ORDINAZIONE EPISCOPALE DI PADRE DOMENICO CANCIAN

 

Al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza il Cardinale  Ennio Antonelli ha ordinato vescovo

Padre Domenico Cancian, fam

 

Sua Em.za il Card. Ennio Antonelli, arcivescovo metropolita di Firenze, ha presieduto nel Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza una solenne concelebrazione per l’ordinazione episcopale di mons. Domenico Cancian, religioso, fino a pochi giorni orsono superiore generale della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, ora chiamato da Papa Benedetto XVI come pastore della diocesi di Città di Castello.

Conconsacranti mons. Giovanni Scanavino vescovo di Orvieto-Todi e mons. Pellegrino Tommaso Ronchi vescovo emerito di Città di Castello

Hanno concelebrato con il Cardinale Antonelli: l’arcivescovo di Perugia mons. Giuseppe Chiaretti, vice presidente della Conferenza episcopale italiana e presidente di quella umbra, il vescovo mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, l’arcivescovo Elio Sgreccia, presidente della pontificia Accademia per la vita, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Riccardo Fontana, l’arcivescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, il vescovo di Gubbio mons. Mario Ceccobelli, il vescovo di Foligno mons. Arduino Bertoldo, l’arcivescovo mons. Gianfranco Gardin segretario della Congregazione per i religiosi, l’arcivescovo di Fermo mons. Luigi Conti, il vescovo di Frosinone-Veroli mons. Salvatore Boccaccio, il vescovo di Porto S.Rufina mons. Gino Reali, il vescovo di Fiesole mons. Luciano Giovanetti, il vescovo di Bacabal (Brasile) mons. Armando Martin, il vescovo emerito di Vittorio Veneto mons. Alfredo Magarotto, il vescovo emerito di Gubbio mons. Pietro Bottaccioli, il vescovo emerito di Assisi mons. Sergio Goretti, il vescovo emerito di Fermo mons. Cleto Bellocci, il vescovo emerito di Terni mons. Franco Gualdrini, oltre duecento sacerdoti e una qualificata rappresentanza di Figli dell’Amore Misericordioso provenienti da Spagna, Brasile, Romania, India, Messico, Italia.

 

Il saluto di P. AURELIO PÉREZ

All’inizio della cerimonia il P. Aurelio Perez, vicario generale della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso ha rivolto questo breve indirizzo di saluto e di ringraziamento:

"Con sentimenti di profonda gratitudine e sincero affetto, a nome della Famiglia dell’Amore Misericordioso saluto nel Signore, Sua Eminenza il Card. Antonelli che presiede questa Santa Liturgia durante la quale consacrerà Vescovo della Chiesa che è in Città di Castello il nostro carissimo P. Domenico.

Saluto con lo stesso affetto i Vescovi conconsacranti Mons. Scanavino, Vescovo di questa nostra Chiesa di Orvieto-Todi e Mons. Tomaso Ronchi, Amministratore apostolico di Città di Castello; Mons. Betori Segretario generale della CEI, gli eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi della regione Umbra e tutti gli altri Vescovi che rendono visibile la comunione ecclesiale, insieme ai cari confratelli presbiteri che numerosi ci accompagnano.

Saluto con deferenza le autorità civili e militari che rappresentano le istituzioni dello Stato e ci onorano con la loro presenza.

Un saluto cordialissimo e affettuoso ai parenti e amici di P. Domenico, in primo luogo alla mamma Camilla e al fratello Antonio, e a tutti i confratelli e consorelle della Famiglia più grande dell’Amore Misericordioso.

Saluto tutti voi, cari fratelli e sorelle in Cristo, che così numerosi ci accompagnate in questo momento con il vostro affetto e la vostra preghiera, in particolare tutti voi che siete venuti così numerosi dalla Diocesi di Città di Castello per essere vicini al vostro nuovo Pastore in questo giorno della sua Consacrazione.

Benediciamo e magnifichiamo il Padre delle misericordie, dalla cui mano viene ogni grandezza e potere, come anche ogni ministero nella Chiesa. Questo è per noi un giorno di grazia, perché ogni volta che lo Spirito Santo si effonde nella Chiesa, un fiume di grazia e di misericordia rallegra la Città di Dio. E’ grazia per P. Domenico, per l’intero Popolo di Dio, in modo speciale per la Diocesi di Città di Castello, ed è grazia particolare anche per la nostra Famiglia religiosa, che se, da un lato, soffre per essere privata di un membro validissimo, fino adesso nostro Padre generale, dall’altro gioisce nel donarlo alla Chiesa quale successore del Collegio apostolico.

