STUDI
 

    P. Domenico Cancian, fam

Omelia di P. Domenico Cancian fam, Superiore generale,
nel XXII anniversario della morte di Madre Speranza
8 Febbraio 2005

 

Ricordando Madre Speranza

 

 

 

 

Fratelli, 22 anni fa, a quest’ora, Madre Speranza ci lasciava per entrare nella gioia del suo Signore. Più passano gli anni e più ci rendiamo conto che la sua vita è stata una grande grazia per la Chiesa, per il mondo, per la nostra Famiglia Religiosa, e siamo qui a celebrare l’Eucarestia, Sacrificio di lode per benedire il Signore, perché tutta la vita di Madre Speranza è in riferimento al Buon Gesù, al Suo Amore Misericordioso, che ora vogliamo celebrare. E’ stato Lui a suscitare questa umile donna che ci ha parlato della bontà di Gesù e ci ha infuso tanta speranza. Ma vogliamo anche benedire e ringraziare Lei che fedelmente ha risposto a questo Amore. Vogliamo chiedere che la Chiesa riconosca questa sua fedeltà e la proclami beata. Celebriamo la Messa in onore della Beata Vergine della Speranza perché Maria è stata per la nostra Madre la prima Ancella dell’Amore Misericordioso.

Abbiamo ascoltato nella prima Lettura la prima Opera di Dio, il racconto degli ultimi tre giorni della settimana creatrice.
Nel quinto giorno Javé da la vita agli animali della terra, agli uccelli e poi da la vita agli animali del mare, i pesci, li benedice e rivolge loro la parola: "siate fecondi". Nel sesto giorno Javé da la vita alle bestie selvatiche, i rettili, secondo la loro specie. Infine Dio, quasi a coronazione di tutta l’opera, quasi parlando tra Sé e Sé, disse: "Facciamo l’uomo a nostra Immagine e somiglianza". Maschio e femmina li creò e poi li benedisse ed anche all’uomo ed alla donna chiede: "Siate fecondi, dominate sugli animali". Il settimo giorno il Signore Dio si riposò.
Ecco la prima pagina della Scrittura che ci parla di questa settimana ideale, alla quale dovremmo ispirarci anche noi. Siamo chiamati a continuare l’Opera di Dio ed a rispettare il settimo giorno, a dedicare il settimo giorno al Signore, alla lode. Perché dice questo racconto, ripetendolo come un ritornello costante, che tutto quello che Dio fece era buono.
Dopo aver creato l’uomo e la donna si dice che Dio aveva fatto una cosa molto buona. Dio si rivela naturalmente nelle Sue Opere; se le Sue Opere sono buone e molto buone, Dio, Colui che crea questo è buonissimo, è l’Amore Misericordioso.
Lui fa bene ogni cosa, fa molto bene, e l’uomo guardando la Creazione non può non dire:
"Tu, Signore, sei veramente buono, solo Tu sei buono e fai cose buone".
La Creazione, dunque è la prima grande manifestazione dell’Amore Misericordioso di Dio, opera assolutamente gratuita.
La prima parola delle Costituzioni scritte da Madre Speranza dice così: "Dio, Amore Misericordioso, vuole benignamente elargire le ricchezze della Sua Misericordia". Dio è come una fontana che fa scaturire l’acqua buona per dissetare tutte le sue creature.

"Padre è il titolo che conviene a Dio, perché a Lui dobbiamo quanto è in noi nell’ordine della natura e in quello soprannaturale della grazia, che ci fa suoi figli adottivi". Perché è chiaro che l’uomo e la donna in Cristo Gesù saranno portati alla massima espressione di bontà, verranno conformati all’immagine perfetta del Figlio di questo Padre che ha fatto bene ogni cosa, per cui tutti gli uomini saranno chiamati figli Suoi, figli nel Figlio eletto e benedetto, Gesù.

"Dio, avendo un solo Figlio naturale, nella Sua infinita carità ne volle avere molti adottivi ai quali comunicare le Sue ricchezze, e perché avendo tutti lo stesso Padre, ed essendo fratelli ci amassimo gli uni gli altri". (Novena all’Amore Misericordioso, 1° giorno).

