La lettera
Alcuni episodi inquietanti
Carissimo,
tu mi conosci, mi ritrovo tra uomini alla ricerca della verità, in un mondo complesso, tumultuoso, contraddittorio, quale è il nostro. Non saprei assumere pensieri e atteggiamenti di rottura, di violenza, di arroganza. Amo credere nelle Beatitudini dei miti, e, però, non posso non esprimerti la mia profonda amarezza per taluni episodi inquietanti. Tra questi, eccone due.
Primo episodio. l’Arcivescovo di Siena viene impedito di parlare agli studenti della scuola San Gimignano. Il Consiglio d’Istituto ha motivato: "Scelta voluta per non turbare il processo di integrazione".
Che posso dirti? Sì, viviamo in una società multietnica, multiculturale, multireligiosa, e però il rispetto dovuto delle nuove minoranze non può esigere la dissimulazione (la fede, nei secoli, si è fatta storia, civiltà, tradizione) nè tanto meno l’umiliazione delle radici profonde della nostra identità. Negare il posto al Bambino come al Crocifisso è un pericolosissimo, abnorme miraggio di integrazione.
Secondo episodio. Un uomo sofferente, attaccato ad un ventilatore, Piergiorgio Welby si appella perché si ponga fine legalmente alla sua vita. Attorno, alcuni politici ne fanno una campagna martellante di opinione. Un medico "stacca la spina". È la proclamazione del diritto di morire, quando lo si decida.
Da più parti è stato gridato alla banalizzazione dell’infinito mistero della morte, alla strumentalizzazione della pietà, alla spregiudicatezza di una conferenza stampa, a poche ore dalla morte, presente e parlante anche la moglie.
Personalmente, ho paura di soffrire, conosco la disumanità di tanti dolori che chiedono la nostra attenzione, il nostro amore. E però, la risposta non è uccidere l’uomo per salvarlo dal suo dolore. È aiutare l’uomo alla speranza della vita. È, infine, impedire quella sorta di accanimento terapeutico che eccede l’irreparabilità del dolore dell’uomo.
Quanto, poi, ai funerali negati in Chiesa, non mi serve indagare o meno sulle ragioni pronunziate, pro e contro. Mi serve ricordarmi di Welby ogni giorno, umanamente, cristianamente, nel "memento" di ogni Messa dentro la quale ci ritroviamo tutti come peccatori.
Nino Barraco
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ultimo aggiornamento
11 aprile, 2007