Al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza il Cardinale Giovanni Battista Re ha ordinato vescovo
P. Armando Martin Gutierrez, fam
S
ua Em.za il Card. Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, ha presieduto nel Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza una solenne concelebrazione per l’ordinazione episcopale di mons. Armando Martín Gutiérrez, religioso dei Figli dell’Amore Misericordioso, spagnolo, già missionario per 18 anni in Brasile, da alcuni anni in Italia come formatore di chierici nella Casa di Fermo, ora chiamato da Papa Benedetto XVI come pastore della diocesi di Bacabal nel nord del Brasile.Hanno concelebrato con il Cardinale Re l’arcivescovo di Perugia mons. Giuseppe Chiaretti, vice presidente della Conferenza episcopale italiana e presidente di quella umbra, il vescovo di Todi-Orvieto mons. Giovanni Scanavino, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Riccardo Fontana, il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, il vescovo di Terni mons. Vincenzo Paglia, il vescovo di Gubbio mons. Mario Ceccobelli, il vescovo di Viterbo mons. Lorenzo Chiarinelli, il vescovo di Città di Castello mons. Pellegrino Tommaso Ronchi, l’arcivescovo di Fermo mons. Luigi Conti, il vescovo emerito di Gubbio mons. Pietro Bottaccioli, il vescovo di Foligno mons. Arduino Bertoldo, il vicario gen. della diocesi di Fermo mons Armando Trasarti., oltre sessanta sacerdoti, una qualificata rappresentanza di Figli dell’Amore Misericordioso provenienti da Spagna, Brasile, Romania, India, Messico, Italia, e alcuni sacerdoti della diocesi di Bacabal.
Il saluto di P. Domenico Cancian
All’inizio del sacro rito P. Domenico Cancian, superiore generale della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso ha rivolto un indirizzo di benvenuto e di ringraziamento. "L’Amore Misericordioso del Signore ha convocato tutti noi in questo suo Santuario per celebrare in modo tutto particolare la solennità dell’Epifania, manifestazione luminosa dell’Unigenito Figlio di Dio "pieno di grazia e di Verità".
A nome della Famiglia dell’Amore Misericordioso, ha detto P. Domenico, saluto e ringrazio di vero cuore il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina e in questo momento Presidente della celebrazione dell’Ordinazione Episcopale di Dom Armando Martín Gutiérrez, fam, eletto Vescovo di Bacabal (Brasile).
Eminenza, quando poco tempo fa, in modo del tutto inaspettato e molto celere, ci è arrivata la Sua lettera nella quale ci annunciava che il Santo Padre Benedetto XVI nominava Vescovo un Figlio dell’Amore Misericordioso e di Madre Speranza, sono affiorate tre reazioni. Anzitutto la gratitudine al Signore per questo suo dono. Poi la preghiera per sostenere il nostro carissimo confratello nel compiere la volontà di Dio. Infine l’invocazione: "Signore, manda almeno un altro Figlio dell’Amore Misericordioso a prendere il posto di P. Armando nella nostra famiglia Religiosa!".
È la prima volta che in questo Santuario, realizzato con grande amore e sacrificio dalla nostra Venerabile Madre Speranza, si celebra l’ordinazione Episcopale di un Figlio dell’Amore Misericordioso!
Immaginiamo che farà festa anche lei, come fece festa 25 anni fa, il 22 Novembre 1981, quando si vide arrivare come pellegrino al Santuario Giovanni Paolo II. Il Papa disse allora che veniva a riproporre il messaggio dell’Enciclica Dives in Misericordia, pubblicata un anno prima e opportunamente citata da Benedetto XVI, nella bolla che fra poco ascolteremo.
Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi, confratelli Sacerdoti, Diaconi, religiosi e religiose, anche a voi il nostro grazie per la vostra larga partecipazione!