Il nostro grazie va in modo particolare al Santo Padre Benedetto XVI che tanta fiducia ripone nella nostra piccola Congregazione, chiamando al ministero episcopale in così breve tempo – appena otto mesi - ben due Figli dell’Amore misericordioso: P. Armando Martin, Vescovo di Bacabal in Brasile, che abbiamo la gioia di avere qui presente, e adesso P. Domenico. Questa nomina episcopale ci fa sentire ancor più nel cuore della Chiesa, con il carisma trasmessoci da Madre Speranza di annunciare il volto misericordioso di Dio, manifestato in Cristo Gesù, e con il compito particolare di essere a servizio dei nostri fratelli sacerdoti, uniti a loro come veri fratelli.

A te, carissimo P. Domenico, auguriamo la piena docilità alla grazia dello Spirito per essere un Pastore secondo il cuore mite, umile e misericordioso di Cristo, in modo da incarnare con tutta la tua vita il comandamento nuovo del Signore Gesù che hai voluto sul tuo motto episcopale: "Come Io ho amato voi".

La nostra Venerabile Madre Speranza interceda sempre per te, per i tuoi cari, per tutta la nostra Famiglia religiosa e per la tua nuova Famiglia diocesana, perché possiamo essere nella Chiesa del Signore un segno luminoso della sua misericordia, affinché tutti conoscano Dio come un Padre buono che segue i suoi figli con un amore instancabile, e cerca con tutti i mezzi di confortarli, aiutarli e renderli felici.Questo chiediamo nella preghiera e per te imploriamo"

Il sacro rito ha avuto inizio con il canto d’ingresso, il canto del kyrie e poi del gloria cui ha fatto seguito la celebrazione della Parola.

Subito dopo il canto del Veni creator spiritus e la presentazione dell’eletto il Cardinale ha tenuto l’omelia per illustrare le letture e per parlare ai presenti e all’eletto sul ministero episcopale.

 

Omelia del Card. Ennio Antonelli

"Fratelli e sorelle, il Signore stasera ci ha chiamati qui perché vuole farci il dono di un nuovo vescovo nella persona del nostro carissimo amico Padre Domenico Cancian. Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, cristiani laici –ha detto il Card.Antonelli- esprimiamo con la comune esultanza la gratitudine a Dio di tutta la Chiesa, specialmente della diocesi di Città di Castello alla quale il nuovo Pastore viene inviato.

Siamo nel Tempio dell’Amore Misericordioso, viene ordinato vescovo uno dei Figli dell’Amore Misericordioso: viene ordinato in una domenica in cui, sorprendente coincidenza, tutte e tre le letture parlano della misericordia di Dio e specialmente il Vangelo offre alla nostra meditazione le tre meravigliose parabole della divina misericordia: la pecora smarrita, la moneta perduta, il figlio prodigo (Lc 15,1-32).Tutte e tre insieme : è l’unica volta che capita nel ciclo triennale del tempo ordinario. Mi pare proprio che il Signore voglia caratterizzare fortemente il ministero pastorale di padre Domenico come servizio di misericordia. Del resto il carisma e la missione dei Figli e delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, come ha scritto Madre Speranza, è far conoscere alla gente di tutto il mondo l’amore e la misericordia del Signore verso i poveri, i bisognosi, i peccatori. In questa missione padre Domenico viene stasera confermato e dotato di nuove energie con la pienezza del sacerdozio."

Il Card. Antonelli, nel corso della sua applaudita omelia, ha posto chiaramente in rilievo come dalla missione di Cristo derivi poi la missione degli Apostoli e come mediante gli Apostoli e i vescovi loro successori il Signore Gesù, capo e sposo della Chiesa, continua a insegnare, santificare, guidare e servire gli uomini in ogni luogo e in ogni tempo.

" Si tratta di una grandiosa iniziativa di Dio, di una corrente di grazia che viene dall’alto e attraversa tutta la storia. Stasera –ha detto il Cardinale- nel sacro rito dell’Ordinazione questa corrente i grazia raggiunge e prende con sé il nostro fratello Domenico che viene associato al Collegio episcopale. E tutti noi accogliamo esultanti il nuovo vescovo come nuova presenza e immagine dell’unico pastore Gesù Cristo, secondo quello che egli stesso ha detto: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie il Padre che mi ha mandato(Gv 13,20).

