ESPERIENZE
 

    Paolo Risso

 

 

 

Padre e guida delle anime
Il Ven. Luigi Boccardo

 

 

 

La sua vita è semplice e grande. Per questo il 12 aprile 2003, il Santo Padre Giovanni Paolo II lo ha proclamato “venerabile”, perché eroico nell’esercizio delle virtù cristiane e, per lui, delle virtù sacerdotali. Stiamo scrivendo del Canonico Luigi Boccardo, nato a Moncalieri (Torino) il 9 agosto 1861.

 

La storia di un uomo

Del suo fratello maggiore, Can. Giovanni Boccardo, ora “beato”, e di lui, abbiamo narrato, affascinati dal loro esempio, la vita nel libro “Sui binari dell’amore” (Edizioni S. Gaetano, Vicenza, 1997), con prefazione del Card. Giovanni Saldarini, allora Arcivescovo di Torino, che lo raccomandava alla lettura da parte dei sacerdoti.
Ordinato prete il 7 giugno 1884, don Luigi Boccardo viene destinato come vice-parroco del fratello don Giovanni Boccardo, prevosto di Pancalieri (Torino). Un anno dopo, il Canonico Giuseppe Allamano (ora lui pure “beato”), chiama il giovane don Luigi a fare da vice-rettore e da “Padre spirituale” al Convitto Ecclesiastico della Consolata di Torino: vi resterà per più di 30 anni, a svolgere queste mansioni, cui si aggiungerà l’incarico di professore di varie discipline presso la Scuola di Teologia del medesimo Convitto. Di lì, egli sarà maestro e formatore del Clero per diverse generazioni, visto e ritenuto ogni giorno di più un santo sacerdote.
Alla fine del 1913, muore suo fratello maggiore don Giovanni, il quale oltre che essere stato un parroco esemplare, ha fondato le Suore “Figlie di S. Gaetano”: egli lascia in eredità la Congregazione a don Luigi, che così ne diventa il superiore generale.
Il Card. Agostino Richelmy, Arcivescovo di Torino, nel 1919, affida a lui la direzione dell’Istituto per ciechi che nessuno vuole accettare a causa della difficile situazione economica in cui si trova. Il Canonico Luigi risana il bilancio dell’Istituto e organizza la vita delle Figlie di S. Gaetano, guidandole con la sua intensa spiritualità tutta incentrata nel Signore Gesù, Salvatore, Modello, Guida e vita di ogni anima, Sacerdote e Re dei secoli.
Animato dal suo spirito di confidenza e di santa audacia, costruisce a Torino la loro nuova Casa Madre, fonda e dirige la sezione piemontese dell’Unione apostolica del Clero, scrive apprezzatissimi libri di spiritualità, soprattutto sulla “Confessione e direzione spirituale”, e numerosi articoli su varie testate; guida spiritualmente centinaia di anime, anche sacerdotali, predica decine di corsi di esercizi spirituali, lavora nelle carceri, fonda e sostiene scuole di religione per la formazione del laicato. Davvero si fa tutto a tutti, spendendosi sino allo spasimo, proprio lui che era sempre stato fragile di salute. Nel 1931, erige il bellissimo Santuario di Gesù Re e Sacerdote, e l’anno dopo, fonda il ramo contemplativo delle Suore di S. Gaetano, le “Figlie di Gesù Re” , suore non vedenti di vita contemplativa.
A 75 anni, rimpianto dal Clero di Torino e d’Italia, da numerosi Vescovi che lo conoscono, il Can. Luigi Boccardo va incontro a Dio il 9 giugno 1936. Ora, con il decreto di “venerabilità”, cammina spedito verso la gloria degli altari.

 

“In confessionale per l’eternità”

Professore, scrittore e fondatore il “Padre” Luigi Boccardo nei suoi 52 anni di sacerdozio, si è sentito soprattutto confessore e padre delle anime. Superato il timore che nei primi anni di sacerdozio gli incuteva il confessionale, prova una gioia indicibile a restarvi interminabili ore per amore di Gesù e delle anime da salvare. È un grande sacrificio – è vero – ma egli sa che la Redenzione del mondo è costata al Figlio di Dio la morte in croce e che con Gesù, il sacerdote per primo deve collaborare.
Presto constata: “Ogni giorno, Gesù mi dà la grazia di toccare i cuori: essi restano come magnetizzati”. Gli episodi non si possono contare riguardo a conversioni, a ritorni nascosti o clamorosi alla vita cristiana, tra persone di ogni ceto, che inginocchiatesi al suo confessionale una volta, hanno sperimentato l’amore e la misericordia di Dio, hanno visto la loro esistenza trasformarsi e sentito il bisogno di ritornare da lui regolarmente.
Una bambina si confessa da lui per la sua prima Comunione. Esce raggiante di luce e dice al papà: “Va’ anche tu a confessarti da questo prete, ti fa vedere il sole!”. Attira i fratelli con la forza dell’amore, li accoglie, li rassicura, fa toccare con mano a ciascuno di loro la bellezza e la santità avvincente di Gesù. Agendo in questo modo, si assicura i penitenti più difficili, anche quelli che portano con sé il peso delle colpe più gravi o i problemi più ingarbugliati.
All’accusa dei peccati, sa rispondere in modo preciso, breve, con la parola adatta per ogni persona, frutto della sua preparazione nella teologia morale e spirituale e nella conoscenza del cuore umano, della luce abbondante che chiede a Dio nella preghiera per essere confessore santo e guida illuminata delle anime: “Oh, come mi sento bene in confessionale, come sento Gesù in me, come vedo tanti bei risultati!”. “Io, che volete, starei in confessionale fino alla fine del mondo, anzi per tutta l’eternità”. “Sì, è vero, non vorrei avere da mangiare e da dormire né altro da fare per restare notte e giorno in confessionale”.

