ASSOCIAZIONE LAICI

Art11_01.jpg (4244 byte)
San Pedro Poveda Castroverde

 

 

 

Dallo Statuto Alam: “Gli aspetti carismatici

del Padre”

 

Rifletteremo oggi sugli aspetti carismatici della nostra identità di Laici dell’Amore Misericordioso, e tale meditazione ci spinge inesorabilmente a prendere in considerazione alcune domande: come siamo arrivati, noi Laici, a condividere, a conoscere, a vivere un carisma di un Istituto religioso? Qual è questo carisma che ci caratterizza? Qual è il suo nome?
Prima di inoltrarci nel percorso appena indicato è necessaria una piccola premessa sulla nostra storia di Laici, al fine di capire meglio la nostra vocazione battesimale e la nostra identità di “chiamati” alla sequela di Gesù Amore Misericordioso.
E vorrei iniziare questa riflessione proprio dalla contemplazione della parola di Dio e precisamente dal brano della vigna tratto dal vangelo di Matteo al capitolo 20.
Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: “andate anche voi nella mia vigna”. (Mt 20 1-4)
Andate anche voi: la chiamata non riguarda soltanto i pastori, i sacerdoti, i religiose e le religiose, ma si estende a tutti: anche i laici sono personalmente chiamati dal Signore, dal quale ricevono una missione per la Chiesa e per il mondo.
Ma chi sono i laici?
La parola Laico deriva da LAOS = POPOLO BEN IDENTIFICATO DA DIO, cioè in un certo momento storico (chiesa primitiva) e per effetto della Pentecoste, tutti erano laici anche gli apostoli e i loro successori erano chiamati LAICI, in seguito lentamente intorno al III° secolo d.c. sotto l’imperatore Costantino ed ancora intorno all’anno 1000, per motivi legati alle trasformazioni sociali, politiche e culturali del tempo, il LAICO divenne LAIKOS=PROFANO cioè COLUI CHE NON ERA PRETE.
Colui che a differenza del clero, ingolfato nelle cose della vita e non avendo tempo per la trascendenza, per la preghiera, per la meditazione, quindi per Dio, non poteva avere nessuna competenza nel sacro.
Ma ecco che a “sistemare” le cose, se così possiamo dire, intervenne il Concilio Vaticano II che riscoprì il senso ecclesiale della Pentecoste che di fatto istituì la Chiesa, e cioè quel famoso motto dello scrittore Adam Moler che dice” Né uno né ciascuno sono tutto, ma sono tutti e sono l’unione di tutti”.
L’enciclica Lumen gentium ci dice che con il nome di Laici si intendono tutti i fedeli ad esclusione dei membri dell’ordine sacro e dello stato religioso sancito dalla Chiesa, i fedeli cioè, che dopo essere stati incorporati a Cristo con il battesimo e costituiti popolo di Dio e, a loro modo, resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano.
Il Concilio, superando precedenti interpretazioni negative, ha manifestato il suo fondamentale intento nell’asserire la piena appartenenza dei fedeli laici alla Chiesa e al suo mistero, e il carattere peculiare della loro vocazione che ha in modo speciale lo scopo di “cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio”.
Questo cercare il regno di Dio e trattare le cose temporali ordinandole secondo Dio, significa che i laici sono chiamati in particolare a ridare alla creazione tutto il suo originario valore, nell’ordinare il creato al vero bene dell’uomo con un’attività sorretta dalla vita di grazia, il laico riporta l’umanità a riscoprirsi unita a Cristo e alla Chiesa, per camminare verso la civiltà dell’amore.
Il fondamento evangelico e teologico di questa missione è che la dignità battesimale ha reso ogni battezzato e quindi ogni laico, a immagine di Gesù Cristo, Sacerdote, Re e Profeta.
Dopo questa necessaria introduzione arriviamo al cuore della nostra associazione il perché esiste, su quali fondamenta è stata costituita, quali sono gli aspetti spirituali e le caratteristiche carismatiche.
In questi ultimi tempi il fenomeno dell’aggregarsi dei laici tra loro è venuto ad assumere caratteri di particolare varietà e vivacità, infatti questi tempi hanno visto il nascere e il diffondersi di molteplici forme aggregative: associazioni, gruppi, comunità, movimenti; potremmo addirittura parlare, rispetto al passato, di una nuova stagione aggregativa dei laici, infatti lo stare insieme e il crescere insieme ad altri, rappresenta per la Chiesa un segno di comunione e di unità.
Ma c’è un qualcosa che però contraddistingue l’Associazione Laici Amore Misericordioso, che la differenzia nonostante le sue caratteristiche siano in perfetta sintonia con quanto abbiamo illustrato fin ora.
Noi infatti oltre ad essere una comunità di battezzati riuniti insieme per raggiungere la nostra prima vocazione di ordinare le cose temporali, abbiamo ricevuto anche un dono, un carisma particolare.
Nel documento redatto dalle Congregazioni Religiose sui rapporti con i Laici si legge “ La situazione di comunità in cui religiosi e laici che condividono una medesima esperienza di fede, ispirata al carisma di un Istituto, costituisce una delle prove di come oggi la vita religiosa in Italia sia pronta per una matura e feconda relazione con quello che tradizionalmente ha rappresentato il fuori da noi, il lontano, cioè il mondo del laicato.”