Carissimo Domenico il Signore ti ha scelto e ti ha chiamato e stasera la sua iniziativa trova l’espressione visibile e definitiva nel rito sacramentale dell’Ordinazione.

Tieni a mente – ha poi concluso il Card.Antonelli- che, secondo una bella espressione di San Tommaso d’Aquino, misericordia è essere colpiti dalla miseria altrui, come fosse propria. Lasciati, dunque, ferire dalle molteplici miserie che affliggono il prossimo : peccati, malattie, errori, dubbi, ansie, disgregazione delle famiglie, solitudine, disordine sociale, ingiustizia, povertà, emarginazione. Entra sempre più in intimità di vita con Cristo, perché egli possa amare con il tuo cuore, guardare con i tuoi occhi, parlare con la tua bocca, operare con le tue mani. Noi tutti ti circondiamo con il nostro affetto e invochiamo ogni bene per te, per i tuoi cari, per la tua Chiesa di Città di Castello, per la tua famiglia religiosa dell’ Amore Misericordioso".

La celebrazione è proseguita con l’interrogazione dell’eletto da parte del Cardinale ordinante cui hanno fatto seguito le litanie dei Santi, l’imposizione delle mani, la preghiera di ordinazione, l’unzione crismale e la consegna delle insegne episcopali. Toccante, dopo aver ricevute le inegne episcopali, il lunghissimo applauso e l’abbraccio con la vecchia madre. Bello e suggestivo il rito della imposizione delle mani che con l’invocazione dello Spirito Santo ha costituito il neo vescovo successore degli Apostoli. Le mani del Card. Antonelli e quelle dei numerosi vescovi presenti si sono protese sul capo di P. Domnico per continuare quella lunghissima catena attraverso la quale si risale nei secoli e si giunge fino a Cristo.

Al termine della liturgia con il canto del il Te Deum il neo vescovo, dopo aver impartito ai presenti la sua prima benedizione come successore degli Apostoli ha rivolto questo messaggio:

 

Saluto e ringraziamento al termine della mia Ordinazione episcopale

I sentimenti profondi e intensi che sto vivendo non mi rendono facile il doveroso saluto e ringraziamento. Anche perché mi trovo vestito davanti a voi in modo inconsueto e un po’ disagevole. Mi veniva in mente il piccolo Davide che prova ad indossare l’armatura pesante del re Saul e non riesce a muoversi con la normale disinvoltura.

Le Letture di questa 24a domenica del Tempo Ordinario , davvero provvidenziali per la celebrazione che stiamo concludendo, mi sembrano offrire una importante indicazione programmatica per il ministero appena ricevuto.

1. "Rendo grazie a Colui che mi ha dato forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero" (1 Tim 1,12).

Le parole autobiografiche dell’Apostolo Paolo esprimono molto bene il mio sentimento principale, ossia il mio grato stupore all’Amore Misericordioso che oggi ha voluto benignamente e gratuitamente consacrarmi come Apostolo suo, inserendomi nel collegio episcopale. Sono qui a testimoniare che tutto quel che sono è dono e mistero, come diceva di sé Giovanni Paolo II.

Con profonda commozione rivolgo al Signore le parole di Maria: "L’anima mia magnifica il Signore perché ha volto il suo sguardo anche su questo suo povero servo… Di generazione in generazione la sua misericordia su tutti coloro che l’accolgono" (cf Lc 1,46-50).

Le parabole della misericordia, riportate da Luca nel bel mezzo del suo Vangelo, ci rivelano il volto vero di Dio: "Deus caritas est… dives in misericordia". Faccio mie le parole di Giovanni Paolo II: "Il programma messianico di Cristo – programma di misericordia – diviene il programma del suo popolo, il programma della Chiesa" (DM, n.8).

Per questo Santuario Madre Speranza pregava così: "Fa’, Gesù mio, che tutti gli uomini abbiano la fortuna di poterti conoscere come tu sei; che tutti vedano in te la vera immagine del Padre del figlio prodigo: un Padre pieno di bontà e di misericordia che non tiene in conto le miserie dei figli, ma le dimentica e perdona".

"Respice in faciem Christi tui. Cum iratus fueris misericordiae recordaberis" (Guarda il volto del tuo Cristo, o Padre. Quando sarai adirato, ti ricorderai della misericordia). Così è scritto nella cupola affrescata della Cattedrale di Città di Castello, ormai mia cattedrale. Gesù mostra al Padre la croce e assieme a Maria Mediatrice e ai santi, invoca quella misericordia che perdona, converte i nostri cuori e li rende capaci di amare.