Grazie al Signor Sindaco di Todi Catiuscia Marini e al Vicesindaco e grazie ai parenti di P. Armando, a tutti voi amici suoi e nostri, a tutti i presenti. Purtroppo mancano fisicamente i genitori di P. Armando, ma nella beatitudine della comunione dei Santi, di sicuro partecipano anche loro alla nostra preghiera intercedendo per l’amato figlio divenuto Vescovo!
Grazie ai sacerdoti della Diocesi di Bacabal che rappresentano il presbiterio in quella Chiesa Particolare che fino a qualche mese fa ci era sconosciuta e che ora ci è già familiare. Il Signore attraverso Benedetto XVI l’ha voluta affidare alle cure pastorali del nostro confratello Dom Armando. Tra la Chiesa che è in Bacabal e la nostra Famiglia dell’Amore Misericordioso è già nata una profonda comunione spirituale, un’amicizia e una simpatia che saranno di reciproco aiuto.
Dom Armando è il 4° Vescovo di Bacabal, una Chiesa molto giovane. È nata nel 1968, pochi anni dopo la nostra Congregazione fondata il 15 Agosto 1951, a Roma. L’Amministratore diocesano Frei Heriberto, dando un caloroso "benvenuto" a Dom Armando ha fatto sapere che i problemi non mancano, ma che può contare sulla collaborazione di tutti i sacerdoti e i fedeli. Dom Armando, oltre alla forza divina dello Spirito Santo, porta con se una ricca esperienza umana, sacerdotale, e religiosa maturata in tre significativi ambiti culturali ed ecclesiali dove ha operato: la Spagna, l’Italia e il Brasile.
Nato a Madrid nel 1954, Padre Armando, ha ricordato P. Domenico, compie gli studi di base in Spagna. Quindi frequenta i corsi di filosofia e teologia nell’Istituto Teologico Marchigiano di Fermo, concludendoli con il Baccalaureato. Consegue la licenza in teologia morale nella Pontificia Accademia Alfonsiana. Emette la prima Professione come Figlio dell’Amore Misericordioso l’8 settembre 1974. É ordinato sacerdote, a Roma, il 6 ottobre 1979. Dopo un primo ministero pastorale, in Italia, in favore dei giovani e del clero, l’obbedienza gli chiede di andare in Brasile. Dal 1988 al 2005, prima a Mogi das Cruzes (San Paolo) e poi a Juiz de Fora (Minas Gerais), realizza l’esperienza che egli stesso definisce "indimenticabile e significativa" come Maestro dei formandi, professore di teologia morale, superiore, vice parroco.
Dal dicembre 2005, ancora obbedendo ai suoi superiori, accetta la nomina di Superiore e Formatore nella Comunità internazionale dei Figli dell’Amore Misericordioso a Fermo.
Nella Solennità di Tutti i Santi 2006, il Santo Padre lo nomina Vescovo di Bacabal.
A te, Dom Armando, nostro fratello Vescovo, la Famiglia dell’Amore Misericordioso che hai amato e servito con generosa dedizione nei servizi richiesti, augura di attuare ora nel Ministero Episcopale la volontà esplicita di Gesù che hai collocato nel tuo stemma: "Misericordia io voglio"! In questo modo sarai fedele al Vangelo, alla Chiesa e al Carisma della tua Famiglia religiosa. Infatti, ancora nella Dives in Misericordia, leggiamo: "Il programma messianico di Cristo – programma di misericordia – diviene il programma del suo popolo, il programma della Chiesa" (n. 8). E questo programma lo realizzerai con quella serenità e pace che sempre ci hai trasmesso, specialmente in questi giorni. "Todo por amor", diceva la nostra Madre Speranza.
Maria, la Madre di misericordia e Mediatrice di ogni grazia, sia la stella che illumini e sostenga il tuo Ministero !
Santa Teresa di Gesù Bambino, che per prima si è offerta vittima all’Amore Misericordioso, molto venerata dalla nostra Madre Speranza, compatrona della Chiesa che è in Bacabal, ti ottenga e faccia scendere dal cielo quelle "rose", ossia quelle consolazioni del Signore di cui avrai bisogno!
