ATTIVITÀ GIOVANILE

 

Sr. Erika di Gesù    

Se uno mi vuol servire, mi segua

«Dove sono io, là sarà anche il mio servo» (Gv 12,26)

Diario di un'esperienza

 

 

30 settembre-7 ottobre 2005: siamo davvero pochi e quasi tutti ritagliamo con fatica questo lembo di esperienza. In autunno, quando le ferie sono finite e tutto ricomincia come prima.
Anche la vita dei giovani, studenti e lavoratori, riprende il suo ritmo incalzante, febbrile.
Abbiamo cercato alcuni giorni per ritrovarci, prima a Montecchio (TR) e poi a Fratta Todina (PG), a servire uomini e donne come noi, vecchi e bambini.
Inabili, o come forse opportunamente si dice, “diversamente abili”: anziani e ragazzi accolti nelle missioni della nostra Famiglia dell’Amore misericordioso.

30 settembre: insieme a Claudia M. vado a Todi. Sta per arrivare Claudia S., da un lungo viaggio di treno. Facciamo la spesa: frutta, formaggio, quaderni colorati… La nostra giovane amica, laureanda in farmacia, ci corre incontro e sorride. A Collevalenza, Sr. Stella ci ha preparato una pizza squisita.
Dopo cena, partecipiamo alla veglia intorno alla tomba di Madre Speranza, insieme ai pellegrini che in occasione di questa ricorrenza affollano Santuario e Case del pellegrino.
La Madre era una donna di servizio a tempo pieno, come Maria: Serva di un Dio buono; serva del Figlio obbediente; serva dello Spirito di servizio per eccellenza, che è lo Spirito Santo!
Chi meglio di Lui, infatti, può insegnarci l’arte nobile del servire?

1 ottobre: In mattinata, durante una fumante colazione – brucio nel forno ciò che rimaneva della pizza squisita – ci raggiungono P. Sante, Fabiola e Katia.
La preghiera, la riflessione di Sante e l’ascolto ci preparano al servizio, inteso non tanto come prestazione, quanto come “prendersi cura” dell’altro.
Nel pomeriggio affrontiamo, con lo stomaco in gola, le curve che portano a Montecchio per stare con gli anziani della Casa Famiglia “Maria Sposa e Madre”.
Abbiamo celebrato la Messa con loro e abbiamo loro prestato le nostre mani per la cena.
Abbiamo offerto il nostro orecchio alle loro voci, fioche o squillanti, arrabbiate o gentili.
Storie che si perdono nel tempo e nella memoria ormai stanca, per gli anni (sono molti gli ultra-novantenni), la malattia, la solitudine, la paura di sorella morte, che si affaccia sempre così improvvisa alla finestra della vita.
Quando torniamo, dopo una visita al Duomo di Orvieto e una cioccolata calda consumata in amicizia, ci viene voglia di cantare.
P. Sante ci fa notare che il servizio, anche quello così semplice che abbiamo dato, ha un guadagno altissimo: la gioia. Servire è divertente e allarga il cuore. Per questo, servire conviene. Essere serviti è piacevole forse, ma svuota e annoia. E restringe il cuore.
Servire dona gioia. Una gioia che non si acquista, ma si riceve dall’altro, gratis. Per grazia di Dio.
Andiamo a letto stanchi e felici. Salutiamo Fabiola. Ci ritroveremo alla Messa di domani.

