo duplice spirito è la carità verso Gesù e verso il prossimo. In tal modo, per effetto della S. Eucaristia, si sono formate nel mondo tante vive immagini di Gesù Cristo, esempi luminosi di santità. Dalla fonte eucaristica nascono gli effetti vivi e generosi e l'anima che riceve ogni giorno il suo Dio non rimane soddisfatta soltanto dei suoi devotissimi affetti, ma pone mano alle opere della carità, fino alle più eroiche e difficili, assetata del bene spirituale e corporale del prossimo, il quale è creatura del suo Dio e immagine del suo Creatore, fratello e rappresentante di Gesù Cristo. "Ah, figlie mie, come si infiamma nell'amore del prossimo l'anima alimentata dalle delizie della S. Comunione se la riceve con amore e con il desiderio di unirsi all'amato! (El pan 8, 583-585).

Una corrente divina che unisce l'anima a Gesù. Un dono d'amore che chiede ed ottiene una risposta d'amore; "Egli ama con infinito amore ed ella quanto più lo ama tanto più lo vuole amare" (El pan 2, 127-129) e questo la rende felice.
Madre Speranza ha fortemente orientato la sua esistenza e quella della sua Famiglia religiosa verso la presenza di Gesù Eucaristia. "...Desidero lasciare ai miei Figli e alle mie Figlie la preziosa eredità che io - senza alcun mio merito e gratuitamente - ho ricevuto dal buon Gesù. Questi beni sono: una fede viva nell'eterno Padre; nel suo divin Figlio, nello Spirito Santo, nel santo Vangelo, nella Sacra Eucaristia.....", così, tra l'altro, nel suo Testamento.

Non possiamo però non fare riferimento anche alla lettera enciclica del Papa in occasione del Giovedì Santo 2003 "Ecclesia de Eucaristia" che occorre leggere e meditare.
Solo alcune considerazioni: "Stupore eucaristico": penso che potremo misurare tutti la nostra appartenenza a Lui da quanto e come e con quale intensità e completa donazione viviamo in Gesù eucaristico. Sei cristiano, cioè credente in Cristo? E' la stessa cosa che domandarti: sei Eucaristico? Cerchi cioè di conoscere, per quanto possibile, l'Eucaristia? Per troppi è la solita cosa. E invece per chi ama, ogni atto d'amore non può essere la solita cosa. Ogni Santa Messa vissuta come partecipazione al sacrificio dell'Amore, è sempre nuova e dà giovinezza all'anima, alla Comunità.
Chi ama è deciso. Va diritto alla Comunione con l'amato e si lascia invadere, penetrare, conquistare, abbracciare, baciare toccando il cielo dentro: beati gli invitati alla mensa del Signore! Beato chi va a sedersi alla tavola di Dio e mangia con Lui.
"Ti amo, ti adoro, ti cerco, ti desidero, ti mangio, cerco di assimilarti per somigliarti, ti ringrazio, Gesù bianco e silenzioso Pane". Quel nutrimento trasforma i nostri pensieri, i nostri sentimenti, la nostra volontà. I segni di questo miracolo sono semplici, ma efficaci: bontà, amore e perdono. Segni che scacciano la cattiveria e ogni asprezza.

 

C) Comandamento dell'amore

Per noi cristiani e per giunta dell'ALAM, la nostra quotidianità deve essere vissuta nel solco dell'accoglienza in modo pieno di questo Comandamento, dell'Amore di Dio, facendo la sua volontà per amore.
Gesù dice semplicemente: "Rimanete nel mio amore. Amatevi gli uni gli altri...." questo amore che viene da Dio, mentre sazia il nostro cuore, lo rende capace di amare a sua volta, di diventare anche noi misericordiosi come il Padre. La santità avrà le note dell'A.M. che ha le caratteristiche della gratuità, della sovrabbondanza, della concretezza, della cordialità e della fedeltà.
Desidero ricordare in questo senso alcune espressioni della Madre:
– "Curare le ferite con il balsamo dell'amore"
– "Scoprire in ciascuno l'attrattiva della grazia e la parte debole della sua anima"
– "Usare una soave fermezza, mansuetudine, affabilità e dialogo costruttivo".
La legge dell'amore è la legge del mio essere, del mio essere dentro l'ALAM. Sento che non posso essere felice, finché non lo sarà il più povero e il più umile fra gli uomini.
Il Padre misericordioso insegna che l'amore vero è libero: lascia partire, è capace di soffrire e di aspettare, di perdonare, di far festa.

Concludo con alcuni principi che costituiscono delle preziose indicazioni pedagogiche offerte dalla Madre, che le ha apprese dal cuore stesso di Dio e dall'esperienza vitale di un lavoro assiduo con i bambini e con migliaia e migliaia di pellegrini:
– bisogna ritirare tutto ciò che possa dare un'idea di assistenzialismo paternalismo, autoritarismo libertarismo;
– non date lezioni di virtù che voi non praticate... ... perché a niente servono le lezioni smentite dalle opere; chiedere perdono quando si sbaglia;
– capacità di suscitare fiducia e apertura, orientare senza imporre, stimolare ad agire per convinzione;
– capacità di dosare l'incoraggiamento del positivo e la correzione del negativo, in modo che la persona reagisca costruttivamente.

Ora per attuare questo e altro, occorre vivere uniti al buon Gesù (preghiere, esperienza sacramentale, amore alla Chiesa, coerenza tra fede e vita), ed avere la mente e il cuore fissi in Lui, come appunto capita all'innamorato.

Auguriamoci che l'Associazione Laici Amore Misericordioso prenda ancor di più la sua giusta fisionomia specchiandosi nell'icona dell'Amore Misericordioso, in quella di Maria Mediatrice, nell'esemplarità della venerabile Madre Speranza.

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ultimo aggionamento 07 marzo, 2004