P. Armando, puoi contare più di ieri sulla fraterna amicizia e collaborazione della nostra Famiglia religiosa. E tu, come Vescovo, successore del Collegio degli Apostoli, benedici e imponi le mani su ciascuno dei tuoi fratelli e delle tue sorelle perché possiamo riflettere, pur con i nostri limiti, i raggi luminosi della misericordia del buon Gesù, Luce del mondo, vera Epifania dell’Amore Misericordioso di Dio per ogni uomo.
Eminenza Reverendissima, nel ringraziarLa ancora per la Sua presenza, Le chiediamo di farsi interprete presso il Santo Padre Benedetto XVI della nostra gratitudine per il dono concesso alla nostra Famiglia dell’Amore Misericordioso."
Il sacro rito è proseguito con il canto d’ingresso, il canto del kyrie e poi del gloria cui ha fatto seguito la liturgia della Parola.
Dopo il canto del Veni Creator Spiritus, e la presentazione dell’eletto, il Cardinale Re ha tenuto l’omelia che riportiamo per illustrare le letture e per parlare ai presenti e all’eletto sul ministero del vescovo.
L’omelia del Cardinale Giovanni Battista Re
" Questa vigilia dell’Epifania –ha detto il Card. Re- in cui viene consacrato un nuovo Vescovo è particolarmente ricca di significato e di luce.
L’Epifania è la festa della luce. Sono risuonate poco fa le parole pronunciate da Isaia otto secoli prima di Cristo: "Alzati, rivestiti di luce". Tre uomini saggi, su indicazione di un segno straordinario apparso nel cielo, dall’Oriente si mettono in cammino e giungono a Betlemme per rendere omaggio al Messia. Nella vicenda dei Magi che lasciano la loro terra, la loro famiglia, le loro amicizie, i loro affari e partono per un cammino sconosciuto sospinti da un grande desiderio nel cuore, possiamo vedere il simbolo del misterioso richiamo che singole persone e gli stessi popoli hanno sempre avvertito nella loro ansiosa ricerca di Dio e del senso della vita. Due questioni, quella della ricerca di Dio e del senso della vita, che trovano risposta in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, venuto sulla terra per la salvezza di tutti gli uomini. La festa dell’ Epifania sottolinea la destinazione universale dell’opera redentrice di Cristo, luce delle genti.Il nuovo vescovo che viene ora ordinato,, è chiamato ad essere "epifania" del Signore, cioè riflesso, manifestazione della luce di Cristo: egli viene mandato per portare la luce della fede, per portare speranza, per infondere amore, per consolare, per liberare dal peccato e indicare a tutti la via che porta al cielo".
Padre Armando Martín Gutiérrez, chiamato dal Papa benedetto XVI a reggere come pastore la diocesi di Bacabal, nel nord del Brasile, nel corso di questa celebrazione viene inserito nel Collegio dei Vescovi, che continua sulla terra la missione del Collegio degli Apostoli.
"Caro Padre Armando,- ha sottolineato il Cardinale- mediante l’imposizione delle mani e l’invocazione dello Spirito Santo tu diventerai successore degli Apostoli.
Le mie mani e quelle dei vescovi presenti, che si protenderanno sul tuo capo, continueranno quella lunghissima catena attraverso la quale si risale nei secoli e si giunge fino a Cristo"
La successione apostolica, che collega la Chiesa di oggi a quella degli Apostoli, infatti, corre su questa ininterrotta serie di mani protese nel solenne rito dell’ordinazione episcopale, a garanzia di una presenza divina, che continua a produrre nella Chiesa frutti di salvezza e costituisce il nuovo vescovo segno vivente del Cristo.
Padre Armando, nuovo vescovo, diverrà un successore degli Apostoli e, come si legge nella Lumen Gentium del Concilio Vaticano II, renderà presente tra i credenti lo stesso Signore Gesù (LG 21). Il vescovo assicura la costante presenza del Figlio di Dio tra gli uomini, rendendo concreta la promessa fatta da Gesù agli Apostoli: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo"(Mt 28,20).
