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O R A L E |
G I O
V A N I L E |
p a s t o r a l e g i o v
a n i l e |
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Sr. Erika di Gesù, eam |
Tutto per amore
Tutti
Personaggi
in cerca di Amore
Cari amici,
Chi ha partecipato al Raduno giovani, dal 25 al 27 agosto
scorso, lo sa….
Siamo tutti personaggi in cerca di amore... Assetati di amore.
Ma non sempre lo andiamo a cercare nel posto giusto.
Solo Gesù, che non ha proprio nulla da perdere perché è Dio,
e Dio è Amore, supera per astuzia e preparazione il
detective di turno e
non sbaglia mai la direzione della sua ricerca.
Sì, perché viene a cercarci là dove siamo, un po’ ammaccati
per le sconfitte, nel cantuccio delle nostre ferite, soprattutto quelle che non
guariscono mai.
Oggi vorremmo evocare il vissuto del nostro incontro con Lui,
il Cercatore numero uno.
La nostra Famiglia aveva messo in agenda 2006 un appuntamento
importante.
Molti giovani, provenienti dai Gruppi dell’Amore
Misericordioso, ma anche tanti altri, mossi dalla curiosità come Zaccheo, e
ricercati dal
Detective speciale,
sono arrivati.
Il Raduno, con la partecipazione di un gruppo di ragazzi
della Romania e della Siria, ha acquistato un sapore internazionale. Ci sembrava
di rinnovare l’esperienza giubilare del 2000 e, ancora una volta il "compleanno"
centenario di Madre Speranza, nel settembre 1993.
I Personaggi in cerca di Amore sono mondiali!
Il 25 agosto, di notte, abbiamo percorso la strada della
speranza.
Lungo il viale della Via Crucis, abbiamo portato con noi il
peso di alcuni grandi mattoni, che nel cammino erano di cartone, ma che nella
vita sono spesso zavorre insopportabili.
Abbiamo sostato presso alcune stazioni, passando dall’agonia
di Gesù, la sua croce "dolorosissima" e gloriosa, verso la speranza della
risurrezione, alla guida del nostro vescovo, Giovanni Scanavino.
Una distesa di luci seguiva la croce, in silenzio. La croce
portata dai giovani, illuminata appena da due torce, impugnate come spade dai
soldati di Cristo.
Questa battaglia, questa salita inarrestabile fino alla
gloria, è la nostra sola speranza.
Abbiamo risalito la Via, e incrociando il pozzo dell’acqua
dell’Amore misericordioso, siamo entrati in Basilica, cantando.
Sì, per abbattere il muro del peccato, della noia, del
grigiore quotidiano, dell’exctasy presa per paura, dello spinello
risucchiato di nascosto, che sa di effimero e ci ributta dentro gli stessi
problemi, verso un abisso senza fondo; dobbiamo varcare la soglia della croce.
Dobbiamo prenderla nelle nostre braccia giovani e cantare:
«Gesù, tu sei la mia vita. Gesù tu sei la mia gioia. Questo peso non mi
schiaccia. Questo giogo è dolce, perché lo hai portato prima tu… Perché lo porti
ancora per me. Con me.
Tu non mi deludi e non inganni mai. Tu sei la mia speranza».
«Sarà possibile? Si può cantare in tempi bui? Sì, si canterà
anche nei tempi bui.
La speranza cristiana risponde al desiderio di felicità
dell’uomo, al tuo desiderio? Sì! Perché il dolore e la morte non possono avere
l’ultima parola.
Qualcosa ce lo dice interiormente, qualcosa grida da tutta la
creazione.
Se ci è stata donata la vita è per scoprirvi dentro la
felicità autentica che è bella, abbondante, eterna… Per sempre, per sempre, per
sempre» (S. Agostino).
Anche Mons. Giovanni ci ha esortato ad essere portatori
coraggiosi di questa speranza.
E per guardarla in faccia, la Speranza, siamo rimasti un poco
in adorazione, davanti a Gesù Eucaristia.
«Ecco, ti sto cercando… Vieni a tavola con me… Alla mia
mensa… Il passato non conta; riposa con me».
Non so che cosa può aver sussurrato al cuore dei presenti
Gesù, nostra speranza. L’Amore Misericordioso.
Che cosa avrà detto alle orecchie del nostro Vescovo;
prostrato davanti all’Eucaristia.
Ma so che tutti siamo cercati. Che tutti vorremmo essere
trovati da Lui. E soprattutto che Lui non vuole essere felice senza di noi.
Madre Speranza lo sapeva e continua a ripeterlo a tutti.
Il 26 agosto ha fatto breccia come sempre lo humour
tutto evangelico di Mons. Domenico Sigalini!
Don Domenico ci ha offerto un ritratto di Gesù, dell’Amore di
Gesù per Zaccheo, questo uomo «piccolo di testa e di cuore»; un ritratto che va
oltre la bella predica di un bravo Vescovo.
Voleva scuotere le coscienze di noi, cristiani vecchi e
giovani, che pensiamo di essere bravi ragazzi e per mettere al sicuro la nostra
immagine, «spesso abbiamo chiuso il Vangelo in sacrestia. Invece è vita per
tutti».