In questo senso il passaggio da Collevalenza a Città di Castello ha una profonda continuità. Il magistero, la liturgia, il governo pastorale della diletta Diocesi di Città di Castello saranno illuminate ancor più –lo spero– da questo Vangelo della misericordia che risponde alle domande più urgenti del mondo e dell’uomo di oggi.

2. Ringrazio il Santo Padre Benedetto XVI che ha voluto chiamarmi al servizio apostolico della Chiesa particolare che è in Città di Castello, chiedendo a me e alla Famiglia religiosa un’obbedienza non facile, ma anche offrendo l’opportunità di continuare ad evangelizzare l’Amore Misericordioso, come fondamento della speranza. L’augurio più bello che ho ricevuto da una persona cara diceva così: "Che tu possa abbracciare tutti quelli che sono nel buio della disperazione, com’ero io, e possa aiutarli a ritrovare la speranza!"

Eminenza ed Eccellentissimi Vescovi, che con amore avete voluto partecipare alla mia ordinazione episcopale, vi ringrazio dal profondo del cuore. Non essendo possibile nominarvi ad uno ad uno, esprimo la mia gratitudine a tutti voi che quali successori del Collegio Apostolico mi avete imposto le mani e mi avete accolto con sentimenti fraterni.

Un grazie particolare al card. Ennio Antonelli che ha accettato con piacere di presiedere e lo ha fatto come padre e amico, al metropolita S. Ecc. Mons. Giuseppe Chiaretti e a S. Ecc. Mons. Giuseppe Betori, segretario della CEI, con i quali vi è relazione di stima e di amicizia.

Ringrazio calorosamente i Vicari generali, i sacerdoti delle varie Diocesi, i diaconi e tutti i religiosi e le religiose che hanno molto pregato per me. La vostra numerosa presenza mi commuove e mi conforta.

Ringrazio sentitamente le autorità civili e militari che mi onorano con la loro presenza: sono qui con noi le massime autorità delle regioni Umbria e Veneto, delle due province di Perugia e Treviso, dei tre comuni di Todi, Mareno di Piave, Città di Castello ed altre autorità. Mi dispenserete di fare nomi e cognomi… per non combinare guai!

Saluto e ringrazio quattro Chiese Particolari.

La Chiesa che è in Vittorio Veneto, qui ben rappresentata, che ha posto in me le fondamenta della fede, attraverso tanti parroci esemplari e Vescovi. Ricordo in particolare il Vescovo Albino Luciani che mi ha cresimato e Mons. Magarotto qui presente.

Nella Chiesa che è in Orvieto-Todi ho vissuto per oltre 30 anni. Ricordo con affetto tutti i sacerdoti, il Vescovo Mons. Grandoni che mi ha dato tanta fiducia e confidenza (ho nel cuore l’ultimo incontro con lui: un momento di paterna amicizia) e Mons. Giovanni Scanavino che gli è succeduto e mi ha incoraggiato prima nel servizio come Padre generale ed ora come vescovo.

La Chiesa che è in Fermo mi ha accompagnato negli anni del liceo e della filosofia. Mons. Cleto Bellucci mi ha ordinato Sacerdote proprio qui 35 anni fa e mi è stato sempre amabilmente vicino. Assieme a lui è qui presente l’Arcivescovo Luigi Conti.

La Chiesa Tifernate, che il Santo Padre mi affida adesso come sposa (me lo ricorda l’anello episcopale ricevuto poco fa), è già nel mio cuore fin dall’8 giugno scorso quando ho ricevuto notizia di tale nomina. Dalla diletta Diocesi di Città di Castello ho già ricevuto incoraggiamenti e molte preghiere. La vostra presenza numerosissima all’ordinazione è un altro segno di benevola accoglienza. Vi ringrazio di cuore, spero di non deludere le vostre giuste attese. Mons. Pellegrino Tomaso Ronchi domenica scorsa nel salutare il popolo di Dio, ha voluto chiamarmi "amico fraterno". In questi giorni non facili per ambedue, ne ho avuto ampia conferma. A questo Pastore buono che per oltre 16 anni ha servito la Chiesa con grande dedizione pastorale, adottando uno stile immediato e popolare, elargisca il Signore tanti anni di vita in salute e faccia crescere quella gioia serena che è nel suo essere Cappuccino. Da parte mia cercherò di far tesoro della sua preziosa sapienza pastorale.

