équipe di pastorale giovanile vocazionale
 

 

 

 

Cari Magi

 

 

 

 

 

Cari Magi,
come immaginarvi e parlare con voi? Ormai, possiamo guardarvi solo di spalle. Siete tutti concentrati a raggiungere la luce della stella che vi apre la strada.
Siete Re, oppure no? Il Vangelo non ci dà nessun indizio che siate Re, eppure tutto il vostro portamento ci suggerisce qualcosa di regale, di misterioso, magnifico.
Avete mai fatto magie? Sembra certo che scrutate il Cielo e le stelle, e conoscete le tradizioni del popolo di Israele. Anche voi parlate del Messia che deve venire.
Voi avete visto, avete compreso: è nato un Re. Lo dice il Cielo, lo dice la sua stella. Il Re dei Giudei.
Dall’oriente vi recate in Giudea ma… quanto è durato il vostro viaggio? Andate a parlare faccia a faccia con il re di quella regione, Erode il Grande. Siete davvero coraggiosi ad affrontare i grandi del tempo. Forse anche un po’ incoscienti: andate dal re a dirgli dell’avvenuta nascita di un altro re. Ma magari siete semplicemente onesti. Avete suggerito ad Erode che sarebbe stato così bello sottomettere la sua sovranità illegittima all’unica legittima, a quella del Messia, del nostro unico Re e Signore.
Tutti i presepi del mondo contemplano tre statuine, a piedi o seduti sui baldacchini che sovrastano la groppa di cammelli e dromedari. Vi riconoscete? Quanti eravate? Noi contiamo Tre Magi perché tre sono i doni che offrite al Bambino. Gli uomini hanno sempre bisogno di certezze e la matematica non è un’opinione. Ma tre è anche un numero simbolico; tre sono gli ospiti di Abramo e tre sono anche i membri delle due famiglie di Gesù: quella terrena, composta da Maria e Giuseppe e quella divina, dal Padre e dallo Spirito Santo. Gesù è presente nell’una e nell’altra; è il Figlio…veramente uomo, veramente Dio.
In questo periodo, molti giovani faranno amicizia con voi. Presto andranno a Colonia, dove sono custodite le vostre reliquie.
Vogliamo attingere alla vostra sapienza, per imparare da voi a cogliere i segni di una presenza luminosa, quella del Re bambino che avete visto sorgere, e metterci in viaggio con lo stesso spirito.
Veniamo da voi, perché ancora una volta possiate segnalarci il momento opportuno e, tramite la vostra domanda e ricerca, conoscere il luogo dell’incontro, a Betlemme di Giuda; nel capoluogo più piccolo della terra, nel vuoto di ogni apparenza e di ogni fasto regale.
Veniamo da voi, per non lasciarci ingannare sulla vera identità del Bambino, per credere alla sua regalità ultramondana, alla sua figliolanza divina1 e adorare il mistero di Dio, sempre attratto dai paradossi dell’estremamente Piccolo, dell’Ultimo, del Re che si mette a servire.
Voi magi siete “pagani”, non appartenete al popolo d’Israele. Sembra uno “stile di Gesù”, bene evidenziato nel Vangelo di Matteo, “quello di non rifiutare nessuno dalla possibilità dell’incontro con Lui”2: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori3”.
Voi magi siete degli astrologi intelligenti: non cercate di prevedere il futuro, ma di leggere il presente e vi muovete verso il luogo, ancora ignoto, dell’incontro “con prontezza, gioia e fedeltà”4. E Dio fa sorgere una stella davanti ai vostri occhi abituati a scrutare l’aspetto del cielo e a capirne il significato nascosto. Questo perché il Signore, quando ci chiama a seguirlo, si adatta alla nostra condizione5; ci manda un segno che siamo capaci di cogliere, di capire; ci coinvolge in qualcosa che sappiamo fare bene, che è vitale per noi.
Alla Samaritana che era andata ad attingere, Gesù propone di chiedere dell’acqua… viva! Ai suoi apostoli parla spesso di pesci, buoni e cattivi, e li fa pescatori… di uomini. Alla gente affamata parla del pane… disceso dal cielo…
Insomma, a voi Magi, ha parlato scrivendovi il suo messaggio sulla carta del cielo. Ha mostrato una strada di luce che non avete esitato a seguire.
Avete lasciato tutto: la patria, la ricchezza, il benessere. Tutto per una stella da seguire.
E noi, insegna ancora Madre Speranza a tutti i suoi figli, dobbiamo uscire da noi stessi, “lasciando il nostro “Io”, l’amor proprio e il desiderio del benessere”6.