Ma lasciamo affondare ancora nel nostro cuore le "sciabolate"
di Don Domenico vescovo:
«Gesù chi è? E’ la domanda che tormenta Zaccheo. Era la
domanda di tanta gente del suo tempo (e qui Don Domenico ci presenta una
"carrellata" di volti: Nicodemo, il ragazzetto della moltiplicazione dei pani e
dei pesci, il giovane ricco, Pilato, i greci).
Lo vogliono vedere tanti giovani, ma attorno ai luoghi del
suo passaggio e del suo possibile incontro hanno costruito palizzate per non
farglielo vedere; trovano chiese chiuse, ragazzi che stan dentro più preoccupati
del grande fratello che di Lui, con quella faccia infelice che parla da sola di
una solitudine inerte e sterile. L’hanno con sé nell’Eucaristia di tutti i
giorni, ma la scambiano per un rito freddo e deludente.
Papa Benedetto invece ci dice che Gesù lo possiamo incontrare
proprio lì, per imparare a incontrarlo nella vita e nel volto delle persone, per
contemplarlo prima che tentare di imitarlo. La vita cristiana sembra sempre
piuttosto una conquista che un dono, il frutto dell’impegno quotidiano, la
capacità di sacrificarsi per gli altri, il controllo totale sui propri istinti e
abitudini, piuttosto che il desiderio di vedere Gesù. Questo atteggiamento crea
spesso frustrazione e non cammino di santità. Al centro deve stare la
contemplazione del volto di Gesù, la Sua persona, la Sua Parola, la Sua vicenda,
il Suo volto martoriato e risorto, la Sua umanità, la Sua bellezza. Chi nasconde
Gesù ai giovani d’oggi?».
La piaga che questa sciabolata ha inferto alla mia coscienza
è ancora aperta.
Da buon "grillo parlante", Don Domenico ha "cantato" ai
presenti, e ha detto loro di essere «guide privilegiate per condurre da Gesù
ogni uomo e donna che incontrano… Le nostre chiese saranno abitabili dai giovani
se in esse potranno incontrare veramente Gesù, nella gioia di quei giovani che
già le abitano. Fare il PR per la Chiesa, piuttosto che per una discoteca, è
l’unico modo per non far diventare i luoghi giovanili un deserto e una
solitudine».
E allora non sarà Lucignolo a condurre Pinocchio verso il
Paese dei Balocchi, ma Pinocchio a condurre Lucignolo, fratello perduto, asino
venduto, verso la Casa del Padre…
Tutto questo nasce dall’esperienza di essere cercati e
trovati da Gesù.
Ricercati e ritrovati dal Padre.
Chi ha visto lo spettacolo, realizzato dai Giovani Amore
Misericordioso: «Se tu conoscessi il dono di Dio», lo sa…
«Il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: "Dove sei?".
Rispose: "Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo,
e mi sono nascosto"» (Gn 3,9-10).
Anche noi, «figli di Adamo, figli di Eva», facciamo così…
Creati dalle mani di un Padre buono e Madre tenera, andiamo
lontano da Lui. Ci nascondiamo fuggiaschi, eppure così bisognosi di essere
cercati.
Rinunciamo alla danza della comunione, a favore della marcia
della sopraffazione…
Quanta vergogna! Quante fughe da quel passo delicato che
vuole raggiungerci!
Quante misere scappatoie! Quante cadute nelle trappole dell’
"Accusatore", di colui che indossa maschere di menzogna e ambiguità per
toglierci la gioia della festa.
E così irretiti, diventiamo le larve di noi stessi.
Copriamo la nostra nudità, indossando le "divise" della
violenza e di una schiavitù barbarica, annichilante. Vittime di una bugia
"originaria", dalla quale solo il Cristo poteva strapparci.
E grazie al Figlio, possiamo rivestire ancora l’abito di
"figlio".
Siamo lavati dall’acqua della Grazia, del suo Spirito Santo…
Tutti uomini e donne perduti. Tutti "Figlio prodigo" e "Donna
samaritana" ricercati.
Tutti Personaggi ritrovati dall’Amore.
«Scegliete oggi chi volete servire…», ci ricordava P.
Domenico Cancian, nostro Superiore generale, nell’omelia di domenica, come
ultima consegna del raduno.
La vita cristiana non è «il cumulo di pesi e divieti».
«Servire Dio è regnare! Servire Dio è bello!».
Non ci accada di rifiutare il dono! Perché Gesù «non ricatta
nessuno, non condiziona né abbassa la proposta» e la forza del Dono.
Ci lascia liberi di servirLo o di andarcene anche noi; di
andare via tristi, magari dopo un raduno così bello…
Bisogna decidere: «Gesù non ci sta con le mezze misure. Lui è
l’Amore totale, per sempre, rischiando tutto. Tutto per amore».
Allora, tutti noi, personaggi in cerca di Amore, lasciamoci
finalmente ritrovare.
E Lui, il Padre Misericordioso, come a Zaccheo, alla
Samaritana, al Figlio ritrovati, aprirà le nostre braccia chiuse e le cingerà
con il suo Abbraccio.
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ultimo aggiornamento
15 novembre, 2006