RICORDANDO PADRE ARSENIO

“Tu, Signore, hai tutto disposto con misura, calcolo e peso... Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato... perché tutte le cose sono tue, Signore, amante della vita. Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza, ci governi con molta indulgenza... Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini; inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza, perché tu concedi, dopo i peccati, la possibilità di pentirsi”.

(dal Libro della Sapienza cp. 11-12)

 

T E S T A M E N T O

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, oggi, 3 novembre 1984, al compiersi del 69° anno di età, stendo il mio testamento.

Volgendo lo sguardo al passato, sento dal profondo del cuore un forte bisogno di benedire il Signore, “perché è buono, perché eterna è la sua Misericordia”.

Lo benedico per il dono meraviglioso della vita, e con Lui e in Lui benedico i miei genitori – il Papà Raffaele, che non poté prestarmi le sue cure paterne perché, partito per la guerra il giorno dopo del mio battesimo, non fece più ritorno a casa (sono però convinto che dal suo generoso sacrificio vennero a me doni preziosi dal Padre celeste) - la Mamma Giulia, donna e mamma incomparabile: per me ha speso tutta la sua vita, tra sacrifici che solo il Signore ha saputo ricompensare in Cielo.

Benedico con loro nonni e nonne, zii e zie, per l’affetto portato a questo bambino orfano.

Benedico il Signore per il dono della vita soprannaturale, e benedico il venerato Parroco, Don Guglielmo Marcucci, che appena a un giorno dalla nascita, mi fece rinascere Figlio di Dio col Battesimo. Fu lui che in quell’ora di grazia disse ai presenti: “Questo bambino sarà Sacerdote”. Lui mi portò in seminario, lui mi fu accanto nell’ora dell’ordinazione sacerdotale.

Benedico il Signore per gli anni del Seminario e benedico i miei Superiori e i miei Maestri, che mi fecero sentire il Seminario come una vera famiglia. In modo particolare benedico il mio Santo Arcivescovo Mons. Giovanni Battista Rosa che mi fu più che padre e che, dopo avermi formato con i suoi esempi e la sua parola, mi consacrò sacerdote il 2 giugno 1940. Lo benedico per aver mantenuto, lungo gli anni della mia vita sacerdotale, la promessa fattami sul letto di morte: “Don Arsenio caro caro, quanto pregherò per te dal Paradiso”. Per Lui chiedo la glorificazione degli altari.

Porto nel cuore la Parrocchia di Borghetto di Prepo e quella di Marsciano dove esercitai il ministero di parroco: anni di vita non facili, ma bellissimi e tanto benedetti dal Signore.

Benedico il Signore per la chiamata ad esser “Figlio, tra i primi, del Suo Amore Misericordioso”, e per la professione dei voti religiosi emessi per la prima volta nelle mani di Mons. De Sanctis il 27 maggio 1954, festa dell’Ascensione. Benedirò in eterno la veneratissima Madre Speranza che fu il tramite di questa inestimabile grazia, e che maternamente mi accolse nella Congregazione.

Benedico il Signore per i 14 anni passati a Fermo, nel Collegio Artigianelli e nella Casa del Clero. Mai dimenticherò l’amabilissimo Arcivescovo Mons. Norberto Perini, vero padre per la nostra nascente Famiglia, e i Sacerdoti di quella grande Archidiocesi, che mi furono tanto vicini e che io sentii veri amici e fratelli.

Benedico il Signore per i successivi anni vissuti a Collevalenza, sotto lo sguardo e nelle premure della Madre, fino all’ultimo istante della sua vita tra noi. Lo benedico e ringrazio particolarmente per le meraviglie di grazia operate dall’Amore Misericordioso nel suo Santuario, per le tante anime che mi ha dato di poter avvicinare, soprattutto per quello che ci ha dato di compiere per il suo “amato Clero”: quei tantissimi cari Sacerdoti, che Lui ci ha mandato perché ci occupassimo di loro come fratelli, e con loro ci aiutassimo a edificarci nella santità. Sento tanta gratitudine per i nostri Vescovi Umbri, che ci hanno incoraggiato in questo delicato ministero, che costituisce il fine primario della Congregazione, confortandoci della loro comprensione, del loro affetto e della loro benedizione.

C’è stato in questi anni un avvenimento di cui sento dover ringraziare in modo tutto speciale l’Amore Misericodioso, un avvenimento che ha profondamente segnato la mia vita di Sacerdote Figlio dell’Amore Misericordioso. Accadde la sera del 18 novembre 1979 nella nuovissima Chiesa di Spinaceto, quando Papa Giovanni Paolo II mi concesse la grazia di emettere nelle sue mani, presenti i membri della nostra Famiglia, il voto esplicito di obbedienza in perpetuo al Santo Padre. Fu un gesto ispirato dal Signore e tanto da Lui gradito. Mi parve che in quel momento si gettava come un mistico ponte, che avrebbe unito per sempre Collevalenza e Roma.

Esprimo la mia profonda gratitudine a tutti i miei fratelli, Figli dell’Amore Misericordioso, per la carità premurosa con la quale sempre mi hanno accolto e confortato, soprattutto negli anni nei quali mi fu affidata la responsabilità della Congregazione.

Sono tanto grato alle Sorelle della “misma Familia” per il costante esempio di generosità, di sacrificio e di gioiosa dedizione che mi hanno dato.

A tutti e tutte chiedo perdono per quelle volte che, involontariamente, fossi stato loro di inciampo, o che non avessi saputo dare loro quello che da me avevano diritto di avere. Sento però di aver amato tutti e tutte di intenso amore, “in visceribus Christi”.

Fiducioso nell’Amore Misericordioso e nella Santissima Madre, nel cui Cuore ogni giorno ho posto tutto me stesso, ripetendo con dedizione totale “O Regina e Madre mia, io sono tutto tuo e tutto quello che ho è tuo!”, guardo con fiducia gli anni che mi sarà ancora concesso di vivere, e mi propongo di viverli con il più forte impegno, lavorando per la Sua gloria, per la nostra Famiglia, per la Chiesa e per il Mondo, fino all’ultimo istante della mia vita.

Laus Deo et Beatissimae Virgini Mariae!

Collevalenza 3 Novembre 1984

In fede.

P. Arsenio Ambrogi FAM

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ultimo aggiornamento 07 novembre, 2005