équipe di pastorale giovanile vocazionale
Gesù vide un uomo...
Gli disse "Seguimi!"
Ed egli... lo seguì. (Mt 9,9)
Seguimi!
La grazia di Gesù... chiama ancora!
Cari amici della rivista, cari giovani!
Questa rubrica è dedicata a chi desidera cercare ancora, trovare il tesoro nascosto.
A chi sente la voglia di esserci, qui, in questo momento ed esserci in modo “giovane”, originale. No di certo banale o scontato.
A chi gli fa male lo stomaco perché non è contento di come vanno le cose e ha paura di non poterle cambiare.
A chi perde tempo in qualcosa che non lo soddisfa.
A chi rischia di non dire mai, né a Dio, né agli uomini, il “Sì” più importante della vita.
Sì a che cosa? A una parola, detta da una persona speciale. Alla Parola di Dio che parla, che chiama l’uomo a seguire Gesù. L’AMORE MISERICORDIOSO.
(Madre Speranza)VOCAZIONE è termine tecnico, che spaventa: nasconde qualcosa di misterioso e può portare a difendersi, ad andare via tristi, a volgere le spalle a Gesù. Forse ci è più familiare il termine: CHIAMATA. Ci ricorda le chiamate che facciamo o riceviamo ogni giorno, soprattutto al telefono…cellulare.
Il 21 settembre abbiamo festeggiato San Matteo, apostolo ed evangelista. Auguri a quelli che hanno questo nome e ai Matteo di spirito che sono sparsi nel mondo!
Leggendo alcuni brani di MADRE SPERANZA sul tema della chiamata, notavo che quasi sempre la Madre parla di grazia, di onore, di favore personale che Dio fa con il dono grande della vocazione religiosa.
A proposito della chiamata di Matteo, Madre Speranza dice che prima di tutto è stato Gesù che ha visto, ha fissato lo SGUARDO sull’uomo “chiamato Matteo”.
Il lungo, acuto sguardo di Dio precede la vista corta dell’uomo.
Quello sguardo amorevole, aggraziato, traboccante di grazia e misericordia, è tutto. Tutto può cominciare perché è Lui che prende l’iniziativa. Senza quello sguardo, l’uomo sarebbe come cieco di fronte allo splendore di Dio. Non potrebbe vederlo, non potrebbe conoscerlo.
La Madre aggiunge che Gesù vide Matteo seduto… al banco delle imposte, segno di una condizione di vita non proprio edificante! Che cosa significa?
“La Grazia ci chiama anche se ci troviamo comodamente seduti sul peccato abituale o attuale”1. Dio non rinuncia a chiamarci e non si ferma davanti al peccato perché segue instancabilmente il peccatore. Fino a morire per lui. E morire “alla morte di croce” (Fil 2,8).
La Madre fa notare che quando Gesù gli dice: “Seguimi!”, Matteo lo segue immediatamente perché Gesù era soltanto di passaggio e non poteva aspettarlo! Con questo atteggiamento “Gesù dimostra che la Grazia va e viene e se non la si attende e si segue all’istante, si allontana”2. Madre Speranza alterna, quasi confonde i soggetti: Gesù e la Grazia.
Gesù vede Matteo, lo chiama e Matteo risponde alla Grazia. Gesù e la Grazia sono lo stesso! Si tratta di Dio!
Chi ha tempo, non aspetti tempo. La Grazia lo chiama. E’ la inconfondibile voce di Dio.
Chi ha la Grazia, non aspetti altre grazie… magari superflue.
E’ il momento: Gesù sta passando!
Sappiamo tutti in che mondo viviamo e quanto “il tempo” (e il non averne abbastanza, quasi si potesse materializzare anch’esso, come il denaro!) sia ormai l’alibi più perfetto per dimostrare a noi stessi e al mondo che “non possiamo…” perché “abbiamo fretta!”.
Eppure, paradossalmente, non abbiamo fretta di seguire Gesù.
La Grazia ci passa accanto, ci vede, “non tiene in conto” il nostro peccato e “agisce con la sua voce” (VOCA-AZIONE), ma non c’è seguito da parte nostra. E allora la Grazia, che è Gesù, si allontana.
Madre Speranza direbbe che non corrispondiamo alla Grazia, non corriamo dietro a Gesù che ci chiama, preferendo forse rimanere seduti al banco dei nostri piccoli affari.
Matteo, invece, “per prima cosa lascia tutto e getta viva tutto ciò che sarebbe stato di peso e disturbo per seguire Gesù da vicino”3. Per seconda cosa lo segue… perché è necessario seguire la Grazia e non lasciarla mai e per terza cosa fa festa per la gioia e la gratitudine che nascono nel cuore quando rispondiamo alla chiamata di Dio4.
Si tratta dunque di acuire la vista ed aguzzare l’udito di RISPOSTA, perché la Grazia e Gesù non hanno smesso di passare, di guardarci e di chiamare.
“Gesù mio, tu sei mio Padre e mio Medico […] infondi in me il tuo amore e la tua carità e che, come Matteo, io possa gettar via da me tutto ciò che mi disturba, perché possa seguirti da vicino e camminare in tua compagnia”5.
Non c’è niente da perdere, se non il misero posticino di esattore delle tasse.
E c’è una FESTA da guadagnare: guarda caso è sempre la festa del Padre Misericordioso per il figlio che torna a casa.Sr. Erika Bellucci eam.
Per l’èquipe di Pastorale Giovanile
[1] M. Esperanza de Jesús, el Pan 8, Escritos y conferencias año 1943, 178: “La gracia nos llama aunque estemos de asiento en el pecado habitual o actual”.
[2] M. Esperanza de Jesús, el Pan 8, Escritos y conferencias año 1943, 178: “Aquí demuestra Jesús que la gracia va y viene, y si no se la atiende y se la sigue al instante, pasa de largo”.
[3] M. Esperanza de Jesús, el Pan 8, Escritos y conferencias año 1943, 178: “Lo primero que hizo San Mateo fue dejarlo todo y tirar todo lo que le servía de carga y estorbo para seguir de cerca a Jesús, pues con el peso de las cosas terrenas, no podía correr”.
[4] Cf. M. Esperanza de Jesús, el Pan 8, Escritos y conferencias año 1943, 178: “Lo segundo fue seguirle, es decir, ir en pos de El y siempre en su compañía, con lo cual nos enseña que una vez que hayamos tirado lo que estorbaba a la gracia, es necesario seguirla, sin dejar su compañía. Lo tercero, San Mateo dio un gran convite en señal de alegría y gratitud, porque siguiendo los impulsos de la gracia, la alegría viene al corazón y el alma agradecida ofrece a Jesús el convite de sí misma y de lo mejor que tiene”.
[5]M. Esperanza de Jesús, el Pan 8, Escritos y conferencias año 1943, 179: “Jesús mío, Tú eres mi Padre y mi Médico […] infunde en mí tu amor y tu caridad y que como Mateo, pueda yo tirar fuera de mí todo lo que me estorba para seguirte de cerca y andar en tu compañía".
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ultimo aggionamento
01 novembre, 2004