FESTA DEL SANTUARIO
 

   Card. Agostino Cacciavillan

 

L’annuale Festa del Santuario dell’Amore Misericordioso, a Collevalenza ha avuto la sua più alta espressione domenica 25 settembre 2005 con la Concelebrazione Eucaristica presieduta dal
Cardinale Agostino Cacciavillan.

Riportiamo l’omelia del Porporato.

 

 

Quel tempio dove si celebra l’incontro tra Eucarestia e Divina Misericordia

 

 

(Saluto di Padre Domenico Cancian, Superiore generale fam)

A nome di tutti voi, saluto e ringrazio Sua eminenza il Card. Agostino Canciavillan. Sua Eminenza è Presidente emerito dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, è stato Nunzio Apostolico negli Stati Uniti e in altre nazioni. E’ stato creato Cardinale nel 2001 da Giovanni Paolo II. Ha lavorato e lavora nella Congregazione delle Cause dei Santi, nella Congregazione per i Vescovi e nella Congregazione per l’evangelizzazione dei Popoli.
Grazie Eminenza per aver accettato il nostro invito a presiedere la festa di questo Santuario, la festa di Gesù Amore Misericordioso.
Lei in questo momento, in nome di Gesù, ci conferma nella fede e più significatamente nella fede di Dio Amore Misericordioso, per la quale fede Madre Speranza è vissuta. Costruendo 50 anni fa questo meraviglioso Santuario, voleva richiamare gli uomini ad una grande fiducia nel “buon Gesù”.
Lei, Eminenza, ci conferma nella comunione ecclesiale con il Papa Benedetto XVI. Da Lei ci attendiamo una parola di incoraggiamento a continuare il nostro servizio a bene della Chiesa, dei Sacerdoti, dei pellegrini che da 50 anni frequentano questo Santuario.
Giovanni Paolo II ci ha detto chiaramente che questo messaggio vale per tutto il mondo che, oggi soprattutto, ha bisogno di questo Amore misericordioso, fondamento sicuro della speranza che non delude.
Grazie, Eminenza. Assicuriamo la nostra preghiera e chiediamo che Lei ci benedica, ci conforti e ci dia quel sostegno di cui abbiamo bisogno per vivere
ancor meglio la nostra fede.

 

(Saluto di Sua Eminenza Cacciavillan)

Sono commosso veramente!
Il Signore mi ha dato già un gran numero di anni di esistenza e di esperienze varie, di ministero e di apostolato, ma qui non ero ancora venuto, pur conoscendo di Madre Speranza e di Collevalenza da parecchi decenni. Ringrazio la Provvidenza che oggi mi ha portato qui, nella Festa dell’Amore Misericordioso.
Qui uno vede e avverte molta fede, molta fiducia nell’Amore di Dio, l’Amore Misericordioso di Dio, e molta devozione, spirito di preghiera, canti ben curati. Dentro e fuori, tutto è splendido. Non si sa cosa ammirare di più, se il Santuario, la Basilica e gli edifici vicini, un complesso che colpisce nel senso buono, o l’assemblea del popolo di Dio, che qui viene e che trova in questo luogo un luogo singolare d’ispirazione, di crescita nella fede e nell’amore. L’esperienza di preghiera, sia liturgica, sia personale, un luogo eccezionale. Mi fa piacere conoscere voi, ma purtroppo non posso conoscere tutti personalmente; con piacere ho visto anche qualche bambino, anche qualche bambino sofferente. L’amore di Dio è con lui, con tutti noi; è questo il momento per credere ed avere fiducia nella bontà del Signore e per invocare il Suo Amore Misericordioso. Per non dilungarmi troppo, ho preparato appositamente per voi un’omelia scritta che passo a leggervi:

Celebreremo presto, il 30 novembre p. v., i 25 anni dell’enciclica di Giovanni Paolo II Dives in Misericordia. Di essa parlò il grande Papa all’Angelus, quando venne qui il 22 novembre 1981, festa di Cristo Re.
«Un anno fa ho pubblicato l’enciclica Dives in Misericordia. Questa circostanza mi ha fatto venire oggi al Santuario dell’Amore Misericordioso. Con questa presenza desidero riconfermare, in qualche modo, il messaggio di quella enciclica, desidero leggerlo di nuovo e di nuovo pronunciarlo.
Fin dall’inizio del mio ministero nella sede di San Pietro a Roma, ho ritenuto questo messaggio come mio particolare compito. La Provvidenza me l’ha assegnato nella situazione contemporanea dell’uomo, della Chiesa e del mondo. Si potrebbe anche dire che appunto questa situazione mi ha assegnato come compito quel messaggio dinanzi a Dio, che è la Provvidenza, che è mistero imperscrutabile, mistero dell’Amore e della Verità, della Verità e dell’Amore. E le mie esperienze personali di quest’anno, collegate con gli avvenimenti del 13 maggio, da parte loro mi ordinano di gridare: Misericordiae Domini, quia non sumus consumpti.
Perciò oggi prego qui insieme con voi, cari Fratelli e Sorelle. Prego per professare che l’Amore Misericordioso è più potente di ogni male, che si accavalla sull’uomo e sul mondo. Prego insieme con voi per implorare quell’Amore misericordioso per l’uomo e per il mondo della nostra difficile epoca».
È un giubileo d’argento da ricordare quello di questa enciclica, così come è da ricordare la visita, il pellegrinaggio del Papa a questo grande centro dell’Amore Misericordioso, 24 anni fa: Celebrazione Eucaristica con omelia, parole pronunciate all’Angelus, incontro con le Ancelle e i Figli dell’Amore Misericordioso e «la vostra cara Madre fondatrice che è qui in mezzo a voi» e discorso ad essi rivolto.
Giovanni Paolo II aveva preannunciato quel pellegrinaggio all’Angelus di domenica 8 novembre 1981:
«Desidero annunciare che domenica 22 novembre, Festa di Cristo Re, a Dio piacendo, mi recherò in visita al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, in Diocesi di Todi, per ricordare in quel luogo di preghiera e di pietà cristiana quanto scrissi nella Lettera Enciclica Dives in Misericordia, pubblicata esattamente un anno fa: «Il mondo degli uomini può diventare sempre più umano solo se introdurremo nel multiforme ambito dei rapporti interumani e sociali, quell’Amore Misericordioso insieme alla giustizia che costituisce il messaggio del Vangelo». Vi prego di accompagnarmi con le vostre preghiere affinché la mia visita, fra due settimane, possa recare copiosi frutti di bene per le anime».
A ricordo del suo pellegrinaggio, il 17 aprile 1982 ha insignito il Santuario del titolo di Basilica minore.
Madre Speranza sarebbe poi morta a Collevalenza l’8 febbraio 1983 (era nata in Spagna il 30 settembre 1893). Nella cripta si venerano le sue spoglie. Il 23 aprile 2002 Giovanni Paolo II  l’ha dichiarata venerabile riconoscendo l’eroicità delle sue virtù.
Da quanto detto sopra, risulta chiaro che il Pontefice attribuiva particolare importanza a quella sua visita a Collevalenza, visita «profetizzata» da Madre Speranza l’8 febbraio del 1965, rivolgendo al Signore questa preghiera: «Ti chiedo che un giorno Tu possa ricevere la gloria di vedere il Tuo Vicario venire a visitarti in questo Santuario: per me sarebbe una gioia immensa vederlo...» pag. 291 di Giovanni Ferrotti, Madre Speranza... pane e sorriso di Dio)

***

Delle molte belle e grandi cose che si possono dire di Giovanni Palo II c’è anche questa: è il Papa della Misericordia, della Misericordia Divina. Oltre alla citata sua enciclica e alla testimonianza da lui resa allo spirito, alla missione e all’opera di Madre Speranza, possiamo ricordare, senza la pretesa di essere esaurienti, la beatificazione (18 aprile 1993) e canonizzazione (18 aprile 2000) di Faustina Kowalska, straordinaria apostola della Divina Misericordia, l’istituzione della «Domenica della Divina Misericordia» (seconda domenica di Pasqua) annunciata nell’omelia della messa per la canonizzazione di Suor Faustina, l’istituzione, ancora, della messa votiva «de Dei Misericordia» (decreto del 1 settembre 1994), la dedicazione del Santuario della Divina Misericordia vicino a Cracovia nel suo nono viaggio in Polonia (17 agosto 2002) e la lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo del 2001, nella quale sviluppa chiaramente il rapporto tra sacerdozio e misericordia.
A proposito della Domenica della Divina Misericordia, commuove il pensiero che Giovanni Paolo II morì proprio ai primi Vespri di quella domenica, il 2 aprile u.s. Acanto a lui si celebrava la Santa Messa, il sacrificio eucaristico.

