ANNIVERSARIO MADRE SPERANZA
 
 

Mons. Domenico Sorrentino

XXII Anniversario della morte di Madre Speranza
Collevalenza, 5 Febbraio 2005

Omelia di Sua Ecc.za
Mons. Domenico Sorrentino
Segretario della Congregazione per il Culto Divino

 

 

Per quanto grande possa sembrarci il buio attorno a noi,vi è
la luce di Gesù
che ormai non si spegnerà più

 

 

La misericordia è l’amore tenero, l’amore fedele, l’amore intenso, l’amore che non si stanca, l’amore che dona e perdona, senza misura.


Madre Speranza è stata una donna che ha saputo assimilarsi a Gesù, crescere nel rapporto con Lui.

Carissimi fratelli e sorelle, tutto risplende in questa liturgia, in questa parola di Dio che ci è stata appena proclamata. Il tema proposto alla nostra meditazione è quello della Luce. Attraverso questo simbolo ci viene presentato il senso della nostra fede, del nostro cristianesimo, del nostro incontro con Gesù. Ci viene detta una cosa davvero molto impegnativa: «Voi siete la luce del mondo»! Viene detto proprio a noi, a tutti e a ciascuno.
È una consegna davanti alla quale è impossibile non sentirsi tanto piccoli. «Voi siete la luce del mondo». In che senso? Ognuno, guardandosi dentro e cogliendo la verità di se stesso, dovrebbe dire: «Luce, io? Ma sono piuttosto io ad aver bisogno di luce!». È proprio così. Siamo noi che abbiamo bisogno di luce, della luce vera che è Gesù.
Pensando dunque alla luce, bisogna innanzitutto pensare a Lui, l’unica luce! Noi, però, siamo chiamati a essere riflesso della Luce. Possiamo e dobbiamo diventarlo.
Questo simbolo, dunque, ci coinvolge profondamente e ci coinvolge tutti. Ciascuno di noi deve chiedersi fino a che punto si è lasciato raggiungere dalla luce di Gesù, così da divenirne riflesso anche per gli altri.