Quindi religiosi per i laici e con i laici all’interno della loro vocazione e missione; le Costituzioni EAM all’art.1 manifestano subito il nome del nostro carisma: "Dio Amore Misericordioso, il quale nel Signore Gesù si è manifestato meravigliosamente ricco di misericordia con ogni uomo specialmente con chi è povero, misero e peccatore".
Esiste allora per noi Laici una vocazione a vivere e testimoniare un carisma di fondazione e cioè: "Dio Amore Misericordioso è un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli; li cerca e li insegue con amore instancabile come se Lui non potesse essere felice senza di loro; l’uomo il più perverso, il più miserabile ed infine il più perduto è amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un Padre ed una tenera Madre."
Ecco la novità, ecco l’elemento carismatico principale che ci caratterizza e che ha generato i primi due articoli del nostro statuto, cioè Dio Amore Misericordioso è un Padre che pensa a noi, come se noi fossimo unici al mondo, ci ama e ci cerca, oserei dire che quasi mendica il nostro interesse verso di Lui.
Gli articoli del nostro statuto recitano:
Art.1 E’ costituita l’Associazione “Amore Misericordioso” la quale è un unione di laici cristiani che partecipano, secondo la loro vocazione specifica, alla spiritualità ed alla missione della Famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso, fondata da Madre Speranza di Gesù e comprendente le due Congregazioni delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso.
Art. 2 Il fine dell’Associazione è di favorire la santità della vita cristiana dei laici e di coinvolgerli più attivamente nella diffusione del regno di Dio nel mondo, secondo le indicazioni del Magistero della Chiesa, alla luce della spiritualità dell’Amore Misericordioso.
Ecco il cuore, il centro, le fondamenta della nostra Associazione, una comunità di laici che secondo la loro condizione vogliono condividere l’insegnamento evangelico alla luce del carisma di Dio Amore Misericordioso, per raggiungere uno scopo: quello della santità.
Anche il nostro Regolamento all’Art. 1 dice:
“Possono far parte dell’Associazione i laici che si sentono chiamati da Dio a vivere la spiritualità dell’Amore Misericordioso in modo determinante.
Pertanto non è consigliabile l’appartenenza all’Associazione a chi aderisce già a spiritualità di altre Congregazioni”.
Con questo vorrei far capire (ed è una cosa di cui sono fermamente convinto) che vivere ed appartenere a questa spiritualità non vuol dire essere migliori o peggiori di altri, più grandi o più belli di altri, o addirittura più meritevoli, ma significa vivere ed accogliere un dono che Dio ha voluto fare ad ognuno di noi e cioè quello di conoscerlo come Amore Misericordioso.
Essere Laici dell’Amore Misericordioso non è l’unico modo per essere dei buoni cristiani, ma è uno stile di vita cristiano, specifico, proprio, è sicuramente una possibilità diversa che Gesù ci ha dato per raggiungere l’unica vocazione: la santità.
E’ sicuramente una proposta di vita che cambia i nostri comportamenti, le nostre azioni, i nostri modi di pensare, di giudicare, di valutare, di vivere il rapporto con gli altri in modo diverso, è un programma di vita che come diceva la Madre:
“Dobbiamo essere fedeli imitatori del buon Gesù, dobbiamo sforzarci di copiare e far risplendere in noi l’esempio del nostro divino Maestro, esempio di amore al prossimo, esempio di amore alla carità, esempio di amore al sacrificio.” (El Pan 15,8)
La Madre Speranza ci ha testimoniato ardentemente questo programma di vita, possiamo tornare indietro con il tempo a quel 15 Ottobre del 1914 e riflettere su quelle parole ripetute alla propria madre malata che le chiedeva se potesse rimandare di qualche giorno la partenza: “…..E’ che vorrei cominciare la mia vita religiosa il giorno di Santa Teresa d’Avila, perché essa è stata una grande santa, e io vorrei che essa mi aiutasse a farmi santa.”
Lo stesso Giovanni Paolo II durante la visita al santuario di Collevalenza il giorno 22/11/1981 ci chiariva in maniera decisa la nostra vocazione ed il nostro carisma dicendo:
“Per liberare l’uomo dai propri timori esistenziali, da quelle paure o minacce che sente incombenti da parte di individui e Nazioni, per rimarginare le tante lacerazioni personali e sociali, è necessario che alla presente generazione sia rivelato il mistero del Padre e del suo Amore Misericordioso” .
E ancora Giovanni Paolo II nella sua visita alla parrocchia di Spinaceto diceva: Che bella parola Amore Misericordioso! E che vera parola! L’amore di Dio per il mondo, per le sue creature, e soprattutto per noi uomini, non può essere che misericordioso: non può essere altro, e questo ci si mostra in Gesù Cristo: lui è la vera incarnazione dell’Amore Misericordioso.
In questo mondo ci vuole una comunità, che è specialmente consapevole di quell’Amore Misericordioso, che solo può aiutare l’umanità, il mondo, la vostra vocazione è grande! Non so se siete una grande comunità, ma la vocazione, la vostra vocazione è grande, e con questa vocazione portate la speranza, siate veramente i Figli e le Figlie di Madre Speranza”.

