Benedetto Colui che viene

  Carissimo,

    muore il Papa. Una persona, una voce, qualcuno segnato dal mistero, venuto da lontano. Non il lontano “geografico”, ma venuto da un “altrove”, dallo Spirito.
    Un Papa che ha travolto i muri, e non solo quello di Berlino, che ha contrastato le ideologie, il nazismo, il comunismo. il neoliberalismo, la globalizzazione selvaggia, che ha avuto il coraggio - per la prima volta nella storia - di accusare le colpe, di intolleranza e di potere, commesse talvolta dalla Chiesa.
    Giovanni Paolo II, che si è ritrovato tra le ferite e le agonie dei popoli, nel solco dei poveri, nella crocifissione di se stesso, nel segno dell’uomo, della libertà, del futuro dei giovani: “Dite agli smarriti di cuore, coraggio!”.
    Il mandato affidato alla profezia di Isaia, il passaggio al terzo millennio, il vento dello Spirito che sfoglia, sulla bara del Papa, il Vangelo vissuto, il mondo spalancato alla visione della finestra: “Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della Casa del Padre, ci vede e ci benedice. Sì, ci benedica, Santo Padre”.
    Ed eccolo il nuovo Papa: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!”.
    E quella icona muta di Giovanni Paolo II torna a parlare: “Aprite le porte a Cristo, non abbiate paura…”. Una voce che annunzia l’imprevedibile di Dio, che chiama amici (come Cristo) tutti gli uomini: “La vostra preghiera, cari amici, mi accompagni”, che conferma la grande speranza: “Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio”.
    È il nuovo Papa, Benedetto XVI, che già amiamo, che chiama tutti alla comunione: “Non vi è niente di più bello che essere raggiunti da Cristo, e comunicare agli altri l’amicizia con Lui”, che interroga la missione della Chiesa: “La rete è strappata…”, che convoca alla responsabilità i potenti della storia: “I tesori della terra non sono più al servizio dell’edificazione del giardino di Dio”.
    Un Papa che ha la mitezza e la forza, capace di farci riconoscere nel futuro di Dio.

Nino Barraco