ESPERIENZE |
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uesto libro uscito nell’aprile 2007, mi ha confermato e illuminato nelle certezze che ho sempre avuto, fin da quando ero ragazzo e dedicavo gran parte del mio tempo a studiare Gesù, l’Uomo- Dio, per avere certezze incrollabili su di Lui e una conoscenza possibilmente non comune della sua adorabile Persona, del suo stile, della sua dottrina, della sua opera.Custodisco ancora come un tesoro, tre volumetti scritti da un sacerdote astigiano, Mons. Giuseppe Nebiolo, impegnato per lunghi anni, nell’apostolato nella nostra diocesi, poi a Roma. Il primo si intitola "Profilo di Cristo", dedicato alla sua persona; il secondo "Cristo intimo" rivolto a illuminare i dogmi che riguardano l’identità umana-divina di Lui; il terzo, "Cristo in progresso", illustra l’opera della Chiesa e dei santi più significativi, come prolungamento di Gesù nel mondo, verso la vita eterna.
In seguito i libri di Karl Adam su Gesù, la Vita di Cristo dell’Abate Ricclotti, la Vita di Cristo di Giovanni Papini, Cristo vita dell’anima del B. Dom Columba Marmion... Non ne cito altri, perché dovrei citare una biblioteca su Gesù. Uno solo voglio ancora ricordare: Ipotesi su Gesù, di Vittorio Messori, che a 30 anni, mi ha colmato di verità e di maggiore certezza.
Ora Joseph Ratzinger Papa Benedetto XVI pubblica il suo libro su Gesù di Nazareth. Che cosa scrivere dopo averlo letto?
Rendere alla storia ciò che appartiene alla storia, cioè a ciò che è davvero accaduto sul suolo di questa nostra terra, questo è il disegno dell’opera densa consacrata a Gesù dal Papa Benedetto XVI. Ebbene l’avvenimento più grande che si è svolto in questo mondo è l’entrata reale di Dio nella storia Gesù Cristo.
Questa realtà inaudita deve essere l’oggetto di un’interpretazione storicamente rigorosa" E questo rigore esige, all’occorrenza, una lettura teologica: quella che ci propone Joseph Ratzinger che colma il fossato scavato dall’uso del metodo storico-critico, tra il "Gesù della storia" e "il Cristo della fede", riconciliando così verità scientifica e verità teologica.
1°- Nella prima parte del suo libro - che
sarà seguita da una seconda in cui si tratterà dell’infanzia di Gesù - Benedetto XVI ci presenta la figura di Gesù nel suo battesimo, le tentazioni del deserto, il suo insegnamento (il Vangelo del Regno, il discorso della Montagna, la preghiera del Signore, la chiamata dei discepoli ...).
Egli studia il messaggio delle parabole, le grandi immagini del Vangelo di Giovanni - l’acqua, la vite e il vino, il pane, il pastore - Due capitoli, forse i più profondi, sono dedicati in fine alla trasfigurazione e alle affermazioni di Gesù sulla sua divinità.
L’opera comincia con un parallelo affascinante tra Mosé e Gesù. Se il primo vedeva Dio dal dorso, il secondo vede Dio faccia a faccia."ln Gesù si realizza pienamente ciò che era rimasto incompiuto in Mosé: Gesù vede in faccia Dio non solo in qualità di amico, ma in qualità di Figlio; Egli vive nell’unità più intima con il Padre".
Questo punto di partenza ci invita a condividere la sua filiazione divina, che ci dona Dio stesso. I1 contenuto del messaggio - afferma Benedetto XVI in una formula felice - è 1o stesso Messaggero, Gesù.
I1 battesimo di Gesù si accompagna con la manifestazione della sua divinità. Questo non significa, come ha affermato una certa interpretazione liberale, un’esperienza consistente per Gesù nella scoperta di una vocazione straordinaria a favore di una missione umana. Gesù porta una "giustizia", una santità che viene da più lontano dell’uomo.
Insistendo su questo punto, Benedetto XVI illustra con erudizione e profondità, restando chiaro e semplice, la vera dimensione di Gesù di Nazareth, che entra nel dramma dell’esistenza umana, attraversandola fino al più profondo, al fine di ritrovare così "la pecorella smarrita", prenderla sulle sue spalle e riportarla all’ovile.
2° - Quando affronta il capitolo delle tentazioni nel deserto, mette in evidenza che ogni tentazione è rivolta a scartare Dio, a mettere ordine nel mondo per se stesso, senza Dio, a contare solo su di sé, a ammettere come reali solo le cose politiche e materiali, eliminando Dio come illusione.
Ebbene, il Papa afferma, la questione di Dio è fondamentale e ci pone all’incrocio dei cammini dell’esistenza umana" Quale è la natura della vera salvezza? Che cosa deve fare o non fare il Salvatore del mondo?
I1 problema della fame nel mondo e, più generalmente, i problemi sociali non sono forse il primo criterio per misurare la redenzione? Si può vedere, dice Benedetto XVI, che il marxismo ha fatto di questo ideale il centro della sua promessa di riscatto. Ma così facendo, esso e diventato un messianismo solo temporale, solo materiale.
Tutti gli aiuti ai paesi in via di sviluppo, aggiunge il Papa, per quanto lodevoli siano, fondandosi su dei principi solo materiali e tecnici, lasciando fuori Dio, non risolvono, ma aggravano, il vero problema dell’uomo che è quello di vivere non di solo pane, ma di ogni Parola che viene da Dio.
I 40 giorni di digiuno che Gesù ha passato nel deserto illustrano questa verità. Essi assumono in simbolo il dramma della storia che Gesù ha raccolto nella sua totalità.
Di tutte le tentazioni immaginabili, non se ne possono concepire di più grandi di quelle che Gesù ha subito. "Se tu sei il Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pane". Se tu sei Dio, allora agisci da dio e risolvi immediatamente i nostri problemi alimentari. Se tu sei Dio, mostraci che tu sei dio lacerando il velo che ci nasconde la tua faccia.
3° - Quanto abbiamo scritto è soltanto un invito a leggere il libro "Gesù di Nazareth" di Benedetto XVI.
L’opera la dice assai lunga sulla figura di Gesù e ci insegna ancora di più su noi stessi e sul nostro tempo.
Il centro vero di questo libro è di dimostrare che "il cuore della personalità di Gesù" è innanzitutto "la sua comunione con il Padre, la sua filiazione divina. Attendere da Dio una soluzione umana a un problema materiale è ingannarsi sulla natura della Redenzione.
I1 problema è soprannaturale: si tratta di riparare il peccato che ha spezzato il legame tra il Creatore e la creatura.
Questo legame, solo l’Uomo-Dio, il Verbo incarnato, può rinnovarlo e ricostruirlo: è Lui stesso, Gesù, questo "ponte", Lui che è il Pontefice sommo ed eterno della nuova alleanza.
Questa è 1’opera di Gesù di Nazareth che è venuto a portare Dio stesso a tutta l’umanità. Mostrandoci il suo volto più che mai a noi vicino, Benedetto XVI ci insegna l’urgenza di rannodare un rapporto vivente con Gesù. E a ben leggere l’opera, con ogni attenzione, si vedrà alla fine che Gesù è innanzitutto il Crocifisso immolato per noi, che dalla croce, attira tutti a Lui (Gv I2,32).
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ultimo aggiornamento
18 gennaio, 2008