Il 18/8/2002 nella sua visita pastorale a Cracovia ancora una volta ripeteva: “In questi tempi particolarmente segnati dal male e nei quali l’uomo mette se stesso al posto di Dio, il mondo ha bisogno di ascoltare con nuovo vigore il messaggio dell’amore misericordioso di Dio”.
Quindi al centro della nostra vocazione di Laici dell’Amore Misericordioso c’è la scoperta di un carisma, di un dono che viene dall’alto, che ci rende simili al nostro creatore: Dio è un Padre misericordioso.
Un Padre che ci ama in anticipo, che ci ha scolpito veramente nelle palme delle proprie mani, che continuamente ci ripete “Tu sei mio figlio prediletto in te mi sono compiaciuto”, il Suo è un amore gratuito, amore che previene, amore che non si pente mai di amare, annunciare questo Padre a quanti sentono il bisogno di credere in un mondo nuovo, nel quale si possa riscoprire la civiltà dell’amore, annunciarlo ad ogni più piccolo uomo che non vuol morire sotto il peso di questa società inquinata dal consumismo e dal benessere egoistico.
Un Padre, un Padre per l’umanità di oggi che soffre le più angosciose ribellioni, non c’è che Dio a vincere definitivamente i nostri limiti, le nostre paure, i nostri dubbi, non ci sono altre risposte definitive per la nostra vita, soltanto la replica del suo amore è risolutiva, la sua è davvero l’unica risurrezione della storia, è l’unica realtà di cui ci si potrà meravigliare sempre, in un mondo che non si meraviglia ormai più di niente.
Credere in questo Dio Padre misericordioso, non un Dio già conosciuto, già raccontato, già predicato, ma un Dio che meraviglia sempre, un Dio che sbalordisce per il suo bisogno della compagnia dei figli, un Dio che aspetta sempre con pazienza e con ansia il proprio figlio prodigo.
L’unica paura che dovremmo avere, come figli, è quella di perdere un Dio così, è un Dio ancora da vivere fino in fondo perché incontrare il Padre non vuol dire trovarsi davanti ad una conclusione, ma ad un principio, l’inizio di un cammino sempre nuovo, che ci chiede di uscire da noi stessi e dalle nostre sicurezze.
Forse risulta anche facile credere in Lui perché ne abbiamo bisogno, ma che Egli fino all’ultimo creda in noi e nella nostra debole e ferita natura umana, che possa fare progetti e sogni su di noi, che ci ricolmi di fiducia, riconoscendoci e sapendo quello che siamo, che non si è ancora stancato di amarci e che non si rassegna al nostro peccato: questo è meraviglioso! questo è l’Amore Misericordioso!
Se penso ai doni che come figlio ho ricevuto da questo Padre, se penso al dono della vita, della mia famiglia, dei miei genitori e fratelli, della fede, dello spirito santo, della mia comunità cristiana, se penso a tutto quello che ho come dono di Dio, come non esultare? come non vivere nella gioia per questo Padre?
Ecco quindi il Padre misericordioso, ecco la missione della nostra Madre, dove c’era un “roccolo” per gli uccelli ora c’è il “roccolo” della misericordia, una casa dove Dio Padre richiama gli uomini con il richiamo del suo amore misericordioso, qui in questa casa dove possiamo udire la voce “Come stai Figlio?”
Ecco il nostro DNA: quello di far conoscere un Padre; un Padre che è felice se vede i figli contenti, che si sente vivo per i figli, che ripone la sua felicità nei figli che crescono, che cerca, con tutti i modi la maniera di confortarli, di aiutarli, che li segue, che anticipa le loro richieste, con amore instancabile, come se non riesca, addirittura, ad essere felice senza di loro.
E allora amiamo il nostro carisma! viviamo con gioia il nostro carisma!
Se riuscirà a risplendere nella nostra vita potrà illuminare di amore misericordioso la giornata di tante persone; riscopriamolo, alimentiamolo, accogliamolo, siamo contenti e grati del dono dell’amore misericordioso ricevuto.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggionamento 07 marzo, 2004