"La preghiera che accompagna questo gesto -ha spiegato il Card. Re- invoca lo Spirito Santo perché sia lui ad operare nel nuovo vescovo e a condurlo nel suo ministero pastorale. Tale preghiera si conclude dicendo: ‘ O Padre, che conosci i segreti dei cuori, concedi a questo tuo servo, da te eletto all’episcopato, di pascere il tuo gregge e di compiere in modo irreprensibile la missione del sommo sacerdozio’. Nel rito dell’ordinazione vi è poi un altro gesto molto significativo: al candidato viene posto sul capo il libro dei Vangeli, per indicare che nel suo ministero il vescovo sarà sottoposto alla parola di Dio, dalla quale dovrà lasciarsi impregnare per annunciarla agli altri.
Il libro dei Vangeli aperto sopra il capo dell’ordinando ricorda che l’annuncio della Parola di Dio è il cuore della missione del vescovo, il quale è chiamato a comunicare con franchezza e integralmente il Vangelo, a testimoniarlo con coraggio e a viverlo con coerenza nella sua vita".
Il vescovo, infatti, è innanzi tutto maestro della fede.
"Certo –ha poi soggiunto il Cardinale- un vescovo oggi deve occuparsi di tante cose. È chiamato spesso a portare pesi gravi perché molti ricorrono a lui per chiedere aiuto, sostegno e conforto, e deve assumere sempre una molteplicità di impegni. Ma ciò non lo deve distogliere dal servizio fondamentale di essere maestro della fede e araldo della Parola di Dio.
Il Vescovo è chiamato ad illuminare e a trasmettere la verità: nelle nebbie dei dubbi, delle inquietudini e del relativismo di oggi, il popolo di Dio desidera conoscere che cosa insegna la Chiesa cattolica per poter ancora credere insieme con lei.
Il Vescovo inoltre deve prodigarsi, personalmente e mediante i sacerdoti, per la santificazione dell’intero popolo di Dio, facendo in modo che la diocesi sia casa e scuola di preghiera, che attinge dai sacramenti la luce e la forza per vivere in pienezza e con slancio missionario il messaggio del Vangelo.
Il Vescovo è poi pastore, cioè padre e guida spirituale di quanti sono a lui affidati.
Di tale compito è segno eloquente il pastorale, che viene consegnato al neo-consacrato con la raccomandazione: "Abbi cura dell’intero gregge nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come Vescovo per reggere la Chiesa di Dio".
Questi accenni ci dicono quali ingenti compiti rechi con sé l’elevazione all’episcopato.
E’certamente una responsabilità grande e talvolta un peso che sembra schiacciante. Ma al nuovo Vescovo sia di conforto la duplice certezza di avere ubbidito alla chiamata del Signore e di sapere che dalla grazia di Dio e dal sostegno che avrà dai suoi sacerdoti, dai religiosi e dalle religiose, e da tanti buoni laici, gli verrà l’aiuto necessario per far fronte ad ogni sfida e ad ogni difficoltà.
"Caro Padre Armando, hai scelto come motto del tuo ministero episcopale "misericordiam volo" e il tuo episcopato parte proprio da questo Santuario dell’Amore Misericordioso di Dio. Tu dovrai essere un instancabile annunciatore e testimone della grande e consolante verità della paterna bontà e misericordia di Dio, che è più grande del nostro cuore e dei nostri peccati. A tutti dovrai dire che è un Padre pieno di bontà. Che ci ama, che ci cerca, che ci perdona perché ci ama. Si lascia anche respingere perché rispetta la nostra libertà, ma poi torna a cercarci e ci attende."