***

Il testo della seconda lettura, dalla Lettera di san Paolo Apostolo ai Romani (Rm 8, 31-39), ci fa riflettere sull’amore del Padre e sull’amore del Figlio, Gesù Cristo. Di tale amore l’Apostolo delle genti dimostra una profonda, motivata, appassionata conoscenza e convinzione.
Con riferimenti espliciti alla misericordia che dell’amore divino è l’aspetto più toccante ( com’è pure “la precipua manifestazione dell’onnipotenza di Dio”: colletta della domenica XXVI), abbiamo la prima lettura, dal libro del Profeta Isaia (Is 49, 8-15), il salmo responsoriale (Salmo 144) e il Vangelo con la parabola del figlio prodigo (Lc 15, 1-3. 11-32), che gli esegeti oggi chiamano anche la parabola del padre misericordioso.
Interessante notare che un versetto di questo testo di Isaia (ed altri di Isaia) e il salmo 144 sono citati nel capitolo terzo dell’enciclica Dives in Misericordia dedicato alla misericordia divina nell’Antico Testamento, e che alla parabola del figlio prodigo è dedicato il capitolo quarto della stesa enciclica.
La Divina Misericordia è ben presente in tutta la Sacra Scrittura, è uno dei grandi messaggi della Parola di Dio, e trova il suo culmine, la sua più alta espressione e attuazione nell’insegnamento e nell’opera di Gesù.
Poi c’è il magistero e l’azione della Chiesa, e in essa alcuni santi e sante hanno brillato e continuano a brillare come apostoli insigni della misericordia di Dio. Il nostro p. Giovanni Ferrotti bene ne parla (pp. 81-88) nella sua bella biografia di Madre Speranza. Oltre a Santa Faustina e a Madre Speranza desidero ricordare santa Teresa di Gesù Bambino (1873-1897), morta a 24 anni, proclamata da Papa Giovanni Paolo II dottore della Chiesa, dottore dell’amore. E’ assai significativa la presenza di una sua immagine in questo Santuario. Quando vi fu portata e Madre Speranza la vide, parlò di un incontro misterioso da lei dodicenne avuto con la stessa santa, la quale le disse: «Sono venuta a dirti da parte del Buon Dio che tu dovrai cominciare dove io ho finito» (cfr pp. 80 e 84 di Ferrotti, op. cit.). Santa Teresa di Gesù Bambino il 9 giugno 1895, festa della Santissima Trinità, si era offerta come vittima d’olocausto all’Amore Misericordioso del Buon Dio» (S. Teresa di Gesù Bambini, Opere Complete, Libreria Editrice Vaticana – Edizioni OCD, 1997, pp. 941-943).
Qui, parlando di Gesù, Chiesa e Misericordia, piace risentire l’invito rivolto a un milione di giovani da Papa Benedetto XVI a Colonia: «Aprite le porte della vostra libertà al suo [di Cristo] Amore Misericordioso... fate l’esperienza liberatrice della Chiesa come luogo della misericordia e della tenerezza di Dio verso gli uomini».

***

La nostra celebrazione si svolge oggi nell’Anno dell’Eucarestia, con Maria «Donna Eucaristica», indetto da Papa Giovanni Paolo II dopo l’Anno del Rosario, e confermato da Papa Benedetto XVI, terminerà il mese prossimo, ma i suoi buoni frutti non dovranno cessare. Al loro espandersi servirà l’assemblea generale del Sinodo dei Vescovi che si terrà dal 2 al 23 ottobre sul tema, appunto, «l’Eucarestia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa»
L’Eucarestia è sempre di fondamentale, essenziale importanza per la nostra vita cristiana, centro e vertice della vita della Chiesa, nonché del ministero sacerdotale. Ricordiamo del Papa polacco l’enciclica Ecclesia de Eucharestia – La Chiesa vive dell’Eucarestia (17 aprile 2003) e la lettera apostolica Mane nobiscum Domine (7 ottobre 2004). Dottrina dell’Eucarestia e spiritualità eucaristica stupendamente si compenetrano in, sono con-vissute da, quella grande anima di pensatore e mistico che fu Giovanni Paolo II.
Anche Benedetto XVI ci ha invitati, nel Congresso Eucaristico di Bari e nella Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia, a riflettere sulla partecipazione all’Eucarestia domenicale e sull’adorazione del Santissimo Sacramento.
Nel suo discorso alle Ancelle e ai Figli dell’Amore Misericordioso (del 22 novembre 1981, citato all’inizio), l’amato servo di Dio Giovanni Paolo II, parlando del ministero della misericordia svolto in questo Santuario, ha sottolineato l’amministrazione del sacramento della Penitenza e la celebrazione dell’Eucarestia, «l’offerta alle anime del Pane Eucaristico». Ha inoltre rilevato che nell’emblema dei due Istituti ci sono le immagini di Cristo Crocifisso e di Cristo Eucaristia. E’ ovvio il profondo rapporto esistente tra l’Eucarestia e la Divina Misericordia. «Per mezzo di questo sacramento si fa memoria – è memoria perenne – di quella altissima carità – l’immensità di questa carità – che Cristo ha dimostrato nella sua passione» (lettura di san Tommaso d’Aquino nella Liturgia delle Ore della solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Crsito).
Concludo con una esortazione. Dobbiamo lodare, adorare, ringraziare e amare Dio per la sua misericordia verso di noi; confermarci o farci apostoli della Divina Misericordia presso i fratelli; e al tempo stesso cercare di essere anche noi misericordiosi, come ci insegna Gesù quando proclama: «Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» (Mt 5, 7), e quando ci racconta la parabola del Vangelo di due domeniche fa (Mt 18, 21-33) con un servo che ottiene misericordia dal suo padrone e invece nulla condona a un proprio compagno. In ciò ci sia di aiuto Maria Santissima, qui venerata come Mediatrice. Nella Salve Regina la salutiamo «Madre di misericordia» e la invochiamo «rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi». Certamente Ella esaudisce la nostra preghiera.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 07 novembre, 2005