Ciò che rende più ricchi i giovani oggi è la possibilità di decidere della vita a tutto campo; la prospettiva affascinante di seguire le stelle del momento; in una parola abbastanza di moda: la possibilità e la voglia di realizzarsi, di costruire la propria immagine, di diventare “qualcuno”.
Ogni vocazione è come la stella dei Magi; Dio si serve di segni che possiamo capire per portarci in luoghi lontani e sconosciuti. Si serve di ciò che siamo già per aiutarci a diventare ciò che dobbiamo essere; la sua luce illumina la nostra immagine per trasformarci nella “sua immagine”. E trasformandoci in Lui ritroviamo noi stessi. Non siamo più maschera, look, apparenza. Ma diventiamo veri. Dio si serve dei nostri talenti e dei nostri sogni per portarci oltre: fuori di noi; per farci incontrare con Lui, per aiutarci ad entrare in Lui, e adorare Lui.
Voi Magi avete risposto “alla chiamata della Grazia, alla chiamata di Dio”7, che vi consegna una luce e una strada per incontrarlo, per adorarlo.
Quando la stella ha occultato per un poco la sua luce, non avete evitato “l’ostacolo” di Erode. E di fronte a lui, non vi siete piegati alla logica del potere che giunge ad eliminare chiunque si frapponga, per un’ipotesi insostenibile, all’esercizio assoluto di questo stesso potere8.
E quando siete usciti da Gerusalemme, chi potrà penetrare la gioia grandissima che vi ha invaso?
La vostra obbedienza nel seguire la stella, nel cercare Gesù è “commovente”.
Sembra quasi di vedervi esultare e battere le mani come bambini9. E’ bello che Madre Speranza commenti l’apparire della stella dicendo che, “anche se avreste potuto trovare il Divino Bambino a Betlemme, Dio ha voluto regalarvi con la presenza della stella, il premio della vostra fede e costanza10”.
Infine, siete entrati e di fronte “alla luce vera, quella che illumina ogni uomo”11 che è venuta nel nostro mondo, vi siete bagnati del suo splendore e avete potuto riconoscere “nel Bambino il Dio fatto uomo”, e “lo avete adorato con gratitudine per il fatto di avervi portato a conoscerlo12”.
Voi Magi siete capaci di dare a Dio il merito del vostro successo; non peccate di plagio e con il gesto di prostrarvi ad adorare il Messia che è nato, cantate il vostro Magnificat.
Vi prostrate di fronte ai minuscoli piedi del Bambino di Dio.
Li baciate con amore.
Venerate Maria, la madre, che trovate accanto a Lui, nelle vesti della mamma presente e premurosa per le necessità del Figlio e degli ospiti inaspettati.
Offrite al Bambino oro, incenso e mirra. L’oro al vero Re, l’incenso al vero Dio e la mirra all’umanità di Gesù che avrebbe conosciuto la morte. Oppure, con Giovanni Crisostomo, possiamo interpretare i vostri doni come “conoscenza, obbedienza, amore”13. Ed ancora, con Madre Speranza, “l’oro dell’amore, l’incenso della devozione (della preghiera) e la mirra della mortificazione”14.
E noi, quale “grazie” abbiamo da dire al nostro Dio che ci chiama all’incontro?
Quali doni stiamo preparando per Lui? Come lo adoriamo?
Gli abbiamo dato un bacio15?
Che non ci succeda come ad Erode o a Gerusalemme che hanno rifiutato Gesù; gli hanno dato il Natale geografico, ma non quello del cuore.
Che non ci succeda come a quella generazione “perversa e adultera che cerca un segno” che “sa interpretare l’aspetto del cielo e non sa distinguere i segni dei tempi”16, non riconosce in Gesù il sole che sorge e vince le tenebre della nostra storia, che ancora opera miracoli per convincerci del suo Amore.
Cari Magi, aiutateci voi, sostenete la fatica di chi, come noi giovani, a volte si spaventa all’idea di lasciare tutto per una stella, seppure bellissima.
Voi ci precedete e ci indicate la strada luminosa della stella, come gli angeli hanno preceduto i pastori, come la stessa stella che vi ha preceduto. Ci conducete verso la casa dell’incontro con la stella del mattino, che è Cristo Signore:
“Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle chiese.
Io sono la radice della stirpe di Davide,
la stella radiosa del mattino”17!
Contiamo di vedervi presto. Ci diamo appuntamento al prossimo viaggio.