Il Cardinale dopo aver salutato i familiari e gli amici del nuovo vescovo e la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso che si sente onorata per l’ufficio episcopale affidato ad uno dei suoi componenti ha così concluso:
"Il pensiero poi va con intensità di sentimento alla diocesi di Bacabal che avrà nel nuovo vescovo il maestro della fede, il santificatore, la guida spirituale. E’ una diocesi grande, quasi il doppio dell’Umbria, una diocesi missionaria, ma desiderosa di crescere nell’amore a Dio e alla Chiesa. Al nuovo vescovo sia di conforto e di fiducia la certezza che Cristo cammina con lui e anche la devozione alla Madonna gli sia di luce e di sostegno."
Il rito è proseguito con l’interrogazione dell’eletto da parte del Cardinale ordinante cui hanno fatto seguito le litanie dei Santi, l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione, l’unzione crismale e la consegna delle insegne episcopali.
Il messaggio del neo-vescovo
Concluso il sacro rito con il canto del Te Deum, il neo vescovo, dopo aver impartito ai presenti l’apostolica benedizione, ha rivolto questo breve messaggio:
"Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,/la gloria del Signore brilla sopra di te". Sono state queste le prime parole che il Signore ha rivolto a tutti noi. Parole che ha detto a voi, parole che ha detto a me: Alzati,rivestiti di luce. Il dono del ministero episcopale che ho appena ricevuto illumina in modo completamente nuovo la mia vita. E’ come una stella luminosa che mi indica un cammino inaspettato e sconosciuto da realizzare. Come ai Magi il Buon Dio mi chiede di cercarlo, adorarlo e servirlo altrove, precisamente nella diocesi di Bacabal in Brasile…Lui mi aspetta lì umile, piccolo, povero…nel volto di ogni uomo di quella diocesi che mi chiama a servire. Il Buon Gesù che mi ha eletto e consacrato oggi come maestro, sacerdote e pastore perché possa splendere come un segno vivo del suo Amore Misericordioso, mi invia come un tempo ai suoi apostoli – la parola apostolo significa appunto inviato- perché possa offrire alla porzione del suo popolo che mi affida e ad ognuno che troverò in questo cammino: l’oro della Parola di Dio, l’incenso della grazia sacramentale e la mirra della mia donazione costante. Non sarà un cammino, una missione facile ma parto, inizio questa missione dal Santuario dell’Amore Misericordioso e come ci ha insegnato la nostra venerabile madre, fiducioso nell’Amore di Dio che ‘è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato’ (Rm 5,5), nell’ intercessione materna di Maria Mediatrice, nella intercessione dei Santi protettori, nell’aiuto della nostra madre fondatrice e dei miei fratelli e consorelle’. Parto anche seguendo questa stella col cuore pieno di gratitudine, tanta che non so come manifestarla. Niente di tutto ciò che ho ricevuto e sto vivendo oggi è merito mio; ma puro dono di Dio, un atto di sovrana gratuità della sua infinita misericordia. Il mio grazie al Buon Dio racchiude tutti voi. Voglio ringraziare Sua Eminenza il Cardinale Re, tutti i vescovi qui presenti che mi hanno concesso il dono della loro presenza e intercessione. A voi tutti qui presenti in questo momento decisivo della mia vita e a quanti hanno reso possibile questa celebrazione, cominciando dal Santo Padre Benedetto XVI che mi ha eletto e chiamato a questo servizio, voglio dire un grazie immenso come la mia vita. Ed anche a tutte le persone che hanno fatto parte della mia storia personale fino a questo momento; ricordo i miei genitori che partecipano a questa celebrazione dal cielo, i miei fratelli qui presenti che tanto mi hanno voluto bene e sempre mi hanno incoraggiato, tutta la mia famiglia. Un grazie perenne alla mia famiglia religiosa, alle Ancelle e ai Figli dell’Amore Misericordioso e in modo particolare a quelli di Italia, Spagna e Brasile che mi hanno sempre offerto buon esempio di preghiera, solidarietà, generosità, sacrificio, affetto e chiedo al Buon Gesù che sia Lui a ricompensare tutti con le sue grazie e benedizioni. Così ha voluto il Buon Dio. E così sia. Grazie!"
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ultimo aggiornamento
17 febbraio, 2007