M. Speranza è stata una donna di grande vitalità, una donna che voleva vivere a lungo e vivere bene, che voleva portare a compimento il Progetto di Dio, fino in fondo. Lei ha amato la vita, ha servito la vita, godeva ricrearsi, contemplando la natura. Quante volte l’abbiamo vista davanti al Signore, ma altrettanto estasiata davanti all’Opera del Signore a benedirlo per tutte le sue meraviglie, e quante volte la Madre è stata vicino alla vita sofferente, per sostenerla, vicina ai malati, prendendosi a cuore la loro guarigione. Lei ha dato da mangiare, andava incontro concretamente, come fa una mamma. E’ venuta incontro alle necessità di tante persone, pensiamo agli sfollati della IIª Guerra mondiale, ai pellegrini, ai suoi Figli. Una foto la ritrae con due pani in mano, pronta a dar da mangiare, come una mamma che ha cura dei propri figli. Spesso la prima parola che lei diceva era: "Figlio mio, come stai, perché non mangi di più?".
Dunque una donna che ci ha parlato di questa bontà della Creazione di Dio e quindi della necessità di portarla a compimento.
Ha scritto: "Tutto è stato fatto da Dio e anche noi siamo stati fatti da Lui". Sono le Vostre mani, Dio mio, quelle che ci hanno fatto e formato completamente. L’uomo tocca il mondo visibile ed il mondo invisibile, porta nel suo corpo la somiglianza degli esseri inferiori, e nella sua anima la somiglianza dello Stesso Dio. L’uomo è collocato tra Dio e la Creazione. L’uomo è il vincolo di congiunzione del Cielo e della Terra.
Che cosa dobbiamo fare, quaggiù, su questa terra?
Dovremmo vivere sviluppando e portando a compimento il piano di Dio, perché questa vita imperfetta si possa maturare, si possa sviluppare. "Crescete" è la prima parola di Dio rivolta all’uomo. Una parola che comunica all’uomo il potere di svilupparsi, di crescere, di comunicare la vita. Questa parola contiene la legge totale della vita.
E’ necessario crescere, è necessario sviluppare la vita fisica del corpo, la vita intellettuale dello spirito, la vita morale del cuore, e questa è la ragione delle attenzioni che dobbiamo avere per conservare il corpo, per educare il cuore, perché tutto il nostro essere sviluppi le sue facoltà e questo sviluppo sia rivolto a Dio. "Non consegnate – dice S. Paolo - le vostre membra al peccato per servire l’iniquità, piuttosto consegnatevi tutti a Dio, offrite a Dio le vostre membra perché siano strumento di giustizia e di bontà".
Si, Dio ha creato tutto per Sua gloria e per la santificazione dell’uomo, Lui solo è il fine essenziale e totale dell’uomo. Egli è la ragione della nostra esistenza e l’unico fine della nostra vita che porta alla piena felicità.
Dio, Amore Misericordioso, è Colui che non vuole essere felice senza di noi, come appunto un padre ed una madre che non possono essere felici se non quando i loro figli sono tutti a casa, e nella gioia. Guai a noi se ci stacchiamo da Dio e se usiamo male le creature, se inquiniamo la Creazione.
E’ questo il senso fondamentale della nostra vita.