I vostri amici
Per l’équipe di pastorale
giovanile e vocazionale
sr. Erika di Gesù

 

Gesù era nato a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode.
Ed ecco
alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:
“Dov’è
colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella, [abbiamo visto il suo astro ad Oriente]
e siamo venuti per adorarlo”.
All’udire queste parole, il
re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti
i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo.
Gli risposero: “A
Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
E tu,
Betlemme, terra della tribù di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città di Giuda:
da te uscirà infatti
un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele
.
Allora
Erode, chiamati segretamente i Magi,
si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella
e
li inviò a Betlemme dicendo:
“Andate e informatevi accuratamente del
bambino e,
quando
l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”.
Udite le parole del
re, essi partirono.
Ed ecco la stella, che avevano visto spuntare,
li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella,
essi provarono una gioia grandissima.
Entrati nella casa,
videro
il bambino con Maria sua madre,
si prostrarono
e
lo adorarono.
Poi aprirono i loro scrigni
e
gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti in sogno di non tornare da
Erode,
per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.


NB: Mt 2,1-12: il testo è quello della nuova versione della CEI del 1997. Mettiamo in evidenza con caratteri e colori differenti i protagonisti, i luoghi, i titoli che riguardano Gesù, le ricorrenze dei termini, le azioni che in particolare fanno i Magi nei confronti del Bambino. I capoversi cercano di calcare in parte la struttura del testo. La parola stella è messa in evidenza per esprimere l’immagine della luce che da essa irradia. La stella è Gesù stesso, luce del mondo.

 


1 Cf. Mt 2,15; Os 11,1; Os 12,14. E’ interessante ricordare che la figliolanza divina di Gesù è il motivo della sua condanna a morte per il reato di bestemmia. Cf. Mt 26,63-66.

2 Cf. la Lectio divina proposta nell’itinerario formativo preparato dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile alle pagine 93-100.

3 Mt 9, 12-13.

4 Cf. Madre Speranza Di Gesu’, Reflexiones año 1949, El Pan 9, 47: “Y ellos [los Reyes] siguieron la estrella con prontitud, alegría y fidelidad”.

5 Cf. Madre Speranza Di Gesu’, Reflexiones año 1949, El Pan 9, 47: “Los Reyes eran dados a la contemplación del cielo y Dios que muchas veces, se acomoda en los llamamientos que nos hace a nuestra condición para mayor efficacia les mandó una estrella…”.

6 Cf. Madre Speranza Di Gesu’, Reflexiones año 1949, El Pan 9, 47: “Ellos [los Santos Reyes] salen de la patria demando riquezas y bienestar y nosostras vamos a salir de nosotras mismas, dejando nuestro “Yo”, amor propio y deseo de bienestar”.

7 Cf. Madre Speranza Di Gesu’, Reflexiones año 1949, El Pan 9, 47.

8 Cf. la Lectio divina proposta nell’itinerario formativo preparato dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile (SNPG), 98.

9 SNPG, 98.

10 Madre Speranza Di Gesu’, Reflexiones año 1949, El Pan 9, 47 : “Al salir de Jerusalén, vuelven a ver la estrella, pues aunque ellos podían buscar al Divino Infante en Belén, Dios quiso regalarlos con la presencia de ésta, en premio de la fe y constancia de ellos”.

11 Cf. Gv 1,9.

12 Madre Speranza Di Gesu’, Reflexiones año 1949, El Pan 9, 47: “Entran los Reyes en el Portal y penetrados de la luz celestial, que les hace conocer en el Niño a Dios Hombre, le adoraron con gratitud por haberlos traído a conocerle”.

13 Cf. SNPG, 99. Cf. Giovanni Crisostomo, Hom in Matth 8,1 [PG 57,83].

14 Madre Speranza Di Gesu’, Reflexiones año 1949, El Pan 9, 48: “Ellos ofrecieron al Divino Infante; el oro, incienso y mirra, dones materiales; más el oro del amor, el incienso de la mortificación”.

15 Cf. l’episodio di Gesù e la peccatrice in Lc 7,46-50 ed in particolare il rimprovero di Gesù a Simone il fariseo: “Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi” (Lc 7,45).

16 Cf. Mt 16, 1-4.

17 Ap 22,16.

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ultimo aggionamento 31 gennaio, 2005