2 ottobre: Domenica. Ci raggiunge Vanessa, mentre già preghiamo le lodi mattutine.
In mattinata parliamo di vocazione: proposta libera di Dio e risposta che impegna la mia libertà nella realizzazione di un compito, di un progetto che Dio vuole costruire con me, che abilita ad una missione “speciale”, che solo attende di farsi storia. La mia storia.
Dopo pranzo andiamo nel posto di ristoro situato sotto la piazza del Santuario, ad asciugare posate e stoviglie. Lavoro piccolo, che noi Ancelle siamo chiamate a fare per amore, come ogni buona madre.
Nel pomeriggio partecipiamo con meraviglia alla celebrazione della S. Messa in cui sr. Giusy e sr. Luminita emettono la loro professione perpetua come Ancelle dell’Amore misericordioso.
La loro vocazione si sta realizzando: così, semplicemente e con umile tenacia.
Le guardiamo mentre si prostrano a terra, durante il canto delle litanie dei Santi e mentre si avvicinano all’altare, da dove pronunciano il loro sì per sempre alla chiamata di Dio.
Sì per sempre ad essere Ancelle, Schiave dell’Amore di Dio e Serve degli uomini, delle donne, dei poveri del mondo.
In serata Katia ci saluta: anche a lei il lavoro non ha permesso di più. Ma servire è servito lo stesso!

3 e 4 ottobre: Insieme a Vanessa mi risveglio a Fratta Todina, dove in mattinata ci raggiunge Simona. Qui troviamo Ylenia e Alberto, che decidono di partecipare con noi ai brevi incontri che abbiamo al termine della giornata lavorativa.
P. Sante ci offre ancora la sua presenza, soprattutto nelle due celebrazioni eucaristiche di oggi e di domani, giorno in cui, celebriamo la festa di S. Francesco. Anche un operatore del «Centro Speranza» porta questo santo nome: i ragazzi gli fanno festa e pregano per lui.
Sono state due giornate dove l’incontro con i bambini, i ragazzi, gli educatori, la comunità delle Ancelle che opera al Centro Speranza ha colorato la fase finale della nostra esperienza.
La differenza non sta tanto nel servire un anziano o un ragazzo, quanto nell’essere dove è Dio.
Per incontrare Dio occorre tempo e … naso. Occorre essere buoni segugi del posto che Dio vuole abitare.
Non è scontato che servire ci prepari immediatamente ad incontrare il Signore. Potremmo servire e basta. Essere già contenti di rendere meno difficile la giornata a chi di solito riteniamo meno fortunato di noi. Eppure non è questo il servizio cristiano.
Il suo segreto non è nel servire e basta.
Si scopre solamente quando avviciniamo i nostri fratelli, non solo solidarizzando con la loro sofferenza, che già sarebbe moltissimo, ma scrutando in loro, corpo, anima e cuore, i tratti del volto, dell’intelligenza, dell’affetto di Gesù risorto e crocifisso.
Sì, perché Gesù è risorto, ma ha ancora mani, piedi e cuore forati.
Capo segnato da una corona acuminata e dolorosissima.
Dove sei Signore, se non in questi nostri amici più piccoli e disgraziati?
Madre Speranza li riteneva fortunati, per questo ce li ha donati, attraverso le sue opere.
Il Centro Speranza è una di queste. Ce li ha donati perché noi, figli di una Serva eccellente, imparassimo a incontrare e servire il Signore.
Non possiamo servire il Signore senza seguirlo: senza andare dove Lui decide di andare.
Senza mettere i piedi sulla stessa via crucis che ha percorso. Senza coinvolgerci con tutte le forze, fisiche, spirituali ed affettive. Senza accogliere e superare la paura del diverso.
E delle proprie deficienze.
Per incontrare Gesù, lo abbiamo seguito alla Porziuncola, in ginocchio, sulle orme di Francesco.
Anche lui, come la Madre, esperto di servizio.
Esperto della sequela Christi.
Ecco il segreto: seguire Cristo per servire i fratelli. «Dove sono io, là sarà anche il mio servo».