E la seconda pagina che abbiamo ascoltato è quella di Gesù: ci parla della manifestazione massima dell’Amore Misericordioso. Gesù porta a compimento questa rivelazione dell’Amore e della Misericordia di Dio.
Gesù contesta le tradizioni farisaiche, che davano più importanza ai riti esteriori, alle purificazioni, alle osservanze circa la purità legale (come, ad esempio: non si può toccare un cibo immondo!) piuttosto che alla purificazione del cuore, ad un rapporto profondo, autentico con Dio.
Ebbene, fratelli, noi rischiamo, a volte, di vivere il rapporto con Dio, in maniera formale, in maniera davvero superficiale. Gesù usa parole forti: "Voi curate l’esterno e non il cuore. Guai a voi che pulite l’esterno del bicchiere, del piatto, mentre all’interno vi è ogni genere di sporcizia. Questo popolo, come disse Isaia, mi onora con le labbra e non con il cuore. Ciò che inquina l’uomo è ciò che proviene dal cuore, e non ciò che mangia. Dal cuore escono le cattiverie". Tutto questo ci parla dell’importanza prioritaria del cuore rispetto all’atteggiamento esterno.
Sappiamo bene come il nostro mondo, quello che noi stiamo vivendo, sottolinea molto l’immagine. La nostra è chiamata anche la "società dell’immagine", la "società delle apparenze".
Gesù continua a dire: "Voi osservate le tradizioni degli uomini e trascurate il comandamento di Dio, anzi, eludete questo in maniera abile ed astuta. Voi mettete prima le cose secondarie, poi quelle principali. Voi per esempio, vi impadronite del patrimonio dei genitori, facendolo passare come offerta sacra e poi voi ne fate quel che volete, e così eludete il quarto Comandamento. Guai a voi, Scribi e Farisei, che pagate la decima di ogni cosa, e trasgredite le prescrizioni più gravi, cioè la giustizia, la misericordia, la fedeltà. Queste cose bisogna praticare, senza omettere quelle".
Ecco, una parola veramente chiara, essenziale, che ci orienta nel cammino di Gesù, nella vera conversione.
Anche qui la Madre ha delle parole molto belle, circa il nostro rapporto con Dio.
Scrive così: "L’anemia spirituale è, figli miei, una situazione nella quale noi moltiplichiamo piccole pratiche senza che queste sostengano davvero la nostra vita spirituale. A volte ci affidiamo al sentimentalismo vuoto, alla devozione senza sostanza. La pietà, figli miei, è oggi è malata, manca di sostanza, dell’alimento solido, è tanto superficiale in molte anime. La vanità oscura il vero bene e non ci lascia vedere che le apparenze seduttrici della superficie. State attenti, figli miei, perché non entri nella Congregazione la vita superficiale, poiché vivendo di sensazioni, si vive esteriormente, non si penetra nell’interiore dell’animo. Dio parla nel fondo del cuore e lì dobbiamo ascoltarlo. Andiamo al Signore per mezzo di una vera pietà! Andiamo incontro al Signore con l’innocenza del cuore, trasformando progressivamente la nostra vita nella Sua vita, spogliandoci dell’uomo vecchio per rivestire l’uomo nuovo".

Ecco, fratelli, quanto pensava e viveva la Madre. Una pietà davvero profonda che la portava a fare la Volontà di Dio ad ogni costo, accettando innumerevoli sacrifici.

Concludo con alcuni riferimenti del Suo Testamento:, non possiamo non evocarlo, oggi a 22 anni dalla sua morte. Per noi, Figli ed Ancelle dell’A.M., mi permetto di leggere il passaggio sulle Costituzioni. Sono una decina di righe, che contengono parole forti. Mi permetto di leggerle, anche perché su questo ci richiama pure il Capitolo generale appena celebrato.
Dopo aver parlato della fede viva, della speranza e della carità, aggiunge: "Lascio le Costituzione dettate da Lui, e scritte con tanta fede e fiducia da questa povera creatura affinché i miei amati Figli e le mie amate Figlie siano ricchi per l’eternità, poiché praticandole alla lettera – ecco la Madre parla del non formalismo, ma lei parla anche di fedeltà puntuale, come Gesù che diceva che nemmeno uno iota deve essere cancellato dalla Legge e, morendo, pregava: Padre ho compiuto proprio tutto – osservandole alla lettera, esse saranno il consistente capitale che li arricchirà nella Patria Celeste. Vi avverto che il Buon Gesù si incaricherà di fare giustizia, nei confronti di tutti quei Figli e quelle Figlie che guardando a queste loro amate Costituzioni senza amore e rispetto tralascino di compiere ciò che esse ordinano o ardiscono cambiare e correggere qualche cosa di ciò che appartiene allo Spirito e al fine di queste Sante Costituzioni".
Parole molto forti che non possiamo non meditare, ricordando quanto fedele è stata la Madre.
"Figli miei, siate umili, amatevi mutuamente, siate molto caritatevoli, amanti dell’orazione perché è il mezzo principale per ottenere la grazia, la gloria. Cercate solo la Sua gloria, la gloria di Dio, non la vostra. I vostri cuori siano fissi nel Buon Gesù".
Chiude il Testamento così: "Fa, Gesù mio, che nell’ora della morte tutti i Figli e le Figlie pieni di amore e di fiducia possano dire ciò che io Ti dico in questo momento confidando nella Tua carità: Padre mio, nelle Tue mani affido il mio spirito".

Concludiamo la nostra preghiera con la Benedizione della S. S. Trinità, ma vogliamo anche immaginare di ricevere la benedizione della Madre Speranza, avvertendo su di noi il suo sguardo sorridente e incoraggiante, ascoltando quella parola che spesso rivolgeva: "Figlio mio …". Tutto estremamente semplice, eppure segno di pace e gioia che provenivano dall’Amore divino che abitava nel suo cuore. Per questo ci ritroveremo per un momento attorno alla tomba di questa nostra Madre.

 

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ultimo aggiornamento 30 marzo, 2005