Ai fedeli di questa diletta Diocesi, clero, diaconi, religiosi e laici, chiedo di accompagnarmi con la preghiera.

Guardando la Famiglia dell’Amore Misericordioso, le consorelle e i confratelli, pensando che la gran parte della ma vita si è svolta qui a Collevalenza, confesso la sofferenza del reciproco distacco. Si sono viste nei nostri volti anche delle lacrime: erano e sono il segno del nostro profondo legame fraterno che, certo non si spezza, ma fa i conti con un reale cambiamento di vita che nell’obbedienza della fede stiamo cercando di vivere per il bene della Chiesa. Sono certo che pure questo è un dono del Signore e della Chiesa e comporterà una nuova benedizione anche per la nostra Famiglia dell’Amore Misericordioso che mi ha educato e formato con molto amore e che io ho cercato di servire come ho potuto. A Madre Mediatrice qui presente e a Padre Aurelio che ha collaborato con me in questi anni e ora è Vicario generale e porta la responsabilità della Congregazione, saluto e ringrazio ogni Figlio e Ancella dell’Amore Misericordioso!

Alla mamma qui presente, al papà che è in cielo, al fratello e alla cognata Maria, ai cari nipoti e ai familiari che mi hanno accompagnato con affetto sincero e discreto, ai numerosi amici qui presenti dal Veneto, dall’Umbria e da varie parti d’Italia, a quelli della classe ’47 di Mareno (che mi hanno regalato questo pastorale) dico la mia gioia per essere venuti a condividere questo memorabile momento che rinsalda il nostro reciproco affetto.

Mentre rendo grazie a Colui che mi ha voluto anche come suo Apostolo, mi affido allo Spirito Santo. Nello stemma è raffigurato lo Spirito Santo dalla fiamma che ricorda la Pentecoste e dalla goccia del santo olio versato su di me nel Battesimo e ora (in modo davvero abbondante) nell’ordinazione episcopale.

Mi affido alla Parola di Dio che mi ha chiamato alla vita e alla fede nella Chiesa di Dio. Ed ora questa Parola ripete anche a me: "Prima di formarti nel grembo materno io ti conoscevo, vai da coloro a cui ti manderò e annuncia ciò che Io ti ordinerò. Io sono con te per proteggerti, non temere! Ecco ti metto le mie parole sulla tua bocca. E poi il Signore mostra al profeta Geremia un mandorlo che per essere il primo a fiorire annuncia la primavera" (cf Ger 1,5-11). Il Signore porti a compimento i suoi imprescrutabili disegni: disegni che fanno gioire e soffrire, ma sempre disegni d’amore divino.

La Madonna che in questi giorni ho sentito molto vicina, i Santi che abbiamo invocato, la Ven. Madre Speranza, accompagnino questo nuovo vescovo che continua a rimanere un povero uomo, perchè serva con amore e con gioia il Signore e i fratelli, amando come Lui ci ha insegnato ad amare. "Sicut dilexi vos" sono, come sapete, le parole del mio motto che richiama il motto del beato Liviero "In caritate Christi". Sono convinto che vivendo l’Amore di Cristo noi tutti faremo il nostro mondo più bello e avvicineremo questo mondo al Regno di Dio, Regno di Verità, di Amore, di Giustizia e di Pace.

 

P. Domenico Cancian
Breve tratto biografico

 

P. Domenico Cancian è il nuovo Vescovo della Diocesi di Città di Castello. Fino a pochi giorni orsono Superiore generale della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso in Collevalenza, è nato a Mareno di Piave (Treviso)il 6 aprile 1947 ma, in pratica, è umbro da sempre perché dall’età di undici anni ha frequentato le scuole a Collevalenza-Todi presso il seminario fondato da Madre Speranza. Ha seguito gli studi superiori teologici a Fermo e successivamente a Roma, presso l’università gregoriana ha conseguito la laurea in teologia biblica.

 

Ha svolto attività pastorale collaborando presso le parrocchie di Collevalenza e di Spinaceto di Roma. Ha insegnato teologia biblica e pastorale nell’Istituto teologico di Assisi. Nel 1987 è stato nominato superiore della comunità dei Fam del Santuario di Collevalenza e nel 1992 vicario generale della Congregazione, successivamente Rettore del Santuario e dal 15 luglio del 2004 Superiore generale dei Figli dell’Amore Misericordioso.

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ultimo aggiornamento 02 novembre, 2007