5-7 ottobre: Negli ultimi giorni, P. Sante ci ha lasciato per servire i Vescovi del Sinodo, almeno quelli ospitati nella Casa del clero della Città del Vaticano, dove lavora quest’anno.
Anche Vanessa è tornata al suo studio impegnativo.
Con gli altri siamo rimasti ancora un poco, per strappare l’ultimo segreto dai ragazzi del Centro.
I momenti preziosi dell’accoglienza e del congedo, che caratterizzano ogni giornata, ci hanno insegnato molto: pregare per loro è facile.
Ricordano qualcosa che hanno avuto la gioia di vivere; una persona che hanno la gioia di incontrare. Hanno pregato per noi; erano contenti perché ci fermavamo a pranzo con loro, perché abbiamo disegnato con loro, abbiamo cantato e ballato come loro. Magari pure un po’ peggio!
Gabriela, Alberto ed Ylenia ci illustravano spesso le scelte educative, anche dolorose, che stare con questi ragazzi comporta. Anche sr. Graziella e le altre Consorelle ci hanno donato un piccolo assaggio della loro vita in mezzo ai ragazzi.
Ciò che per noi è banale, per loro può essere una spina ulteriore, che acuisce il disagio.
Ma a volte è necessario amministrare piccole dosi di disagio, per favorire la loro crescita. Calcolare la misura delle dosi è arduo. Possiamo sbagliare per eccesso o per difetto. E’ certo, però, che gridare quando si è arrabbiati, non serve. Loro sono spesso cocciuti e inamovibili: perciò quando ci arrabbiamo noi, vincono loro!
Servire è difficile!
La gioia è gratis, ma si paga con l’offerta, libera, di sé.
Se volessimo salvare la pelle mentre serviamo i fratelli, non saremmo dei buoni servi.
Saremmo dei bravi calcolatori. Guadagneremmo il mondo forse, ma saremmo dei pessimi servi di Gesù. Lui è stato il Servo dei servi, perché ha perso la vita.
Ha dato la vita. Per amore. «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto» (Gv 12,24).
Quando ho lasciato il Centro Speranza, ho sentito ancora una volta uno strappo doloroso.
Lì anch’io, in passato, ho vissuto quattro anni di lavoro-servizio. Fra i più tormentati e più belli della mia vita.
Adesso ripartivo contenta: alcuni giovani si sono messi in ricerca del posto che Gesù ha scelto per incontrarci. Ma il suo posto preferito, ce lo insegna anche Madre Speranza, è il cuore dell’uomo.
I bambini e i ragazzi del Centro mettono il cuore in tutto quello che fanno.
Per questo Gesù entra più facilmente nel loro cuore. Sono poveri e lasciano la porta aperta.
Per poco, soltanto per poco, ma siamo entrati anche noi.
In punta di piedi e fermi sull’uscio della porta, abbiamo fissato il volto luminoso di Gesù e gli abbiamo domandato: Dove abiti? Sai, vorremmo tanto essere i tuoi servi!

Per chi ha dentro la stessa domanda, l’appuntamento è in agosto del prossimo anno.

Ciao a tutti!

Sr. Erika di Gesù

FAMIGLIA DELL'AMORE MISERICORDIOSO

Esercizi spirituali giovani
27-30 dicembre - Collevalenza

Capodanno Giovane
30 dicembre-2 gennaio

Incontranimatori
3 gennaio

Raduno ragazzi
30 giugno –2 luglio - Collevalenza

Festafamiglia
2 luglio - Collevalenza

Camposcuola medie
9-16 luglio - Collevalenza

Campo servizio giovani
30 luglio-6 agosto

Raduno giovani
25-27 agosto - Collevalenza

“Gruppo Speranza”
Gruppo di incontro con giovani in
ricerca

Adorazione eucaristica
Primo sabato di ogni mese
ore 21.30-23.00
Santuario dell’Amore Misericordioso

“Ti ascolto…”
Centro di ascolto per i giovani
Tutti i pomeriggi di sabato e domenica
Santuario dell’Amore Misericordioso

ÉQUIPE PASTORALE GIOVANILE:
P. Sante:329.4048868   Don Ciro:338.6421838
Sr. Erika:340.2802137   Sr. Giusy: 340.7796414
Chiara:328.0980959      Collevalenza: 075.89581
e-mail: roccolosperanza@collevalenza.it

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ultimo aggiornamento 22 dicembre, 2005