STUDI
a cura di Ermes M. Ronchi
Una pagina di Vangelo
Da un cuore squarciato la salvezza
Dal Vangelo di Luca 22-23:
Uno dei malfattori lo insultava: Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!. Ma laltro lo rimproverava: Neanche tu hai timore di Dio, benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, egli invece non ha fatto nulla di male. E aggiunse: Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose: In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso.
Uomini vanno a Dio nella loro tribolazione, piangono per aiuto, chiedono pane. Così fan tutti, tutti. Uomini vanno a Dio nella sua tribolazione. I cristiani stanno vicino a Dio nella sua sofferenza (Bonhoffer). Esigenza di ogni vera innamorata sequela non è ammirare il Signore, ma accompagnarlo, mentre si consegna alla Notte, mentre è lAbbandonato che si abbandona allAltro per gli altri: è il grande principio biblico della imitazione di Dio. E so che non capirò mai del tutto, ma so anche che Cristo non è venuto nel mondo perché lo comprendessimo, ma perché ci aggrappassimo a lui, afferrandoci alla croce e lasciandoci semplicemente trasportare da lui, su in alto verso il grande Regno della vita.
Tu che hai salvato gli altri, salva te stesso, se sei il Cristo. Per ben tre volte queste parole aggrediscono il crocifisso. Sono il ritornello fascinoso e terribile che accompagna Gesù dai giorni del deserto: se sei il Cristo, fai un miracolo, conquistaci, imponiti, sii il più forte, scendi dalla croce lo dicono tutti, capi, soldati, malfattore allora crederemo che sei tu il Messia. Qualsiasi uomo, qualsiasi re, potendolo, scenderebbe dalla croce. Lui, no. Solo un Dio non scende dal legno, solo il nostro Dio. Il nostro è il Dio differente: è il Dio che entra nella tragedia umana, entra nella morte perché là va ogni suo amato figlio. Sale sulla croce per essere con me e come me, perché io possa essere con Lui e come Lui. Essere in croce è ciò che Dio, nel suo amore, deve alluomo che è in croce. Perché lamore conosce molti doveri, ma il primo di questi è di essere con lamato. Qualsiasi altro gesto ci avrebbe confermato in una falsa idea di Dio. Solo la croce toglie ogni dubbio, è lo svelamento supremo di Dio. La croce è labisso dove Dio diviene lamante.
Ricordati di me, prega la paura delluomo. Sarai con me, risponde lamore. Ricordati di me, supplica il malfattore. Oggi sarai con me, in paradiso, assicura lInnocente. E si preoccupa, fin dentro lultima agonia, non di sè, ma di una speranza per chi gli muore a fianco. Lì, in quel malfattore giustiziato, è stato consacrato il mistero della persona umana: nel suo limite ultimo luomo è ancora amabile, ancora salvato. Nessuno è perduto per sempre, nessuno potrà andare così lontano da non poter essere raggiunto: sarai con me. Le braccia di Gesù, distese e inchiodate in un abbraccio che non può rinnegarsi, dicono solo accoglienza che non esclude, porte dellEden spalancate per sempre, cuore dilatato fino a lacerarsi molto prima del colpo di lancia: genesi delluomo in Dio. Sono i giorni del nostro destino: luomo nasce dal cuore trafitto del suo creatore.(Cfr Isaia 50, 4-7; Salmo 21;
Filippesi 2,6-11).
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S
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Tu dici, Gesù, che se lamore non soffre e non si sacrifica non è amore. Che insegnamento, Dio mio! capisco perché è così forte il tuo amore, ora capisco perché è fuoco che riscalda, brucia e consuma: ha sofferto, tanto, tanto !
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ultimo aggionamento 15 maggio, 2004