STUDI
Prof. Ing. Calogero Benedetti
Il dubbio
Carissimo Dedo,
in una teca del British Museum di Londra si conserva il papiro "Harris 500" che ci ha tramandato il "canto dellarpista egizio" inciso sullantica tomba del Re Antel che regnò in Tebe nel 2100 a.C.
"...(purtroppo) non cè chi venga di là
e descriva la propria condizione,
e tranquillizzi il nostro cuore...
Vedi, non torna chi se ne è andato!".Questo antico frammento racconta dunque, tristemente, il dubbio che si insinuava nel pensiero e nel cuore di quegli antichi a dispetto della proclamata fede in un oltretomba celebrato con entusiasmo, di un "paradiso" di fiori di loto, di paludi e fiumi ed acque e verzure e di barche celesti che solcano il firmamento da un estremo allaltro(1); fede in una solare immortalità astrale segnata dalla identificazione dellanima dei defunti con il Dio Osiri.
Allaltro capo dellAntico Oriente, negli aspri territori dellodierna Persia, Ghilgamesh, che fu il sovrano storico di Urek allincirca nel 2500 a.C., chiude, anche egli tristemente, il proprio "mito":"Non vi fate sedurre; non esiste ritorno.
Il giorno è ormai sulla soglia ed è già vento di notte.
Si muore come tutte le bestie, e non cè niente dopo".LAntichità favoleggiò dunque dellimmortalità dellanima, ne formulò con Platone ed Aristotele flasches logici e filosofici, la ritenne una prerogativa dellessere umano, ma presentiva la fragilità di quanto asserito, la poeticità se vuoi, ma non la sua sicura realtà.
Il tarlo del dubbio affiorava nel silenzio delle necropoli e nella solitudine della notte.Del tutto diversa è la posizione biblica, poi diventata il cardine della fede cristiana
Cristo, anticipato allalba dei tempi nellatto stesso della formulazione del Patto dellAlleanza di Jhawè mediato con limmagine come di fiaccola e di un forno fumante che transitano nella notte(2) (come non riconoscere nel "Sogno di Abramo" i due "segni" di Cristo, la Luce che brilla nelle tenebre e lEucarestia rappresentata dal forno?)proclamato poi da Isaia nella celebre profezia della "vergine" (o giovane donna) che darà allumanità lEmmanuel (nome questo che in aramaico significa letteralmente "Dio con noi").
ribadito infine dalla profezia di Zaccaria (ambedue le profezie sono citate nei Vangeli luna da Matteo(3) e laltra da Luca(4)):
afferma la Resurrezione
(non limmortalità!) per sua propria bocca (cioè di Cristo stesso) nella celebre Disputa con i Sadducei (citata da tutti e tre i "Sinottici"(5)) e poi, (sempre per ispsissima verba Eius) nella Sinagoga di Cafarno(6): Resurrezione dono, non diritto.
e si rivela risorto
ai 12 per fugarne i dubbi:
"Perché siete turbati e perché sorgono dubbi nei vostri cuori? Guardate le mie mani ed i miei piedi, sono proprio io! Toccatemi e guardate; perché un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho". Ma siccome stentavano a credere ed erano pieni di stupore chiese loro: "Non avete nulla da mangiare?". Allora Gli offrirono un pezzo di pesce arrostito ed un favo di miele. Ed Egli dopo aver mangiato davanti ad essi consegnò loro gli avanzi.(7)
Altro che il canto dellarpista egizio o la sconsolata chiusura del mito di Ghilgamesh, ma la constatata "e-videnza" (= da "vedere con i propri occhi") del superamento della morte e del "dono gratuito" di questo superamento a chiunque creda in Lui.
Certo la morte genera solitudine e dolore. Ma dietro questo dolore cè la Grande Speranza e la Grande Promessa: "...in verità Vi dico; essi nella Resurrezione sono (oppure saranno)(8) come gli Angeli di Dio in Cielo"(9)
Ed al buon ladrone che muore con Lui sulla croce diceva: "oggi stesso sarai meco in Paradiso".
1 Cfr. G. Ravasi Breve storia dellanima (ed. Mondadori)
2 Gen. 15-17
3 Mt. I - 22, 23
4 Lc. I 78, 79
5 Mt. 22, 23; Mc. 12, 18; Ic. 20, 37
6 Gv. 6 - 54
7 Lc 24,36-43
8 In aramaico non cè, nella coniugazione del verbo essere, distinzione fra presente e futuro
9 Lc. 20 - 22
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ultimo aggionamento 18 luglio, 2004