Tentiamo di imparare questo gioco della luce, di capire come poter incontrare Gesù-Luce e riflettere Gesù-Luce al mondo.
La Parola che abbiamo ascoltato ce lo spiega in maniera molto concreta.
Nella cultura occidentale ha avuto un grande influsso il movimento dell’illuminismo, che esalta la luce della ragione, la luce della scienza. Siamo in gran parte eredi di questo filone culturale. Certo, nessuno potrebbe negare che attraverso l’intelligenza passa quella luce di cui tutti abbiamo bisogno; per questo studiamo e apprendiamo tante cose. La Parola di Dio, però, al di là della conoscenza della mente, ci conduce per un’altra strada, quella della sapienza del cuore. Qui è la fonte della Luce, che si riflette nell’amore concreto con cui noi impostiamo la nostra vita.
La prima lettura ci diceva: “Spezza il tuo pane con l’affamato, introduci in casa tua i miseri, i senza tetto, dà da vestire a chi è nudo. Allora la tua luce sorgerà come l’aurora”.
Non possiamo fermarci alla luce dell’intelligenza. Anche questa, certo, viene da Dio e conduce a Dio, se è improntata a rettitudine di informazioni e di ragionamenti. Ma la luce rifulge soprattutto nell’amore. L’Apostolo Giovanni, nella sua prima lettera, dice: “Dio è Amore”. Ed è Luce proprio perché è Amore. L’Amore è il grande spazio della luce. Più si ama, più si incontra Dio e più si riflette la luce di Dio.
Gesù viene a dirci tutto questo con la Sua Persona: Egli è la Luce eterna. E’ il Verbo, la “Parola”. Diciamo nel Credo: Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. Egli, che è la Luce in cui tutte le cose sono state create ed hanno preso vita, viene in mezzo a noi. Ci mostra e ci porta la luce di Dio, svelandoci il Padre, non tanto con informazioni eloquenti, ma rendendolo in qualche modo incontrabile, mettendolo alla nostra portata, nel nostro cuore.
C’è un momento in cui questa rivelazione di amore e di luce raggiunge il culmine, è il momento della Croce, quando Gesù non parla più, quando, ai nostri occhi, si fa per sempre ed interamente puro dono: “Prendete e mangiate questo è il mio Corpo, prendete e bevete questo è il mio Sangue”.
Si è donato tutto; non ha più parole, perché ormai sono la sua Carne ed il suo Sangue a parlare; è l’amore che esprime tutta l’intensità della misericordia. In questo Santuario, attraverso il carisma donato a Madre Speranza, tutto parla di questa misericordia.
La misericordia è l’amore tenero, l’amore fedele, l’amore intenso, l’amore che non si stanca, l’amore che dona e perdona, senza misura. Gesù manifesta e dimostra tutto questo dalla croce, chiamandoci a Lui dalla croce. Vuole che noi e Lui diventiamo una sola cosa sulla sua croce.
Questa è la Santa Eucaristia: diventare con Lui una sola cosa, imparare da Lui come si ama, amare con Lui, lasciarci amare da Lui, così da far risplendere un tale amore sugli altri.
Siamo così arrivati alla consegna che Gesù ci ha fatto: “Voi siete la luce del mondo”. Occorre essere una sola cosa con Lui, imparando ad amare come Lui ama, amando con il Suo amore, per essere poi testimoni di amore e di luce.
Gesù ci ripete tutto questo in termini accorati, quando ci avverte: “Voi siete la luce”. Cosa mai accadrebbe se voi, chiamati ad essere luce, non risplendeste agli occhi del mondo? Succederebbe che gli altri non avrebbero la possibilità di ricevere questo messaggio, non avrebbero la possibilità di incontrarsi pienamente con il Padre Mio.
Noi cristiani abbiamo una grande responsabilità.
Gesù esprime lo stesso concetto anche con l’immagine del sale che dà sapore: “Voi siete il sale che da sapore”. Stiamo nel mondo per dare ad esso sapore: il sapore di Gesù, il sapore del Vangelo.
Che grande responsabilità, miei cari fratelli e sorelle. Noi abbiamo avuto la gioia e la grazia della fede, questa gioia e questa grazia la dobbiamo trasmettere, la dobbiamo condividere.
L’Eucaristia è il momento in cui tutto questo si fa pienezza; è il laboratorio in cui la luce che viene dall’Alto inonda il nostro cuore, incendiandolo dell’amore di Gesù. Nell’Eucaristia incontriamo e mangiamo Gesù, ce ne nutriamo perché tutto quello che Lui è risplenda nel nostro cuore. Dopo ogni Eucaristia, dobbiamo ritornare a casa infiammati, uomini e donne diventati luce, perché hanno accolto la Luce dentro di sé. Dobbiamo imparare a mettere da parte tutto ciò che è tenebra, ogni mancanza d’amore, e diventare luce per gli altri. Non si tratta di ergersi in cattedra facendo grandi discorsi, perché non è di questo che ha bisogno il mondo. Si dicono già troppe parole, tanto che lo stesso S. Paolo, partendo dalla sua personale esperienza, ci ricorda: Non sono venuto a dirvi cose alte, sono venuto a dirvi Gesù, e Gesù crocifisso. Questa è la Parola che salva il mondo e che deve riecheggiare, prima ancora che sulle nostre bocche, nei nostri cuori.
Una comunità cristiana che diventa Gesù, diventa anche luce e sapore per il mondo. Che grande responsabilità, ma, prima ancora, che grande grazia!
Questa grazia è stata data a Madre Speranza, una donna che ha incontrato Gesù, l’ha incontrato nella sua povertà. Lei si sentiva una nullità. Ho letto che amava dire: “Il Signore si serve di me perché io sono un nulla”; il Signore si serve delle cose da nulla per fare grandi opere. Proprio così, la luce risplende lì dove c’è un cuore umile che è capace di farsi raggiungere dall’amore.
Madre Speranza è stata una donna che ha saputo assimilarsi a Gesù, crescere nel rapporto con Lui. Ha espresso la sublimità di questo rapporto nella carità e, come abbiamo sentito dalla Parola di Dio, la carità è il segno della luce vera. Apri il tuo cuore ai fratelli, ed allora la tua luce risplenderà.
Anche questa Comunità, questo Santuario, le Congregazioni fondate da Madre Speranza, ci ricordano tutto questo. Nel farne memoria, vogliamo percorrere il nostro piccolo tratto di cammino con lei. Vogliamo imparare a camminare sulle sue orme.
Questo Santuario che sorge su una collina, è anche visivamente un faro. Diventi un luogo in cui la luce di Gesù raggiunga tanti cuori, riuscendo a riflettersi lontano, nel mondo intero.
Non possiamo nasconderci che viviamo in un mondo che sembra rifiutare la luce di Gesù. Già quando Madre Speranza fondò la sua prima Congregazione, per l’Europa erano anni difficili, anni di persecuzione. E tuttavia non si poteva prevedere quanto sarebbe andata lontana la nostra società dalla tradizione cristiana.
Guardando le cose da un punto di vista soltanto umano, si sarebbe tentati di pessimismo, ma noi siamo uomini della speranza.
Madre Speranza ci insegna questo. Sappiamo, infatti, che, nonostante tutte le difficoltà, nonostante tutte le oscurità, la luce di Gesù non si spegnerà più; questa luce che viene dall’alto si è inserita profondamente nella nostra umanità e noi, continuamente, la riceviamo dalle braccia di Maria nella Santa Eucaristia. Lei è la donna Eucaristica. Il Santo Padre ha desiderato dedicare quest’anno all’Eucaristia, così come aveva voluto additare nei misteri del Rosario, al culmine dei misteri della Luce, l’istituzione dell’Eucaristia.
Per quanto grande possa sembrarci il buio attorno a noi, vi è la luce di Gesù che ormai non si spegnerà più. A noi, che viviamo e ci nutriamo della Santa Eucaristia, il compito di lasciare che la sua luce inondi il nostro cuore, per poi rifletterla sugli altri. É l’augurio che ci scambiamo vicendevolmente, trasformandolo in una supplica che eleviamo al Signore: “Oh Gesù, luce dei nostri cuori, luce che dai vita, luce che dai speranza, misericordia che continuamente ci rinnovi, Gesù, attraverso la tua parola, attraverso la tua Eucaristia, sii nutrimento dei nostri cuori, trasforma le nostre esistenze, aiutaci a diventare luce e la tua Parola, “siate luce per il mondo”, diventi per noi parola vera.
Amen.”

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ultimo aggiornamento 02 giugno, 2005