 

“Gesù, sole della vita”

Definisce la direzione spirituale “la scuola pratica della perfezione di ogni singola anima in particolare”. “Non si tratta di un supporto facoltativo, ma di un mezzo indispensabile, per chi vuole arrivare alla perfezione”. Il confessore medesimo dev’essere il direttore spirituale, perché “base della direzione è il Sacramento del perdono”, e solo il sacerdote può essere direttore spirituale con la luce che Dio gli sona per illuminare e santificare le anime.
Per essere tutto questo per i fratelli che si avvicinano a Lui, con uno sforzo continuo, cerca santità e dottrina e invita i confratelli sacerdoti a mettersi sulla stessa via, perché se il direttore spirituale non è santo, è nocivo, se non è dotto, è inutile; se è dotto e santo, è sale e luce: “La più difficile di tutte le arti è la Confessione-direzione, perché è certo che solo un santo può formare altri santi”.
Tuttavia egli non si scoraggia sapendo di essere solo uno strumento nelle mani di Gesù, che supplisce alle deficienze personali, quando inutilmente ci si affida a Lui e si fa di tutto epr collaborare al meglio con Lui: “Gesù solo è il vero direttore”. Un prete così, come il Venerabile Luigi Boccardo, appare oggi di singolare fascino e attualità e necessità per il nostro tempo, in cui resta vera e valida la legge costante che Dio segue nei suoi contatti con le anime: Dio guida la vita di ogni uomo, ma di norma si serve di un altro uomo che Egli prepara e manda.
Raramente si può dire, come per S. Teresa di Gesù Bambino, che “soltanto il Signore fu la sua guida” (“Dominus solus dux eius fuit” – Dt 32,12).
È Gesù Cristo che converte Saulo di Tarso sulla via di Damasco, ma lo manda ad Anania, che lo inserisce nella vita della Chiesa: Saulo diventa Paolo, l’Apostolo delle genti. È Gesù Cristo che affascina Giovanni Bosco, ma gli pone sulla strada don Giuseppe Cafasso, che gli indica la via da seguire. Gli esempi potrebbero continuare a lungo. Ripetiamo: è la legge costante che Dio segue nei suoi contatti con le anime.
Dio dunque ha bisogno di “Anania”. Dio suscita degli “Anania” meravigliosi nella Chiesa. Il “Padre” Luigi Boccardo è stato uno dei più mirabili “Anania” nella sua Chiesa, nel secolo X: davvero “padre e guida delle anime”, e “di professione Anania” (Atti, 9,10).
Per condurre dove? Scrive il S. Padre Giovanni Paolo II nell’enciclica Ecclesia de Eucaristia (17 aprile 2003): “L’Eucaristia è la principale ragion d’essere del sacerdozio, nato effettivamente nel momento dell’istituzione dell’Eucaristia e insieme con essa… In questo modo, il sacerdote è in grado di vincere ogni tensione dispersiva delle sue giornate, trovando nel Sacrificio Eucaristico, il vero centro della sua vita e del suo ministero, l’energia spirituale necessaria per affrontare i diversi compiti pastorali”.
Il sacerdote vero e santo è confessore e direttore spirituale per condurre le anime a Gesù Eucaristico e, in Lui, alla comunione sempre più perfetta con Dio, in questa vita e , in modo definitivo alla vita eterna, al Paradiso. Tutta la vita, l’azione e la santità del venerabile don Luigi Boccardo, sta qui: consumato dall’amore a Gesù Eucaristico, per il quale egli si è speso fino all’ultimo, per portare le anime a Lui… al Paradiso.
A proposito scriveva Lacordaire: “Una strada in salita e un prete vi accompagna, passo passo, un altro uomo. Salgono insieme verso l’alto, verso la vetta su cui splende il Sole. È uno degli spettacoli più belli del mondo”. Il P. Luigi Boccardo è stato “padre e guida” di un numero sconfinato di fratelli sulla via dell’esistenza verso il Sole divino che è Gesù Cristo.

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ultimo aggiornamento 20 aprile, 2005