La lettera

 

La "notizia" siete voi!

    Carissimo,

    milioni di piccoli sistemi solari contenuti in un millimetro cubo di materia inerte… cos’è la notizia?
    Notizia è la vita, è lo stupore di quel centro infinitesimale da cui si dilata un immenso programma, con una infinità di caratteri originalissimi, irripetibili, che nessun computer potrebbe mai elaborare.
    Notizia è la bambina che nasce dal grembo di una mamma in coma da tre mesi. È la donna, ancora giovane che dà un rene a suo marito. È quella margherita che… irrompe dall’asfalto della strada.
    Notizia è la tua vita. Sì, mi rivolgo a tutti. Notizia siete voi, è il vostro sogno.
    È la novità di ogni giorno (la "notizia" che non fa notizia), che mi permetto di affidarvi così:
    – Amate la vita.
    La vita è bella (titolo di Benigni), nonostante tutto, le difficoltà, le paure, le lotte.
    Il rischio è quello della insignificanza della vita (uccidiamo e ci uccidiamo in mille modi), da cui l’angoscia e la ferocia della cronache di ogni giorno.
    – Amate la ferialità della vita.
    Non rimandate la gioia di vivere al domani, al grandioso, al fatidico che deve avvenire.
    È la quotidianità che va vissuta, con un sogno di domani, ma con una consapevolezza dell’oggi. Ogni giorno è dono, inaspettato, non dovuto, da amare.
    – Amate l’altro, l’altra, l’amicizia.
    Sì, amatevi tra di voi, ma non chiudete il cuore. Non fate dell’"amore a due" una prigione.
    Apritevi agli atri, alla mondialità del dolore, alla solidarietà, all’impegno civile.
    – Amate di sognare.
    La vita è davvero… bella, se si è capaci di pensare, di volere, di immaginare una notizia risorta.
    In una società cinica e mercantile disperante e disperata come la nostra, sappiate rendere più affettuoso il mondo. Auguri!

Nino Barraco

 

La libertà di parola!

    Carissimo,

    sì, hai ragione. C’è una ruggine anticlericale in talune proposizioni laiciste, che intoppa davvero il dialogo, il confronto. Come si fa a rendere chiara l’idea? La Chiesa non può tacere. È chiamata a dare il proprio significato alla storia e alla vita degli uomini.
    Lo Stato, intelligente, moderno, lo dovrebbe finalmente capire. Non è "intromissione" quella della Chiesa. È semplice "presenza", fuori dai partiti e dai governi, sulla condizione fondamentale della vita, della nascita, della scuola, del matrimonio dell’uomo e della donna, della morte.
    È, piuttosto, la Chiesa ad essere colpita, imbavagliata, impedita a compiere liberamente la sua missione. Mons. Romero a San Salvador, oppure don Santoro in Turchia, oppure don Pino Puglisi in Sicilia, è la Chiesa che è uccisa.
    No, noi non incendiamo per protesta le strade, non diamo alle fiamme i consolati, non calpestiamo le bandiere… ma volete togliere alla Chiesa anche la libertà di parola? Le tante aggressioni. Si dissacra, per esempio, Cristo con quel cosiddetto "Codice da Vinci", un testo inattendibile, un falso storico, che, nelle forme attuali di irrazionalismo magico, ha trovato terreno adatto di prepotenza mediatica.
    Anni addietro, c’è stato un altro film, "Totò che visse due volte". La trivialità del personaggio (il Salvatore), la volgarità del linguaggio (la parola di Dio), la diarrea dell’angelo sodomizzato da alcuni scagnozzi, la sconcezza della danza della Maddalena mentre i discepoli urlano di tutto, la chicca del povero scemo che si sfoga sessualmente sulla statua, le parole irripetibili della Madonna ai piedi della croce.
    Si disse che quest’ultimo film fosse stato ammesso… al finanziamento pubblico dello Stato. Che vogliamo dire? Che resta una domanda esigente: se la Chiesa parla perché nella fontana pubblica non si getti il veleno, è impedire o è proteggere la libertà di quelli che vogliono bere acqua pulita?

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 18 agosto, 2006