Lettera di arrivederci
a Giovanni Paolo II
Tutto per Amore
Caro Padre amato,
sono passati giorni dalla tua partenza e ti confesso che mi sembra ieri. Ieri che alzavi la tua mano tremante dalla finestra della stanza, ieri che soffrivi in silenzio e con gioia. Tutto di Maria, tutto della Chiesa. Tutto di Cristo.
Per convincermi della tua morte, ho desiderato tanto vederti, un’ultima volta.
Insieme agli altri tuoi figli, ho aspettato con ansia che giungesse il momento dell’incontro.
Stavi lì, finalmente disteso.
Come hai detto ai tuoi amici prediletti: vi ho cercato, voi siete venuti, vi ringrazio.
Adesso c’ero anch’io, vicino a Te. La luce povera della mia fede si lasciava illuminare dal tuo faro potente.
Sì, fratello e padre nella fede, amico dei giovani, tu non hai mai disperato. Hai creduto nella bontà di Dio. Un Dio che cerca tutti i suoi figli con pazienza instancabile. Fino alla fine.
Forte come la morte è stato il tuo amore.
Come un padre buono, tante volte hai gettato gli errori del mondo nella fornace ardente del cuore di Dio, Amore Misericordioso.
Tutti noi siamo sperduti, come pecore senza pastore.
Ti abbiamo visto, per l’ultima volta, abbracciato al tuo vincastro: la croce.
Così sei entrato in Paradiso, carico delle sofferenze che ancora segnavano il tuo volto.
Ma i tuoi occhi luminosi risplendevano altrove.
Devi sapere, Padre mio, che da quando sei partito, lo aspetto con più gioia anch’io, il Paradiso.
Chissà quale posto avrà preparato il Signore per te! Spero tanto, che al mio arrivo, e il giorno lo sa Dio, tu non sia troppo lontano … ed io possa finalmente abbracciarti . Dopo aver visto Gesù, Maria, Madre Speranza, vorrei tanto parlare un po’ con te.
Della Misericordia che hai così bene cantato, vissuto, celebrato.
Dell’Amore di Cristo che il tuo volto, trasfigurato dal dolore, rifletteva come uno specchio.
Quando a Toronto hai annunciato ai giovani di tutto il mondo la prossima Giornata mondiale della gioventù a Colonia, forse sapevi che il Signore ti avrebbe chiamato a Sé prima di quel giorno. Ed anche così malato, chissà se saresti venuto? Forse sì, per non deluderci, per mostrare che l’uomo è stato redento a caro prezzo, per associarti ancora di più, se fosse stato possibile, alla passione di Cristo che salva.
Ormai non importa più: di certo non sarai tu a mancare quel giorno.
Insieme agli angeli e a tutti i giovani che sono in Paradiso, danzerai al ritmo della musica e
canterai con la tua voce inconfondibile: Venimus adorare eum, Emmanuel!
sr. Erika di Gesù EAM
Arrivederci
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